Cronaca

Pelucchi ha investito volontariamente il povero Gremmi Il Gip Salvini non crede alla versione dell’imprenditore bresciano

L’imprenditore bresciano Angelo Pelucchi resta ai domiciliari a Bassano Bresciano per ragioni di età (72 anni)ma il Gip di Cremona, Guido Salvini, non crede all’involontarietà nell’uccisione del pensionato Guido Gremmi di 76 anni. Infatti oggi è arrivata la decisione del magistrato cremonese che, su richiesta del Pm di rinnovazione della misura da parte del Pm, ha confermato gli arresti domiciliari per Pelucchi. Nell’ordinanza di sei pagine del giudice Salvini, vengono ripercorse tutte le fasi della vicenda e vengono citate  le dichiarazioni rese da Pelucchi ai carabinieri di Brescia quando l’imprenditore, braccato dalle forze dell’ordine, si costituì. “Solo dopo mi sono reso conto che lo avevo investito, ma ero preso dal panico e dalla paura e per quello mi sono allontanato. Non volevo assolutamente investirlo, ma solo tirarmi fuori da quella spiacevole situazione che mi spaventava”. “L’indagato – scrive il magistrato – prospetta una sorta di investimento involontario del quale si sarebbe reso conto solamente dopo essere ripartito ad alta velocità, ammettendo di aver udito un rumore, ma sostenendo di averlo riportato ad un urto accidentale con l’auto parcheggiata innanzi a lui”. Salvini mette poi confronto il racconto dell’indagato con quello del testimone oculare  Federico Santini, “le cui dichiarazioni – scrive il gip Salvini  – presentano un’affidabilità ben maggiore di quelle rese nell’ottica inevitabilmente difensiva dall’indagato, il quale non è credibile quando dice di essere salito sull’auto per il freddo, essendo chiaro che voleva andarsene prima dell’arrivo della polizia; o quando dice di essersi spaventato per timore che Gremmi alzasse le mani, poiché il Gremmi nulla voleva se non che egli attendesse l’arrivo della polizia per contestargli l’abusiva occupazione dello stallo”.  “Pelucchi – scrive ancora Salvini – raggiunge vette di inverosimiglianza allorché sostiene di aver equivocato sulla provenienza del rumore avvertito nella brusca ripartenza, quasi che il Gremmi, che stava fino ad un attimo prima sbattendo i pugni sulla parte anteriore del cofano, si fosse volatilizzato. Il diverbio avuto con Gremmi, che a pieno titolo gli rinfacciava di avere occupato abusivamente lo stallo della compagna disabile, la ferma volontà di allontanarsi a qualunque costo da quella situazione,  ignorando le intimazioni a non ripartire, la posizione anteriore del Gremmi in piedi innanzi al cofano anteriore ben visibile al Pelucchi, le modalità rabbiose della ripartenza (descritta da tutti a fortissima velocità), la distanza della vittima dall’auto e la mancanza di protezioni della stessa, sono tutti altrettanti indici sintomatici che ben disegnano la direzione teleologica della volontà dell’agente verso la morte della vittima”. Nell’ordinanza si legge poi: “la volontà di porre in essere atti diretti solamente a percuotere o a ledere l’integrità fisica e l’incolumità del Gremmi, tipica della figura delittuosa preterintenzionale, sarebbe stata al contrario armonica rispetto ad una ripartenza avvenuta gradualmente o con andamento a singhiozzo e in ipotesi accompagnata da colpi di clacson, tutti elementi che avrebbero escluso una volontà omicida”.

“Il quadro di responsabilità emerge con chiarezza dall’azione violenta, dall’entità delle lesioni e dall’assoluta inverosimiglianza della tesi di Pelucchi secondo la quale egli non si sarebbe accorto di avere Gremmi dinnanzi al proprio automezzo – prosegue Salvini – e addirittura non si sarebbe accorto di averlo investito”. Ma il giudice ritiene poi che non risulta che Pelucchi “prima di occupare un posto riservato ad un invalido, tra l’altro per un lungo periodo di tempo, abbia nemmeno cercato un parcheggio a pagamento, e nell’interrogatorio dinnanzi al gip ha manifestato un disinteresse di fondo verso le regole di convivenza e verso le esigenze altrui”. Per il magistrato l’aspetto più grave è poi che l’investitore si sia dato alla fuga, modalità che certo va al di là del semplice scatto d’ira all’origine della sua manovra pericolosissima. Il giudice precisa poi che Pelucchi  ha evitato il carcere solo perché ultrasettantenne.

 

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