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Torna sul palco il violino di Henry Ford, Un Bergonzi suonato da Nordio

Cosa accomuna Henry Ford, fondatore dell’omonima casa automobilistica, e Domenico Nordio, autorevole protagonista del concertismo internazionale? Un violino, costruito a Cremona da Carlo Bergonzi tra il 1738 ed il 1742. Il grande industriale, musicista dilettante ma assai appassionato, lo acquistò nel 1925 insieme ad altri capolavori di scuola cremonese; il solista, invece, tornerà eccezionalmente a suonarlo in pubblico domenica 13 novembre, alle 11, nella Sala San Domenico del Museo Civico di Cremona, dove è esposto dallo scorso dicembre, prestato dall’Henry Ford Museum a Dearborn, Michigan, nell’ambito del progetto “friends of Stradivari”, il network internazionale promosso dalla Fondazione Stradivari tra quanti collezionano, suonano, studiano o semplicemente amano i capolavori dei grandi Maestri liutai cremonesi.

Carlo Bergonzi è infatti l’ultimo dei grandi costruttori cittadini. Probabilmente allievo di Vincenzo Rugeri, può essere considerato l’“erede” di Antonio Stradivari: dopo una collaborazione probabilmente piuttosto lunga, nel 1745, rilevò la bottega, gli esemplari incompleti o invenduti, le forme, i modelli, gli attrezzi.

I suoi strumenti sono rarissimi: solo 47 sono giunti sino a noi. Hanno accompagnato solisti famosi  da Kreisler a Thibaud, da Mischa Piastro a Paganini ed oggi appartengono in buona parte a collezioni private, quindi non sono normalmente accessibili al pubblico. La possibilità di ammirare direttamente il lavoro dell’ultimo Maestro della grande tradizione e apprezzarne il suono cremonese è pertanto un evento pressoché unico.

La ricerca della miglior resa timbrica possibile caratterizzò tutta la carriera di Bergonzi. Proprio l’inesausta sperimentazione di nuove soluzioni costruttive lo avvicina al lavoro di Giuseppe Guarneri “del Gesù”. Proprio per indagare analogie e differenze nell’opera dei due liutai la Fondazione Stradivari affiderà a Nordio anche il Guarneri ex “Baltic” del 1731. Si tratta di un esemplare ottimamente conservato, appartenente al secondo periodo della produzione del maestro: il taglio vigoroso dei fori armonici e la scultura del riccio ricca di personalità sottolineano un certo distacco dai canoni esecutivi dei suoi predecessori, anche se ne è indubbio l’influsso, specie per quanto riguarda la vernice. Appare invece chiarissima l’attenzione fortemente concentrata sul perseguimento del risultato timbrico anziché sulle caratteristiche formali.

Il programma scelto da Nordio per questo confronto insolito ed irripetibile – coordinato da Susanna Franchi, caporedattrice de “Il Giornale della musica” –  affianca pagine di Bach, Paganini ed Ysaÿe, quasi paradigmatiche della scrittura virtuosistica in epoche differenti. Bach esalta nel rigore severo della polifonia e del contrappunto la vocazione lirica dello strumento espressa nell’afflato di enunciati opalini e luminosi. Paganini suggella il laboratorio sperimentale del violinismo ottocentesco con fulgide cascate di note e colpi d’arco saettanti che superano il carattere di mero catalogo di invenzioni strumentali. Ysaÿe, infine, getta un ponte tra passato e modernità: spesso avvalendosi di un accattivante gioco di citazioni musicali ed una dialettica ardente di contrasti, anticipa infatti, modi ed atteggiamenti musicali pienamente novecenteschi.

Il biglietto per assistere al concerto costa 3 Euro oltre alla normale quota d’ingresso al Museo Civico; può essere già acquistato in prevendita presso il Bookshop del Museo (via Ugolani Dati, 4 – tel. 0372 803622 – bookshopcr@gmail.com) o la Libreria Cremonabooks (Largo Boccaccino 12/14 – tel. 0372 31743).

 

Immagini gentilmente concesse da The Henry Ford Museum, Dearborn, Michigan

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