Cronaca

Il balzello al Consorzio Vacchelli? Inammissibile e ingiustificato L'Unione consumatori prende posizione contro il tributo

Il balzello al Consorzio di Bonifica Naviglio Vacchelli? “Inammissibile e ingiustificato”. Lo sostiene il Comitato cremonese dell’Unione Nazionale Consumatori. L’associazione interviene nel caso che da giorni sta tenendo alto il tasso di polemica in città ed elenca dieci ragioni per non pagare la tassa. Tra queste, il fatto che non sia mai stato chiarito esattamente quale beneficio abbiano tratto gli immobili interessati dalle opere di bonifica del Consorzio e, di conseguenza, quale sia l’ammontare esatto della tassazione ad essi attribuita. Inoltre, le cartelle esattoriali inviate in questi giorni da Equitalia presentano richieste per contributi addirittura sotto la soglia minima dell’economicità che la Regione ha fissato in 15 euro e che il Consorzio Vacchelli ha abbassato fino a 5 euro. Vale a dire due terzi in meno, oltretutto con delibere che non sono mai state pubblicate sul bollettino ufficiale della Regione.
La Corte di cassazione civile ha peraltro ammesso, per tutti coloro che sono stati raggiunti dagli avvisi di pagamento, la possibilità di esercitare un’azione collettiva. “Il consorzio  – osserva l’associazione dei consumatori – non ha mai avuto un piano di classifica per individuare l’entità del beneficio recato agli immobili prima del 31 maggio 2011, data di approvazione del piano di attuazione. In secondo luogo la perimetrazione contributiva fissata nello statuto del consorzio non era sufficiente per richiedere il contributo perchè non consentiva la quantificazione. Di conseguenza il consorzio ha richiesto contributi per 20 anni senza avere lo strumento previsto dalla legge reg. n. 59/84. Terzo: la direzione del consorzio ha una visione errata dell’art. 860 C.C. e della legge n. 31/2008; quarto: le linee guida per la predisposizione del nuovo piano di classifica emanate nel 2006 non giustificano l’omissione del piano a partire dal 1990; quinto: il piano di classifica redatto, a nostro avviso, non è conforme alle direttive regionali nè alla conformazione del territorio; sesto: i ricorsi non sono serviti a nulla perchè la Regione Lombardia ha abolito l’istituto del ricorso al Presidente della Regione; settimo: la Regione ha emanato delibere che fissano la soglia si economicità sotto la quale non si può riscuotere in contrasto con la legge regionale n. 10/2003 che fissa la soglia minima in euro 15,00, l’ultima delle quali (n. VIII/5220 del 2007) lascia ai consorzi la facoltà di fissare autonomamente una soglia minima propria. Il Vacchelli l’ha fissata in euro 5,00″.
“Dette delibere  – aggiunge l’associazione – non sono mai state pubblicate sul Burl; ottavo: il consorzio ha chiesto per 5 anni (dl 2005 al 2009) euro 10,00 per tenuta catasto non previsto da alcuna normativa. A seguito di ricorsi due sezioni diverse della commissione tributaria di Cremona hanno dichiarato illegittime le cartelle dei ricorrenti, ma il consorzio non restituisce il maltolto a tutti gli altri consorziati; nono: gli avvisi di pagamento o cartelle inviati non identificano l’immobile cui fanno riferimento, nè precisano il tipo di contributo (se per trasporto a valle delle acque, o per beneficio al fondo derivente da opere eseguite); decimo: la Corte di cassazione civile ha ammesso la possibilità di esercitare l’azione collettiva (class-action) per i processi tributari tra i quali rientrano i contributi di bonifica”.

 

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