Cronaca

“Dati falsi a Cappella Cantone? Pronto a revocare l’autorizzazione. Sto seduto su una bomba” Intervista all’assessore regionale Belotti E il gip nega i domiciliari a Nicoli Cristiani

– Nella foto, Belotti e l’ex cava di Cappella Cantone


Locatelli, l'imprenditore arrestato per corruzione e traffico illecito di rifiuti

“La discarica di amianto di Cappella Cantone? Se i dati sono stati falsati, pronto a revocare l’autorizzazione”. E’ Daniele Belotti, leghista bergamasco e assessore regionale al Territorio e ai Rifiuti, a rilasciare questa dichiarazione al quotidiano online Bergamonews nel corso di una intervista nella quale racconta di come si sia sentito pugnalato alle spalle dal comportamento di dirigenti e politici sulla vicenda. “E’ stata pagata una tangente su una autorizzazione del mio assessorato. Ormai c’è da guardarsi le spalle su tutto. Non ho mai incontrato Locatelli”. L’intervista dà l’esatta dimensione del clima che si respira in queste ore in Regione Lombardia al di là delle dichiarazioni distensive di Formigoni di due giorni fa. “Sto seduto su una mina innescata”, ha dichiarato.

Ecco l’intervista integrale all’assessore Belotti.

Cosa ha pensato quando ha avuto la notizia del suo arresto e di Nicoli Cristiani? “E’ ovvio che c’è stata un’incazzatura che persiste ancora adesso, perché l’autorizzazione alla discarica di Cappella Cantone (Cremona), sulla quale c’è l’accusa di tangente, l’ha rilasciata il mio assessorato. Ed è un impianto per il quale sulla stampa di Cremona, ci ho messo la faccia, a difesa dell’impianto e dell’autorizzazione rilasciata. Il motivo è semplice: noi dobbiamo per legge attivare discare per smaltire l’amianto, entro la fine del 2015. Ed è un obbligo anche morale, di responsabilità, per tutelare la salute dei cittadini. Mi sono esposto, ci ho messo la faccia, cercando di fare tutto con la massima correttezza…”

E una mattina ha saputo che su quell’iter autorizzativo si incassava una mazzetta. “C’è coinvolto un dirigente dell’Arpa. Ora sto cercando di capire se la perizia dell’Arpa su Cappella Cantone, è vera o falsa. E’ una perizia legata alla falda acquifera: se si rivelerà falsa sarò io il primo a rivedere tutte le autorizzazioni concesse”.

Certo non è il massimo esporsi e scoprire che un componente della sua maggioranza tramava alle sue spalle, è andata così? “Sembra proprio di sì, su questo punto sono ancora arrabbiato e mi sento pugnalato alle spalle, da soggetti che ho a fianco nelle istituzioni e sembrano coinvolti in un giro di corruzione”.

C’è poi un’opera tanto attesa, la Brebemi. Sapere che forse, sotto il tracciato dell’autostrada, finivano illecitamente grandi quantità di rifiuti non le sembra una circostanza quasi più grave della corruzione? “Ribadisco semplicemente che da parte mia c’è e ci sarà sempre la tolleranza zero verso coloro che, o per guadagni facili, o perchè legati alla criminalità organizzata, trafficano in modo illecito i rifiuti. Il danno ambientale è un danno per tutti. E’ un reato odioso”.

Chi gliel’ha fatto fare di prendersi un assessorato pesantissimo con delega ai Rifiuti? “Questa vicenda purtroppo fa emergere quello che avevo detto i primi giorni in cui avevo avuto questo incarico, da me non proprio voluto. Ho eseguito un ordine che mi è stato dato per quel posto, seduto sopra una mina innescata”.

Pieluca Locatelli non è un marziano. Aveva amicizie nel modo della politica, Lega, Pdl e non solo. Vuole far finta di nulla e dire che non lo conosceva? “Io posso tranquillamente dichiarare che nelle intercettazioni e nelle indagini approfondite dai carabinieri non figura alcun colloquio telefonico o altro tra me e Locatelli, quindi questo dimostra che di legami proprio non ce ne sono. Dispiace vedere che qualche giornalista che conosce bene la realtà abbia voluto citare il caso della piscina di Grumello di due o tre anni fa sapendo benissimo che quello non era un intervento per fare un favore al proprietario Locatelli, ma ci era stato sollecitato dalle centinaia di utenti della piscina, che era stata messa sotto sequestro prima di ferragosto su richiesta di un solo residente, per il troppo rumore”.

Su Bergamonews quel caso è stato citato, è un fatto. “Si, ma ripeto: era un sequestro, che sembrava davvero fuori luogo per la tempistica. Io e l’onorevole Stucchi ci siamo attivati per acquisire informazioni e per dare il diritto ai molti utenti di utilizzare quell’impianto di valenza pubblica”.

Che clima si respira in Regione, assessore? Piuttosto pesante. “Perché qui il problema è che anche comportandosi in modo assolutamente onesto capitano vicende che screditano tutti e screditano tutti anche in chiave futura. Ad ogni autorizzazione su ogni discarica, mi chiedo, ci sarà da guardarsi le spalle?”.

Da Formigoni si aspettava dichiarazioni più forti sul caso Nicoli? “No, anzi, mi ha sorpreso che con molta tranquillità e trasparenza abbia spiegato di un particolare contatto tra lui e Nicoli”.

 

NUOVI ORGANI AMMINISTRATIVI PER IL GRUPPO LOCATELLI: PIENA FIDUCIA NELLA MAGISTRATURA

Intanto il Gruppo Locatelli, coinvolto nell’inchiesta, ha annunciato oggi la ricostituzione di tutti gli organi amministrativi delle società controllate assicurando così la piena operatività della realtà che impiega circa 400 dipendenti e sviluppa un fatturato di oltre 60 milioni di euro. “In questa delicata fase il nostro impegno è rivolto ad assicurare la continuità aziendale, a tutelare una realtà storica che ha contributo con serietà a realizzare alcune delle più importanti opere infrastrutturali del paese e ad assicurare un futuro ai nostri 400 dipendenti”, ha dichiarato un portavoce del Gruppo Locatelli. “Esprimendo piena fiducia nell’operato della magistratura è per noi importante che le indagini in corso non compromettano la capacità del Gruppo di far fronte ai propri impegni contrattuali”.

Nicoli Cristiani

AGGIORNAMENTO – IL GIP NEGA I DOMICILIARI A NICOLI CRISTIANI

La richiesta per gli arresti domiciliari presentata dalla difesa di Franco Nicoli Cristiani è stata rigettata dal giudice per le indagini preliminari di Brescia Cesare Bonamartini. Il pericolo di reiterazione del reato sembra essere alla base della decisione del gip. Pare abbiano influito anche le parole dell’imprenditore Pierluca Locatelli (che nell’interrogatorio di garanzia davanti al giudice ha affermato che la tangente da 100mila euro per Nicoli Cristiani era solo una prima tranche) e la rete di contatti politici che il politico avrebbe mantenuto anche sei in carcere.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...