Il messaggio di Natale del Vescovo: “Da Dio impariamo a essere uomini”
A pochi giorni dal Natale, il Vescovo di Cremona Dante Lafranconi invia il suo messaggio natalizio. All’interno la preoccupazione per la crisi economica e il decadimento morale e sociale, ma anche la speranza che deriva dalla rivelazione del “vero volto dell’uomo all’uomo”. Ecco il testo integrale del messaggio.
Carissimi,
viviamo un ennesimo Natale segnato non solo da una crisi economica preoccupante, ma anche da un grave decadimento morale e sociale. Potremmo abbandonarci, fatalmente, a uno sterile lamento oppure delegare completamente la soluzione dei problemi ad altri. Sono due opposti atteggiamenti da evitare perché spingono ad attendere passivamente la catastrofe o l’intervento risolutore. L’uscita dalla crisi invoca, invece, l’impegno di tutti.
Anzitutto occorre maggiore sobrietà: abbiamo vissuto per troppo tempo sopra le nostre possibilità e ora ci è chiesto il conto. Per il cristiano la sobrietà è anche stile di vita illuminato dalla fede: lo spiega bene Gesù tentato nel deserto: «Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4, 4). Impegniamoci, nei prossimi giorni, a essere parchi nei consumi, non solo perché mossi dalla contingenza, ma soprattutto perché spinti a esaudire quel profondo desiderio di essenzialità e verità che alberga da sempre nel cuore.
In secondo luogo occorre rimettere al centro dell’attenzione il “bene comune”. Troppi, finora, hanno coltivato il proprio “orticello”: è invalsa l’abitudine – sia a livello personale che di categoria – di rivendicare solo diritti, accollandosi pochi doveri. Anche se è indubbio che chi ha di più deve contribuire di più, ciascuno però offra il proprio apporto in termini di impegno e sacrifici! E come cristiani ribadiamo che l’evasione fiscale, oltre che un reato contro la collettività, è un peccato grave del quale Dio chiederà conto. C’è bisogno di una rivoluzione morale che attraversi tutti gli strati sociali, che detti regole chiare, ma soprattutto che trasformi i cuori. Da questo punto di vista spetta agli adulti un importante compito educativo.
Infine è necessario un vero spirito di solidarietà. La crisi ha messo in ginocchio i più fragili: non possiamo lasciarli indietro, sono parte di noi! Confidiamo nelle istituzioni affinché promuovano politiche sociali finalmente risolutive, ma nello stesso tempo sosteniamo tutte le iniziative di volontariato e carità – soprattutto il fondo di solidarietà della Caritas – che offrono una boccata d’ossigeno ai più bisognosi. E d’ora in poi l’ansia del profitto non calpesti più la dignità della persona.
Il Natale ci ricorda che l’umanità non può fare a meno di Dio! Egli si è incarnato per rivelare il vero volto dell’uomo all’uomo, per ricondurlo al bene e al vero, per mostrargli la strada dell’autentica libertà. La storia insegna che ogni volta che si è allontanato da Dio l’uomo ha prodotto solo violenze, disuguaglianze, sopraffazioni ed egoismi. Non cadiamo ancora nell’inganno di sentirci onnipotenti: senza un chiaro riferimento a Lui e alla sua Parola, senza la sua voce che nell’intimo della coscienza ci svela ciò che è bene e ciò che è male, proveremo solo smarrimento e angoscia. Accogliamo, dunque, Dio che si fa carne con spirito di fede, con gioia, ma soprattutto con umiltà: da lui vogliamo nuovamente imparare a essere uomini!
A tutti, ma in special modo ai malati, ai carcerati, ai disoccupati, ai poveri, agli immigrati, l’augurio di un Natale di pace e di serenità.
+ Dante, vescovo