Dipendenti comunali, il gioco si fa duro: è stato di agitazione
Proclamazione dello stato di agitazione, tentativo di conciliazione in Prefettura, presidio in Comune con volantinaggio. E sullo sfondo lo spettro dello sciopero. Si inasprisce il braccio di ferro tra i dipendenti comunali e l’amministrazione. Lo stato di agitazione è stato proclamato oggi, all’unanimità, dal personale del Comune al termine di due partecipate assemblee (nel pomeriggio ne seguirà una terza).
Il nodo è sempre il fondo produttività, di fatto gli incentivi per i dipendenti: 190mila euro per 700 lavoratori. Ma, come è emerso chiaramente nel corso delle assemblee di questa mattina, il fondo non è che la punta dell’iceberg di un malessere generalizzato, di una difficoltà sempre crescente nel dialogo tra i lavoratori, le parti sociali e l’amministrazione comunale.
Circa sessanta i dipendenti che hanno preso parte alla prima riunione; una cinquantina quelli che hanno partecipato alla seconda, dalle 11 alle 13 in Sala Quadri.
L’ASSEMBLEA – Ha introdotto Giorgio Salami, Rsu del Comune. “La rottura delle relazioni – ha detto – è una cosa inedita -, personalmente non l’avevo mai vissuta. Con questa amministrazione abbiamo sempre avuto grosse difficoltà. Il comportamento di questa amministrazione non poteva che portare a questa conseguenza (la rottura delle relazioni; ndr)”.
Dal versante locale a quello nazionale, la critica dei sindacati del pubblico impiego è aspra. “Questo governo – così Salami – ha scientificamente smantellato l’idea del pubblico in questo Paese. Le manovre di Brunetta contro il pubblico impiego sono state devastanti: ci hanno, un po’ alla volta, messi col sedere per terra”. Ora, ha aggiunto, tra i dipendenti aleggia “una sensazione di dismissione, sembra di essere un peso per la collettività”.
Critiche non sono mancate all’anello intermedio tra la politica (gli amministratori) e i dipendenti: “La dirigenza – ha polemizzato il rappresentante sindacale – è assoggettata al politico, lavora per la sua immagine. Chiedo all’assessore Ceraso: la meritocrazia di cui parla dove sta?”.
Ancora: “Non capisco perché chi arriva qui senza esperienze possa permettersi di stravolgere senza chiedere ai dipendenti. Sarebbe il caso di informarsi su quali sono i punti sui quali intervenire per migliorare la produttività”.
Sensazione, quella di isolamento tratteggiata da Salami, condivisa da Carmelo Morabito, lui pure Rsu del Comune. “Veniamo convocati per le trattative all’ultimo minuto – ha lamentato -. Questo è un meccanismo che subiamo da tempo: non ne possiamo più”. Esempio lampante di assenza di confronto, ha osservato Morabito, è la trattativa sul fondo incentivi. Con l’aggravante che per i dipendenti il fondo è calato di oltre 400mila euro dal 2008 al 2011, mentre quello per i dirigenti è rimasto inalterato a fronte di una leggera riduzione (un dirigente in meno) dei beneficiari.
Sintetico ma efficace Vincenzo Cavallo della Cisl: “Da quando si sono insediati riceviamo solo informative, nessun confronto. Le decisioni le prende solo la giunta, non hanno mai parlato con noi. L’amministrazione se ne frega anche di quello che dice Brunetta”.
Di qui un appello all’unità dei lavoratori in vista delle “azioni forti” che i sindacati hanno proposto: stato di agitazione che automaticamente porterà ad un tentativo di conciliazione davanti al Prefetto. In caso di fallimento del tentativo, ha avvertito Cesare Leoni della Cgil, “andremo avanti con le iniziative”, a partire dal presidio di mercoledì con volantinaggio in cortile Federico II.
“La situazione – ha fatto eco Mario Penci della Uil – è veramente preoccupante. Avremmo potuto dichiarare subito lo sciopero, ma vogliamo seguire la procedura. L’amministrazione nell’ultimo anno ci sta snobbando, per questo siamo arrivati alla rottura”.
Pochi gli interventi dei dipendenti. “Non c’è la possibilità di denunciarli al Tar?”, ha proposto una donna. “Denunciamo quanto sprecano a nostre spese – ha fatto eco un altro lavoratore -. Il cittadino deve sapere che non siamo dei lavativi. Vogliono rifare via Dante un’altra volta: questi sono gli sprechi”.
Chiosa di Vincenzo Cavallo: “Se i dirigenti raggiungono il loro livello di stipendio è grazie al lavoro dei dipendenti, non dimentichiamolo”.
Al termine, approvazione all’unanimità delle proposte del sindacato e via libera allo stato di agitazione del personale.
Federico Centenari
© RIPRODUZIONE RISERVATA