Cronaca

L'ex assessore regionale Ponzoni si consegna in Procura a Monza Sotto accusa l'ex direttore dell'ospedale di Cremona Pasquale Cannatelli

L’ex assessore regionale Massimo Ponzoni, raggiunto da un provvedimento di arresto per bancarotta, concussione e finanziamento illecito dei partiti, si è consegnato in Procura a Monza stamattina. Ponzoni è stato raggiunto lunedì da mandato d’arresto per diversi reati tra cui bancarotta fraudolenta e corruzione per il crac della società Pellicano. Da un’indagine su un fallimento fino  alla scoperta di presunte mazzette, appoggi politici e altre regalie e favori in cambio di provvedimenti amministrativi ad hoc. E poi denaro dirottato per sistemare società sull’orlo del crac, per finanziare campagne elettorali o ancora per concedere permessi comunali in cambio della ristrutturazione gratuita di una villa in Francia.
Sono contestati i reati di appropriazione indebita, corruzione, concussione, peculato, bancarotta fraudolenta, violazione della legge per il finanziamento ai partiti e rivelazione del segreto di ufficio nell’inchiesta della Procura di Monza che ha portato il gip Maria Rosaria Correra a ordinare l’arresto di Massimo Ponzoni, il consigliere regionale ed ex assessore della Regione Lombardia, di Antonino Brambilla, vice presidente e assessore della Provincia di Monza e Brianza, di Rosario Perri assessore sempre della provincia di Monza e Brianza nonchè dirigente del settore tecnico del comune di Desio e Franco Riva ex sindaco e assessore all’urbanistica del comune di Giussano. A far riesplodere il caso di Ponzoni è una lettera testamento, pubblicata oggi sul sito de “Ilfattoquotidiano.it” e su “Il Giornale”, da parte del ragionier Sergio Pennati, ex socio di di Ponzoni.  La lettera è  riportata nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Monza, Maria Rosaria Correra.  Pennati ha voluto “elencare un po’ delle sue malefatte  senza la pretesa – si legge  nel documento- di elencarle tutte perchè sarebbe impossibile”.
Nella lettera testamento che lo stesso Pennati ha scritto per timore della sua vita, parla delle ingenti spese elettorali  di Ponzoni  (1.600.000 euro per le ultime elezioni con denaro “arrivato in minima parte da qualche sovvenzione, per il resto sono state utilizzate varie società che hanno pagato – continua la missiva – fortune di prestazioni o forniture o prelevate ingenti somme in contanti per comprare voti e pagare ristoranti). L’ex socio di Ponzoni, nel manoscritto scrive che «la Piesse Studio Srl ha anche assunto per un anno una ragazza appartenente a Comunione e Liberazione in cambio di voti del movimento in Brianza”. Un’altra società, invece, la In Studios, la quale a dire di Pennati «ha sostenuto successivamente le spese per Ponzoni” avrebbe “pagato il figlio dell’onorevole Romani, sottosegretario alle Telecomunicazioni, per prestazioni che lo stesso non ha mai fatto ed ha stipulato tre contratti di consulenza con giornalisti che sono sul libro paga di Ponzoni”. Si parla poi di vacanze esotiche pagate a Formigoni e altro.
Tra le tante questione che riguardano l’ex assessore regionale, si legge sempre nella lettera,  fa avere all’impresa di pulizia del suo amico Pietro Rivoltella l’appalto per le pulizie dell’ospedale di Niguarda. Il direttore generale dell’ospedale, Pasquale Cannatelli, ottiene in cambio 120mila euro di sconto sull’acquisto di due case. Ricordiamo che Pasquale Cannatelli, attuale direttore del Niguarda, è stato dal 2002 al 2003 direttore dell’Azienda Ospedaliera di Cremona.  Il direttore generale dell’ospedale di Niguarda, Pasquale Cannatelli, è indagato ed accusato di aver dato appalti ospedalieri in cambio di case a prezzi scontati per i suoi figli. L’indagine è scattata nel corso dell’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare per Ponzoni.  Cannatelli è uno dei manager apprezzati dal governatore lombardo Roberto Formigoni, ed è vicino al movimento di Comunione e Liberazione. L’appartamento di Cannatelli a Seregno, vicino Milano, è già stato perquisito dalla Guardia di Finanza.
I pm Walter Mapelli, Donata Costa e Giordano Baggio sono risaliti a Cannatelli indagando su Pietro Rivoltella, imprenditore della società di pulizie B&B e considerato uno dei finanziatori di Ponzoni. L’impresa di Rivoltella avrebbe stipulato un contratto biennale con l’ospedale Niguarda per 11 milioni di euro nel 2006. Contemporaneamente Cannatelli ha acquistato dalla Serema immobiliare, di cui è socio Ponzoni, appartamenti a Seregno per  i suoi figli scontati di 120 mila euro. Il gip Maria Rosaria Correra sostiene che “Rivoltella ha finanziato Ponzoni per essere favorito dal direttore generale di Niguarda, Pasquale Cannatelli, consentendogli di ottenere in appalto il servizio di pulizie. Cannatelli è stato, a sua volta, remunerato da Ponzoni con un consistente sconto sugli appartamenti per i figli”. Per il legale di Cannatelli Mario Brusa, le accuse dei pm “sono solo ipotesi, i fatti sono tutti da verificare”.

 

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