Cronaca

Nuovo scandalo in agricoltura, dati falsi sulla produzione del latte Multe non dovute e tagli alla Pac L'inchiesta dei carabinieri

Vacche in lattazione a 83 anni, produzioni gonfiate, multe non dovute, Pac ingiustamente ridotta. Un nuovo scandalo sta per abbattersi sul mondo dell’agricoltura e della zootecnia. I carabinieri del Mipaaf (Ministero delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali) hanno infatti inviato in questi giorni una nota informativa al tribunale di Roma con la quale denunciano come le multe agli allevatori per lo sforamento della produzione di latte assegnata all’Italia e i tagli ai fondi della Pac siano stati frutto di dati falsi. Nella informativa al tribunale i carabinieri sostengono che la quote latte prodotta dall’Italia sia stata di gran lunga inferiore a quella assegnata dall’Unione Europea per cui i funzionari dell’Agea (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura) incaricati della tenuta del Sian (Sistema Informativo Agricolo Nazionale) avrebbero falsificato in modo sistematico “l’algoritmo utilizzato per il calcolo del numero dei capi potenzialmente da lattee dei numeri dei giorni potenziali di lattazione”. Così dall’indagine sono emersi dati assurdi con vacche in lattazione praticamente immortali, capaci cioè di vivere fino a 999 mesi (oltre 83 anni) anzichè i canonici dieci anni. Secondo i carabinieri il marchingegno sarebbe stato introdotto “in maniera tale da far risultare un numero di capi compatibile con il livello produttivo dichiarato dalla stessa Agea all’Unione Europea”. Cioè per gli inquirenti l’Agea avrebbe artificiosamente fatto in modo di far apparire la produzione italiana in linea con quanto assegnato, qualche volta di più ma mai di meno. I carabinieri avrebbero chiesto al Sostituto Procuratore Attilio pisani di poter continuare le loro indagini, ampliandole anche sulla base di importanti prove in loro possesso. Insomma una vera bomba, in quanto per i carabinieri l’Italia non avrebbe sforato la produzione assegnata facendo scattare pesantissime sanzioni per gli allevatori (con aziende in molti casi costrette alla chiusura) sebbene complessivamente le loro produzioni  non avessero mai complessivamente superato la quota nazionale assegnata dall’Unione Europea. Quindi non solo multe ingiustificate, ma sempre secondo i carabinieri, l’alterazione dei dati produttivi  ha arrecato un danno allo Stato italiano che, per le sanzioni comminate e non versate all’Unione Europea, si è visto decurtare in maniera pesante i finanziamenti comunitari previsto per la Pac.

 

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