Il pirata del Suv in carcere a Brescia «Ho avuto paura»
«Sono io quello che state cercando». Angelo Pelucchi si è presentato con queste parole ai carabinieri della caserma Masotti, sede del Comando Provinciale dell’Arma di Brescia. Ha posto così fine alla imponente caccia all’uomo scattata sabato sera dopo l’investimento e l’uccisione di Guido Gremmi, 76 anni dopo una lite per un posto auto. Pelucchi era accompagnato dagli avvocati Massimo Bonvicini e Michele Bontempi. L’imprenditore di Bassano Bresciano, fondatore della Pelma, era confuso, non riusciva a parlare. Ha bevuto un goccio d’acqua che gli hanno dato i carabinieri che lo hanno preso in consegna in caserma e poi ha cominciato a raccontare la sua versione dei fatti. «Non volevo investirlo, non sapevo che fosse morto», avrebbe detto, nelle prime dichiarazioni di ieri sera, aggiungendo: «l’ho saputo soltanto dai giornali e dai telegiornali». Nel pomeriggio di ieri, Pelucchi ha chiamato i suoi avvocati per togliersi quel peso che lo angosciava. Il consiglio dei legali: costituirsi. L’uomo si sentiva braccato. La Squadra Mobile cremonese del dirigente Sergio Lo Presti e la Polstrada di Cremona avevano istituito posti di blocco lungo strade e stavano controllando i tutor in autostrada per verificare eventuali passaggi. La bassa bresciana era già stata setacciata dai carabinieri per verificare le proprietà del Suv Audi segnalato dai testimoni. Pelucchi ha raccontato che si era recato a Cremona per partecipare alla Festa del Torrone. Difficoltà nel trovare il parcheggio in centro e poi quel parcheggio nel posto riservato ai disabili, per una toccata e fuga in centro a Cremona. Poi c’è stato l’incontro con Gremmi e la successiva discussione: «Ha iniziato ad urlare, ho avuto paura. Sono salito in auto e sono partito. Dovevo aver urtato qualcosa, ma non credevo d’aver ucciso qualcuno». Pelucchi alle 23.34 è stato portato a Canton Mombello. Il Suv nero è parcheggiato, sotto sequestro, nella caserma Masotti.
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