Stoppato il blitz di Salini: i sindaci rinviano la decisione sulla privatizzazione dell’acqua
Rinviata a data da destinarsi la decisione sulla proposta di società mista (40% al privato) per la gestione del servizio idrico sul territorio cremonese. Il rinvio è stato deciso dall’assemblea dei sindaci riunita dalle 19 di oggi: al termine di un lungo dibattito, contrariamente alle previsioni, alle 21.15 si è deciso di sospendere tutto e convocare nuovamente l’assemblea. Decisivi, per quella che si può leggere come una sconfitta del presidente Salini e una temporanea, seconda vittoria del ‘popolo dei referendum’, i dubbi del sindaco di Soresina, Giuseppe Monfrini, e del Comune di Cremona, rappresentato dall’assessore Francesco Bordi.
A quanto hanno riferito alcuni sindaci, la partita sembrava chiusa a favore della proposta di Salini (in virtù del numero e del peso elettorale dei sindaci del centrodestra), quando il primo cittadino di Soresina ha rimesso tutto in gioco dicendosi pronto all’astensione. E se i comuni di Cremona e Crema si erano già detti favorevoli alla società mista, dopo la ‘variabile’ Soresina Bordi ha aperto al rinvio dell’assemblea.
La mancata decisione, evidentemente in attesa di approfondire ulteriormente il tema, è stata accolta con un boato dai manifestanti ancora presenti davanti alla sede dell’Avis di via Massarotti, dove si è svolta l’assemblea.
Tra i duecento e i trecento i manifestanti che hanno accolto l’appello alla mobilitazione (sebbene il numero sia sceso considerevolmente con il passare delle ore) e che dalle 18.30 si sono presentati davanti alla sede dell’Avis. Bandiere (compresa una dell’Anpi), slogan e cori: “Acqua pubblica”. La risposta del Comitato Acqua Pubblica, in occasione dell’assemblea dei sindaci di questa sera, c’è stata eccome. Presente anche una delegazione del comitato di Piacenza, così come tanti cittadini accomunati dalla protesta e dalla volontà di far rispettare l’esito dei referendum.
Il sit in davanti alla sede dell’Avis in via Massarotti, dove si è riunita l’assemblea dei sindaci, è cominciato alle 18.30. Imponente lo spiegamento delle forze dell’ordine, con polizia, carabinieri e polizia municipale. Verso le 19 ecco arrivare i primi sindaci del territorio. La protesta non ha mai travalicato i limiti di guardia, anche se a tratti la contestazione si è fatta aspra. In particolare quando si è avuta conferma della decisione di tenere l’assemblea a porte chiuse. Tra i primi a cercare una mediazione, il sindaco di Casalmaggiore, Claudio Silla, uscito tra i manifestanti con la proposta dei vertici dell’Ufficio d’Ambito: massimo una delegazione di cinque e senza possibilità di intervento.
Dure le rimostranze dei manifestati, che hanno seccamente rifiutato. “L’assemblea dell’Ato – ha detto l’ex assessore Celestina Villa – è pubblica per legge”. “Abbiamo il diritto di entrare – ha aggiunto al megafono un esponente del comitato -. Si sta compiendo un atto illegale tenendo fuori la cittadinanza. Domani faremo partire le denunce su questa cosa”.
“Stiamo qua ad assediarli”, ha fatto eco un altro.
All’interno della sala riunioni dell’Avis, più di cento sindaci: un record in fatto di assemblee dell’Ato (l’authority provinciale per l’acqua) e un segnale della delicatezza della partita in gioco.
Chiuse le porte, via all’assemblea e via alle proteste dei cittadini, che ad un certo punto hanno pacificamente occupato la carreggiata rallentando il transito delle auto. Di qui la decisione degli agenti di polizia municipale, che hanno bloccato il transito e deviato le auto dal tratto di via Massarotti che per circa duecento metri fronteggia la sede dell’Avis.
Presenti, tra i manifestanti, alcuni esponenti del centrosinistra, come il segretario del Pd, Titta Magnoli, il capogruppo Maura Ruggeri e il consigliere Annamaria Abbate, poi Giancarlo Schifano dell’Idv, Giorgio Bergonzi (federazione della sinistra), l’ex parlamentare Marco Pezzoni e il verde Juri Brocchieri.
Poco dopo le 21 la decisione del rinvio trapela e gli esponenti del comitato rimasti fino a quell’ora (qualcuno si anche è attrezzato acquistando nei locali della zona vino e pizza) esultano.
Inutile, dunque, l’accelerata impressa dall’Uffcio d’Ambito (emanazione della Provincia) e il blitz concretizzato nell’assemblea a porte chiuse: per il momento, per dirla con i comitati, la “privatizzazione” dell’acqua a Cremona è sospesa.
f.c.
© RIPRODUZIONE RISERVATA