Cronaca

Cronaca, le parole e i fatti Inutili storie raccontate per mesi e forse…bastava poco

Leggo con colpevole ritardo (e mi scuso) la lettera del direttore Emanuele Galba che riferisce in merito al comunicato dell’assemblea dei lavoratori del  quotidiano Cronaca di Cremona, di sabato 21 gennaio. Rivelo che all’assemblea erano presenti in 15 e c’erano altre cinque persone assenti ma che ci hanno lasciato delega. Informo che il comunicato è stato inviato a tutti e non mi risulta che qualcuno abbia contestato alcunché.

Rispondo.

1) Caro direttore, ti senti diffamato perché affermiamo che hai detto il falso? Denuncia, non abbiamo di certo paura.

2) Ritardi nelle decisioni dell’erogazione dei contributi? Sì, avremmo scoperto a novembre che i soldi non te li davano perché c’è un’indagine in  corso per truffa allo stato. Invece adesso l’hai scoperto anche tu, vista la  decisione della commissione di venerdì 27 gennaio. Come saprai la commissione ha dato incarico agli avvocati di chiedere gli atti alla procura. Sai che cosa vuol dire? Io sì. Tu chiedilo ai tuoi avvocati.

3) Cattiva gestione. Vuoi le tue email dove comunichi che i dipendenti e i  collaboratori saranno pagati ad agosto? Dove comunichi che entro settembre tutti i conti torneranno a posto? Dove sostieni, a fine settembre, che entro una settimana arriveranno i soldi dalla banca? Dove sostieni che la banca risponderà entro pochi giorni (metà ottobre). Dove annunci che un amico di un amico sta cercando di far ottener qualche soldo d’anticipo (questa l’hai detta davanti al sindacato e al cdr). Non ti sei accorto che la banca non voleva darti i soldi perché c’è un’indagine di truffa ai danni dello stato? Non hai letto le mie email nelle quali ti mettevo in guardia?

4) L’indagine. Due esposti anonimi? Se fossero stati privi di fondamento la Finanza li avrebbe cestinati in poco tempo. Non si sprecano tempi e risorse in indagini dichiaratamente inutili. Invece, l’amministratore delegato si è fatto tre settimane di arresti domiciliari e gran parte della cooperativa è accusata di truffa allo stato. Questi sono dati di fatto. Cosa decideranno giudici lo vedremo. Ma non è solo questo il punto: questa cooperativa ha impiegato per anni giornalisti in ruoli diversi per i quali erano pagati. Un’ispezione dell’ Inpgi durata da giugno a ottobre 2010, ha rilevato una montagna di magagne e ha emesso un verbale stellare (di oltre 450mila euro). Ricordo che non versare i  contributi è un reato. Scrivere che conoscete i nomi di chi ha fatto gli  esposti a me dà il sapore di avvertimento mafioso. Se conoscete i nomi e ritenete di essere vittime, denunciate, non avvertite o minacciate.

5) Sospensione del socio. E qui siamo al ridicolo. L’assemblea ha chiesto nel mese di ottobre l’espulsione di Massimo Botturi Boselli dalla cooperativa. Non  (solo) perché gli è antipatico, ma perché in presenza di un rinvio a giudizio per false fatturazioni (mese di settembre 2011). Quindi in presenza di atti concreti. La richiesta si basava non sulla volontà dell’assemblea, ma sullo  statuto della stessa cooperativa. La risposta vostra è stata picche. Perché? Perché Massimo Botturi Boselli ha riferito che si sarebbe sospeso se gli altri sette indagati della cooperativa avessero fatto lo stesso (Apperò!). Nel mese di dicembre io, in qualità di cdr, appoggiato dai rappresentanti sindacali della Lombarda, in una riunione a Milano, ho avanzato l’ipotesi di chiedere a Boselli di autosospendersi, visti i tempi lunghi di giustizia e visto che già si sapeva l’orientamento della commissione dell’editoria, che non voleva erogare i contributi 2010. Il gesto avrebbe potuto dare a Siddi (presidente Fieg) una carta in più a favore della stessa cooperativa. E cosa fa Boselli  (grandissimo)? Va in riunione e dice che lui è disposto ad andarsene se tutti i  soci della cooperativa sono d’accordo. Risultato? Tutti d’accordo al fatto che lui rimanga. Notare: era stata richiesta un’autosospensione momentanea, non una espulsione né un’ammissione di colpa.

Mi scuso se l’ho fatta lunga, ma accetto lezioni, a patto che ci sia qualcosa  da imparare. Nella lettera di Galba, oltre al tono da maestro delle elementari, che non intendo apprendere, trovo solo un barcamenarsi pietoso e un minacciare insensato che non gli fanno onore e che offendono tutte quelle persone che  hanno lavorato per mesi senza lo stipendio (cinque mesi  i dipendenti, nove  mesi i collaboratori), sapendo dell’inchiesta, avvertite tempestivamente (da  noi, non dalla cooperativa) su che cosa stava realmente accadendo, informate  che si rischiava sempre di più di non prendere un euro, ma che per attaccamento  al lavoro, per amicizia, per spirito di corpo, per stima nei confronti di chi  tirava la carretta cercando di infondere speranze (non illusioni), ha  continuato fino all’ultimo giorno a portare il proprio contributo. Un’ultima cosa. Sapete qual è stata la prima mossa della cooperativa, Galba in testa, dopo l’annuncio della sospensione delle pubblicazioni? La chiusura della posta elettronica dei redattori Senza avvertirli, naturalmente.

Pier Giorgio Ruggeri

Giornalista di Cronaca da nove anni, membro del cdr da otto mesi

 

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