Lettere

Monti ed i pericoli per la democrazia

da Benito Fiori

Mario Monti l’altro giorno ha detto: «Io provo pena per i politici che sono così trattati male dalla opinione pubblica. Il mio compito è anche favorire una riconciliazione tra la classe politica e i cittadini. Anche io mi considero parte dell’opinione pubblica, e tutti dobbiamo riflettere e dire “siamo sempre pronti a dare la colpa ai politici, ma io cittadino sto facendo il mio dovere per fare crescere l’Italia?”». Come commento, per chi scrive valga quello che qualcun altro ha già scritto: «Sono parole che qualsiasi uomo politico serio ripeterebbe alla lettera, senza cambiare nemmeno una virgola. Parole frutto di una cultura democratica cristallina, diretta, lineare.» Bene, questo “tecnico”, cui il Parlamento in un momento drammatico per la stessa UE ha dato il suo permesso di governare, è già a rischio. Non per incapacità, ma per motivi di “bassa cucina”, cioè perché intende combattere il più pericoloso nemico per qualsiasi paese avanzato: il degrado dell’etica civile che si manifesta con l’evasione fiscale e il corporativismo. C’è da giurare, infatti, che le lobbies interessate, da tempo inquiline dei “piani alti” della politica, sono già al lavoro perché questo governo venga al più presto sfiduciato. Esse sanno di potere contare su un timore della parte meno “nobile” dell’attuale classe politica: quello che questi “tecnici” si rivelino come un modello di governo migliore e più efficace di quello fino a ieri conosciuto. Lunedì scorso un sondaggio “Demos-Repubblica”, per l’ennesima volta, ha confermato il crollo della fiducia nei partiti: siamo passati dal 9,8% nel 2008 al 3,9% di oggi! La Democrazia in Italia, che di certo questi “tecnici” non minacciano, è in attesa che i partiti mostrino con un acrobatico “colpo di reni” una resipiscenza sul piano morale e con un gran “colpo d’ala” producano una progettualità che ridia loro la speranza per il domani. In fin dei conti con Monti non c’è nessuno strappo costituzionale. L’art. 49 della Costituzione non parla di obbligo dei partiti a governare, ma solo quello di “concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”.


Benito Fiori
Per il Gruppo di riflessione politica “Il frantoio”

 

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