Cronaca

Vent'anni dopo Tangentopoli Rubavano prima, rubano ancora oggi

Mani Pulite vent’anni dopo. Non è cambiato nulla da quel terremoto politico-giudiziario iniziato con l’arresto (17 febbraio 1992) del “mariuolo” Mario Chiesa; arresto che ha portato l’Italia allo sconquasso, azzerato un ceto politico inaugurandone un altro (peggiore). Morale: rubavano allora, rubano ancora oggi. Siamo al punto di partenza. “Anni perduti” ha ammesso mestamente l’altro giorno Ferruccio de Bortoli sul Corrierone. Perduti ma non inutili.
In questi giorni celebriamo l’anniversario di un fallimento. Per fortuna senza strilli, senza copertine al neon. Non come dieci anni fa quando la Sinistra “mangia pane e forca” (G.Ferrara) innescò nel gaudio celebrativo manifestazioni di piazza, rievocazioni, libri, articoli, roventi polemiche, appelli. Lavorando (puntualmente) per la Destra. Come infatti spiegò il combattivo bimestrale Micromega sostenendo che il primo vero beneficiario del terremoto provocato dal pool di Milano dal 1992 in poi –  in asse con quello di Palermo – è stato Silvio Berlusconi, l’Arcinemico. Ed infatti il Cavaliere è montato sveltamente in sella, i magistrati hanno perduto il consenso iniziale della folla, le vecchie abitudini corruttive sono tornate in auge. Mi diceva giorni fa un magistrato: “Oggi si ruba ovunque, in cielo, in mare, in terra”.
Questa volta l’anniversario ha toni più soft mentre le cronache raccontano le gesta di gnam gnam Lusi (l’ex tesoriere della Margherita, oggi senatore Pd, che ha intascato 13 milioni di rimborsi elettorali) ed altre disinvolture simili. Ci sono parecchi scandali in giro. Secondo i magistrati l’ex assessore ai Lavori Pubblici di Venezia, Lino Brentan, vecchio comunista e vecchio democratico, si sarebbe fatto dare dei soldi per favorire imprese amiche negli appalti (era a.d. dell’autostrada Venezia-Padova). Undici manager della Cit (Compagnia Italiana del Turismo) avrebbero usato le centinaia di milioni che ricevevano per costruire villaggi turistici in Basilicata e Campania per regalarsi gioielli, auto, appartamenti con vista su San Pietro. Il senatore del Pdl, Riccardo Conti, ha guadagnato 18 milioni in un giorno comprando la mattina un appartamento a Fontana di Trevi per 26 milioni e rivendendolo il pomeriggio per 44,5 milioni (qui dovrebbe esserci anche la complicità dell’Enpap, cassa degli psicologi, prima proprietaria dell’immobile). E taccio gli “imbarazzi” procurati da Penati, la casa di Gianfranco a Montecarlo, i silenzi dell’ambizioso Pier e del segretario (Udc) Lorenzo Cesa sui soldini che l’imprenditore gola profonda Tommaso Di Lernia avrebbe destinato alla strana coppia per gli appalti Enav. Mirabile la difesa di Cesa: “Non mi sembra che chi accusa sia Santa Maria Goretti”.
Abbiamo la stessa corruzione di vent’anni fa, eppure non ci sono più il Cinghialone Bettino, la Dc di Belzebù, il Bunga Bunga di Silvio. In compenso il Paese annega tra disservizi, cialtronaggini, malaffare: ci sono meno soldi e più disoccupati. Come ha ricordato Marcello Veneziani: “Rispetto a vent’anni fa abbiamo l’euro, internet e i suoi parenti. Il resto zero”. Dopo vent’anni ci resta in mano un pugno di mosche. Siamo passati da Mani Pulite a Mani Vuote.
Rigor Montis post-Obama (a proposito della sobria trasferta: zero tituli sulla stampa Usa, deliquio sulla stampa zerbina dello Stivale) ha davanti a sé una grande occasione: ripulire l’ambiente. Non solo spread, ma opere di ramazza. Sennò, caro professore, finiamo tutti nella Cloaca Massima.

Enrico Pirondini

 

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