Pizzetti: “Ora la Provincia esca dalla colpevole ambiguità” Non si ferma l’ondata di commenti sulle tangenti in Regione
Non si ferma l’ondata di commenti dal mondo politico e dei comitati alla notizia degli arresti per le tangenti pagate in Regione per i cantieri Brebemi e per la discarica a Cappella Cantone. Li riportiamo qui di seguito, aggiungendo l’ultimo arrivato in ordine cronologico, l’intervento del parlamentare del Pd, Luciano Pizzetti. Dal deputato, un fermo richiamo alla Provincia di Cremona, invitata ad “uscire dall’ambiguità” sulla questione discarica.
LUCIANO PIZZETTI – L’indagine della Procura di Brescia porta allo scoperto i sospetti che avevamo per tempo denunciati. Ovviamente vale la presunzione d’innocenza, resta però il fatto che la pervicace determinazione con cui Regione Lombardia ha voluto procedere alla realizzazione della megadiscarica di amianto a Cappella Cantone, è gravissima e oggettivamente incomprensibile. Il sito non è naturalmente idoneo, la dimensione è abnorme, l’impatto negativo verso le attività produttive operanti in loco è rilevante.
Nessuna ragione porta a quel sito, se non il particolarissimo e scandaloso affare privato. L’avevamo intuito, ora è accertato: quell’affare poggia su basi putride che nulla hanno a che vedere con l’interesse generale territoriale. Anche alla luce dei nuovi fatti contestati, con conseguente sequestro del sito da parte dell’Autorità Giudiziaria, torniamo a chiedere con insistenza al Presidente della Provincia di pretendere dalla Giunta regionale almeno la sospensione dell’autorizzazione concessa a Cavenord nel giorno delle mazzette e di ricorrere al TAR contro la realizzazione della megadiscarica. L’affermazione dell’interesse generale non può essere compito della sola Impresa Lameri, la quale tutela giustamente in primo luogo sé medesima, bensì della principale Istituzione territoriale. La Provincia esca dal compiacente letargo e dimostri che, nel mentre si fa maldestramente e illegalmente scempio del territorio, essa non guarda colpevolmente da un’altra parte. Altrettanto faccia il Comune di Cappella Cantone. Il blocco dell’autorizzazione e il ricorso al TAR sono atti dovuti, oggi ancor più di ieri.
Dopo quello di Pizzetti, ecco il commento di Agostino Alloni, consigliere regionale per il Pd.
AGOSTINO ALLONI – La discarica di amianto a Cappella Cantone si poteva e doveva evitare, ma per realizzarla sono state compiute diverse forzature contro gli interessi del territorio e dei suoi cittadini. Evidentissima quella compiuta dalla Regione nel 2009, quando nominò il nuovo presidente della Provincia commissario ad acta per cambiare il regolamento e permettere ciò che il presidente Torchio non aveva permesso. Sempre una forzatura era la pretesa di realizzare una discarica ‘galleggiante’ sulla falda, senza le necessarie garanzie dal punto di vista della sicurezza ambientale e della salute dei cittadini – prosegue Alloni –. La mozione che avevo presentato in Consiglio regionale lo scorso 18 ottobre aveva il chiaro intento di trovare, in zona Cesarini, una soluzione alternativa. La ditta si è opposta, comunicando la propria posizione addirittura con una conferenza stampa. Evidentemente aveva garanzie da vendere! Esprimo rammarico per la vicenda che dimostra come la politica, almeno quella di oggi, non riesca a trovare al proprio interno gli anticorpi necessari per combattere la malattia. In soccorso arriva ancora una volta la magistratura che, come il chirurgo, in ultima istanza, è costretta a intervenire con rimedi drastici che lasciano sempre segni indelebili.
GIUSEPPE TORCHIO – Dopo la svolta di oggi, con gli arresti e i sequestri condotti dai Carabinieri di Brescia, posso – finalmente e fieramente – confermare, come già dichiarato a più riprese e ripreso da alcuni organi di stampa, di aver collaborato da circa due anni con la Direzione Distrettuale Antimafia e con la Procura bresciana, ricercando e consegnando ogni documento riguardante il losco affare della discarica di amianto a Cappella Cantone. Avevamo visto giusto: d’altronde, non occorreva un intuito speciale per capire che quell’operazione affondava nel torbido. Viene così premiata una battaglia ormai “storica” per il nostro territorio: laddove il nuovo corso politico cremonese non ha voluto o saputo arrivare, grazie alla Magistratura e alle Forze dell’ordine emerge la trasparenza adamantina che per anni ha caratterizzato la nostra azione politica. Speriamo che l’apposizione dei sigilli di sequestro sull’area della cava di Retorto metta definitivamente fine ad uno dei capitoli più vergognosi della vita amministrativa locale.
Non possiamo non ricordare che le nostre azioni e le nostre scelte, sulla questione amianto, sono sempre state orgogliosamente opposte a quelle della Regione, con tanto di manifestazione (marzo 2009) ai piedi del Pirellone insieme a moltissimi Sindaci.
Inoltre, dobbiamo ricordare che da quasi due anni avevamo segnalato, con documenti ufficiali portati all’attenzione del Consiglio provinciale, il rischio di infiltrazioni della ‘ndrangheta o di altre forme di malaffare nelle operazioni di Cappella Cantone e di Caravaggio. Quei documenti, che la Procura di Brescia ha tenuto in seria considerazione, furono quasi sbertucciati dal Consiglio, dove non si verificarono le condizioni per la loro approvazione.
Nella seduta odierna della conferenza dei capigruppo la Lista Torchio chiederà di inserire al primo punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Provinciale l’informativa su Cappella Cantone dopo il rifiuto di costituzione dinanzi al Tar opposto dalla Giunta.
CITTADINI CONTRO L’AMIANTO – Verità e giustizia, questo chiedevamo, questo abbiamo ottenuto. La nostra tenacia e la nostra determinazione hanno vinto. Ricordiamo che domani 1 dicembre a Cremona presso il CISVOL via S. Bernardo, 2 alle ore 17.30 faremo una conferenza stampa in cui oltre a presentare l’iniziativa del 20 dicembre a Bruxelles affronteremo in modo più approfondito alcuni aspetti di queste ultime vicende.
Abbiamo sempre denunciato l’intreccio tra malaffare e politica nella nostra battaglia contro la discarica in questi quattro anni, lo abbiamo sostenuto nell’esposto che abbiamo presentato alla Procura di Cremona nel 2009, lo abbiamo ribadito agli inquirenti che ci hanno ascoltato e con cui abbiamo collaborato.
Non ci siamo mai rassegnati, abbiamo continuato a combattere con ogni mezzo e ora abbiamo raggiunto un importante risultato nonostante che avevamo come avversari non solo i pochi favorevoli alla discarica, ma anche coloro i quali diffondevano a piene mani, fino a ieri, rassegnazione e sfiducia per rendere ininfluente la nostra battaglia, oltre all’assessore regionale alla partita, Daniele Belotti (Lega), che voleva tapparci la bocca con una querela per diffamazione, perché avevamo denunciato pericoli di infiltrazione della n’drangheta.
Noi vogliamo che lo smaltimento dell’amianto sia pianificato e programmato insieme ai cittadini delle aree interessate e che non sia più fonte di profitti più o meno leciti. Questo sarà possibile solo quando avremo la garanzia che i controlli ambientali non siano più fatti dall’ARPA che è un’emanazione diretta della giunta della Regione Lombardia, ma da un organismo terzo, indipendente dai partiti.
Le nostre posizioni saranno ribadite a Bruxelles il prossimo 20 dicembre quando presenteremo la nostra petizione al Parlamento Europeo in occasione della consegna delle migliaia di firme che abbiamo raccolto in questo ultimo mese contro la discarica di amianto di Cappella Cantone (CR).
VIRGILIO E PILONI (PD) – La notizia dell’arresto del vice presidente della Regione Lombardia su presunte tangenti circa la discarica aggiungono ulteriori e gravi preoccupazioni circa la gestione di questa vicenda, anche a livello provinciale. Vista la gravità dei fatti, riteniamo sia opportuno che il presidente Salini aggiorni immediatamente il Consiglio Provinciale rispetto agli sviluppi di questa vicenda. Riteniamo inoltre opportuno che la Giunta provinciale si mobiliti come mai non ha fatto prima affinché la Regione ritiri l’autorizzazione della discarica di Retorto.
SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA’ – Sinistra Ecologia Libertà esprime il proprio sconcerto per i numerosi arresti tra i quali quello del vicepresidente della Regione Lombardia Franco Nicoli Cristiani in merito ad un giro di tangenti attorno agli appalti dei cantieri della BreBeMi e della discarica di Cappella Cantone. L’ulteriore accusa di traffico illecito di rifiuti pericolosi fa gravare inquietanti retroscena sull’iter autorizzativo della discarica di amianto di Cavenord dell’imprenditore Pierluca Locatelli, tra gli arrestati, prevista nella nostra provincia e che sarebbe dovuta entrare in funzione a marzo 2012. Le critiche fatte sia dai comitati di cittadini che dalle forze politiche come la nostra contrarie alla costruzione della discarica, sulle modalità tutt’altro che trasparenti di conduzione di tutte le fasi che hanno portato all’autorizzazione del sito di smaltimento dell’amianto da parte delle istituzioni competenti, stanno assumendo una drammatica concretezza con possibili ripercussioni anche sulla credibilità delle istituzioni politiche provinciali guidate dalle stesse forze politiche di Centrodestra che governano la Regione Lombardia.
Un ulteriore motivo di sconcerto e in questo caso di viva preoccupazione vi è nell’apprendere che tra gli arrestati figura perfino un alto dirigente dell’ARPA della Lombardia, la società che deve vigilare sul rispetto dell’ambiente e quindi sulla tutela della salute dei cittadini in ogni opera ed attività svolta nella nostra regione, è legittimo chiedersi se le malversazioni siano avvenute solo intorno alla discarica di Cappella Cantone o se la cosa si estende anche ad altre attività in tutta la Regione, mettendo a repentaglio la salute dei cittadini.
GIOVANNI BIONDI (API) – Per fortuna il tempo è galantuomo: mi sono speso per anni a difesa del territorio senza esclusione di colpi e oggi arrivano notizie che confermano i nostri sospetti e avvalorano la nostra battaglia. Non c’è altro tempo da perdere. Bisogna che le istituzioni locali, compatte più che mai e come avrebbero sempre dovuto fare, chiedano alla Regione l’immediato annullamento dell’autorizzazione per la realizzazione della discarica. Io mi prodigherò in Consiglio Provinciale affinchè ciò avvenga. Speriamo che quello che abbiamo scoperto in queste ultime ore chiuda definitivamente quella che io da sempre considero una fra le pagine più buie della storia della nostra provincia. Dispiace solo che ci pensa la Magistratura dove non è arrivata la politica, anche quella locale.
FEDERAZIONE DELLA SINISTRA – La Regione Lombardia deve immediatamente revocare il nulla osta recentemente accordato alla realizzazione della discarica di amianto di Cappella Cantone. Di questa inderogabile richiesta devono subito farsi portatrici anche le istituzioni locali ad iniziare dall’Amministrazione provinciale che ha sempre supinamente accettato le scelte e gli indirizzi regionali in materia.
I fatti che emergono in queste ore, infatti, ci dicono in modo drammatico che la discarica di Cappella Cantone sarebbe al centro di una terribile trama criminale consistente in corruzione, in illeciti profitti lucrati sulla pelle dei cittadini, sul danno alla loro salute, sulla devastazione del territorio. Protagonisti di questa nuova, spaventosa “tangentopoli lombarda” sarebbero fra gli altri: il Vicepresidente del consiglio regionale della Lombardia ( di centrodestra, già assessore all’ambiente!) arrestato quale presunto recettore di consistenti tangenti; Locatelli il re delle cave lombarde, che i cremonesi conoscono come sostenitore e realizzatore della discarica di Cappella Cantone, arrestato per corruzione. L’azione criminale avrebbe interessato oltre alla discarica di Cappella, la realizzazione dell’autostrada Milano, Brescia, Bergamo (Brebemi) ed altri siti per la discarica di rifiuti nocivi. Il sito della discarica di Cappella Cantone è stato posto sotto sequestro. Quella discarica non deve aprire mai più. I fatti di oggi ci dicono che avevano ragione e che hanno vinto quei cittadini, quelle forze sociali e politiche che alla sua realizzazione si sono sempre opposti con una lotta lunga, forte, coerente. Non deve aprire mai più per la salvaguardia dell’ambiente e per la tutela della salute di tutti e, oggi, anche per un’altra fondamentale ragione: per estirpare dalla nostra società la metastasi della corruzione, per riaffermare il principio costituzionale secondo cui nella nostra società può avere spazio solo la buona politica, quella al servizio dei cittadini; mentre deve essere espulsa quella della corruzione criminale, del profitto lucrato ai danni e contro gli interessi dell’intera collettività.
Piergiorgio Bergonzi (Federazione della Sinistra-Cremona), Giampaolo Dusi (Consigliere provinciale), Antonio Miglio (Rifondazione Comunista), Pierangelo Ongari (PdCI), Giancarlo Roseghini (Rifondazione Comunista)
© RIPRODUZIONE RISERVATA