Cronaca

Utilizzato solo per un terzo della sua capienza: perché Comune e Aem si ostinano con l’operazione Massarotti?

Sono un centinaio le auto che ogni giorno sostano nell’autosilo Massarotti. Cento auto a fronte di 360 posti disponibili nella struttura a nove piani (3 dei quali interrati). Decisamente poco per ritenere il parcheggio strategico per la città. Dovrà lavorare parecchio l’Aem, che quel parcheggio acquisterà su indicazione della giunta comunale.
L’autosilo è attualmente di proprietà di Cremona Parcheggi srl, controllata interamente da Final Spa, ed è gestito da Apcoa Parking Spa. La concessione con Apcoa, come noto, scade a fine anno e il Comune non ha intenzione di rinnovarla proprio in vista dell’acquisto da parte di Aem ad un prezzo di circa 3 milioni di euro.
I posti auto in struttura sono complessivamente 360, disposti su nove piani. La tariffa èper la sosta è di 0,09 euro l’ora.
Quanto all’utilizzo, dai dati forniti dal gestore ai consiglieri comunali (ieri dell’argomento si doveva discutere in commissione Ambiente, ma il tema è stato rinviato) circa gli introiti maturati nel 2011 è deducibile quantificare un tasso di occupazione di circa 100 vetture al giorno”.
Sempre dalla relazione fornita ai consiglieri della commissione Ambiente altri dati interessanti riguardo l’utilizzo dell’autosilo. Gli abbonamenti per la sosta, ad esempio, hanno oscillato tra un minimo di 103 al trimestre tra il 2010 e il 2011 e un massimo di 151. Tra il 2010 e il 2011, in altre parole, si è avuta una media di 125 abbonamenti per la sosta al trimestre.
Tra il primo gennaio 2010 e il 31 dicembre 2010 il tasso di occupazione del parcheggio è stato del 27,32% (il dato è riferito alle 24 ore). Tra il primo gennaio 2011 e il 31 maggio 2011 il tasso di ocupazione del parcheggio (sempre riferito alla sosta sulle 24 ore) è stato del 28,17%.
Nel marzo 2011 si è avuta una variazione delle tariffe di abbonamento, passate da 33 a 60 euro per l’abbonamento ordinario e da 33 a 37 euro per l’abbonamento in convenzione. Da quella data il tasso di occupazione del parcheggio è ulteriormente sceso. Nell’aprile del 2011 è stato pari al 21,23%. Nel maggio del 2011 è stato del 24,10%.

Il parcheggio di via Massarotti

LA VICENDA – Il parcheggio coperto Massarotti, cioè un fallimento annunciato. Ma nonostante questo l’Aem e il Comune in queste ore insistono: dobbiamo averlo ad ogni costo. Perchè, cosa c’è sotto? Il prossimo 28 febbraio compirà 17 anni di vita. Una vita tribolata, sempre sul filo, dimenticato da tutti. Secondo qualcuno porta un po’ anche jella:  la sua realizzazione è stato un buco tremendo che ha portato al fallimento della Sga di Gianni Gori e Giorgio Vincenzi. Stimolati dal sindaco Renzo Zaffanella e con la  possibilità che il Comune avesse qualche miliardo dalla famosa legge Tognoli per i parcheggi coperti, i due imprenditori hanno rilevato l’ex biscottificio Baresi e hanno costruito il parcheggio coperto.
Fin dalle prime trivellazioni l’area si è rivelata ad alto rischio: falda altissima, centinaia di anfore romane usate come drenanti con scavi archeologici che hanno ritardato i lavori di mesi, pompe idrauliche in azione giorno e notte e  tonnellate di cemento per aver ragione dell’acqua che continuava a riaffiorare. Il parcheggio non è ancora finito che, sfumata la possibilità di venderlo al Comune, si sigla una convenzione di un anno a titolo di prova tra Aem e Sga per la gestione. Gli eventuali utili dovevano andare per l’80% alla Sga e per il 20% all’Aem.
Ipotesi solo sulla carta perchè non ci sono utili ma solo altissimi costi. Il parcheggio non funziona. La Sga ha gravi difficoltà economiche e  solo un mese dopo l’inaugurazione (febbraio 1995) tenta già di vendere il parcheggio all’Aem. Giuseppe Tiranti, allora presidente, nicchia. L’amministrazione Garini trova una soluzione di compromesso: si permette di trasformare il pianterreno del grande immobile verso via Massarotti destinandolo ad attività commerciali e l’Aem (22 gennaio 1996) ha così per quattro anni rinnovabili il comodato gratuito del parcheggio. E’ un clamoroso buco per l’Aem (una decina la media delle auto in sosta), tanto è vero  che già nel marzo 1998 decide di non gestire più il parcheggio: con il ricavato neppure pagava il personale di custodia del Massarotti. L’autosilo chiude i battenti. Torna di attualità nel settembre 1999 quando il sindaco Paolo Bodini chiede all’Aem di acquistarlo.
L’Azienda è perplessa: i partiti di maggioranza sono divisi. La Quercia è per l’operazione, Cremona futura, prodiani, Verdi per il no. La richiesta del Monte dei Paschi di Siena, diventato proprietario con il fallimento della Sga, viene considerata fuori mercato dall’Aem: 9 miliardi di lire. Infatti uno studio milanese aveva stimato il valore del parcheggio 750 milioni. Un abisso con l’offerta.
La trattativa prosegue e il Monte dei Paschi scende a 2 miliardi e 200 milioni, prezzo stimato da uno studio tecnico. Il Comune tentenna e l’acquisto viene effettuato dalla ditta “Cremona parcheggi”, un mix di imprenditori cremonesi e mantovani che si avvale di un leasing con lo stesso Monte dei Paschi. Il resto è cosa più recente: l’affidamento della gestione ad Apcoa per dieci anni che scadono proprio tra venti giorni. A fine anno le saracinesche chiuderanno l’accesso al parcheggio. Così l’Aem torna a farsi viva con una proposta di acquisto di tre milioni di euro (6 miliardi di lire): molto di più di quanto concordato dieci anni fa. Perchè?

 

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