L’appello di don Pezzetti alle famiglie cremonesi: «Al pranzo di Natale invitate due profughi fuggiti dalla Libia»
Pranzo di Natale ospitando i profughi fuggiti dalla Libia presenti da diversi mesi in diocesi. La proposta, che fa eco a quella lanciata a Pasqua dal vescovo Lafranconi, arriva dal direttore di Caritas Cremonese, don Antonio Pezzetti. «Desideriamo riproporre – spiega il sacerdote – l’iniziativa di invitare, per il pranzo del giorno di Natale, questi profughi, che si stanno dimostrando persone davvero eccezionali in termini di impegno e di inserimento sociale. Chi desidera dare la propria disponibilità a questa iniziativa di carità deve contattare la Caritas o la Casa dell’Accoglienza. Date le difficoltà a esprimersi in italiano occorre invitarne almeno due per famiglia».
Natale speciale anche presso la Casa dell’Accoglienza di Cremona. La sera del 24 dicembre, al tradizionale cenone con tutti gli ospiti (circa un centinaio) saranno invitati anche i volontari che settimanalmente offrono un po’ del proprio tempo in mensa per la distribuzione dei pasti. «Si tratta di giovani ma anche nuclei familiari – precisa don Pezzetti – che, soprattutto alla domenica, dedicano il loro tempo ai più bisognosi. Provengono da diverse parrocchie del cremonese e anche della Bergamasca, ma non li cito tutti perchè correrei il rischio di dimenticare qualcuno». La serata si concluderà con la Messa di mezzanotte celebrata nella cappella della struttura d’accoglienza.
Nel pomeriggio del 25 dicembre ci sarà un momento di festa con tanto di tombolata. Anche in questo caso l’iniziativa è aperta a quanti, nel corso di questi mesi, si sono prodigati per l’accoglienza e il reinserimento sociale dei 115 profughi fuggiti dalla Libia sconvolta dalla guerra civile.
Attualmente sono 70 i profughi ospitati a Cremona nella struttura di viale Trento e Trieste, a cui sono da aggiungere altre 45 presenze suddivise tra comunità e parrocchie. Tutte persone che hanno destato interesse e ammirazione per la loro voglia di fare e per il desiderio di inserirsi nel tessuto cittadino. Attualmente stanno seguendo lezioni di italiano, svolgono attività di volontariato, frequentano corsi di formazione, grazie alla sinergia fra le diverse istituzioni civili, si sono offerti anche per la raccolta delle foglie sulle strade di Cremona.
Il Natale sarà poi celebrato anche nelle altre strutture della Caritas Cremonese. «Ogni comunità – precisa don Antonio Pezzetti – gestirà le feste natalizie autonomamente, come se fosse una piccola famiglia». Le cinque opere segno della Caritas diocesana sono: la Fattoria della Carità a Cortetano, che mira ad avviare al lavoro minori stranieri non accompagnati; la comunità Giovanni Paolo II di San Savino per il reinserimento di ex detenuti; la Casa della Speranza di Borgo Loreto, a Cremona, che accoglie persone sieropositive; la Comunità Lidia, a Cremona, per ragazze in difficoltà; la Comunità S. Francesco, a Marzalengo, per giovani donne con problemi di dipendenza.