Cronaca

CONSIGLI AL CINEMA Il mostro sacro di Glenn Close nel film 'Albert Nobbs'

Tratto dal racconto dello scrittore irlandese George Moore, il film narra la storia di Albert Nobbs (Glenn Close), cameriere di un albergo nella Dublino del diciottesimo secolo. Albert dedica la propria esistenza al proprio lavoro, nel quale si impegna meticolosamente per riuscire a risparmiare i soldi necessari per aprire una propria tabaccheria. Ma il maggiordomo nasconde un segreto: Albert in realtà è una donna, la quale finge di essere uomo a causa di un forte trauma subito durante l’adolescenza. Schivo e diffidente Albert troverà un alleato e un amico nel signor Page, il pittore che ha il compito di ridipingere l’albergo.
La forza di questa pellicola angosciante e profondamente drammatica è sicuramente la mirabile interpretazione di Glenn Close, finissima nel riuscire a rendere la fragilità e la rigidità di questo controverso maggiordomo attraverso la mimica del volto e il portamento composto. Per il resto, la messa in scena del regista Rodrigo Garcìa lascia molto desiderare e risulta niente affatto convincente.
Se nella prima parte il film  incuriosisce  lo spettatore, in quanto all’interno dell’albergo si scopre un mondo ricco di intrecci e storie affascinanti e misteriose, la seconda parte di questo lungometraggio diventa a dir poco surreale e incredibilmente lenta. Infatti, assurda appare l’insensata e ostinata volontà del protagonista di sposare la bella e giovane cameriera messa incinta da un giovane scavezzacollo, su cui si incentra il resto del film. Anche la stessa scelta registica di raccontare un film così crudo e agghiacciante senza colonne sonore, ma solo con i rumori della vita reale, appare poco azzeccata. Nonostante questo, imperdibile è la magistrale e superba interpretazione di Glenn Close che si riconferma un mostro sacro del cinema.

Sofia Chiodelli

AL CINEMA CHAPLIN ore 19 e 21.15

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