Cronaca

Ex Scac, il Pd mette in guardia: “Su quell’area il Pgt non prevede grandi insediamenti di vendita”

(nella foto, a sinistra Annamaria Abbate, consigliere comunale Pd)

 

Fa discutere il progetto presentato dall’amministrazione comunale per l’area ex Scac di via Sesto, in fronte al centro commerciale Cremona Po. A quanto annunciato dal vicesindaco Carlo Malvezzi e dall’assessore Roberto Nolli, qui troveranno spazio un punto vendita da 1500 metri della francese “Maisons du monde”, un albergo, una palestra, negozi di media superficie, uffici, un ristortante e forse una seconda catena commerciale francese. A realizzare l’intervento, sulla base di un progetto elaborato dall’architetto cremonese Emiliana Brambilla, è la nuova proprietà del comparto, il gruppo Toto.

Dalle associazioni del commercio – nella fattispecie, Ascom e Confesercenti – si è già registrata una levata di scudi: nuovi insediamenti si traducono infatti in nuove emorragie in termini di commercio per il centro storico e per la città in generale.

Perplessità sull’intervento escono ora anche dall’opposizione, in particolare in relazione alla ‘convivenza’ del progetto con quanto previsto dal vigente Pgt.

“Cremona ha davvero bisogno di un nuovo insediamento commerciale? – domanda anzitutto Annamaria Abbate, consigliere comunale per il Pd e membro della commissione Territorio -. Come da consuetudine ormai consolidata, la giunta Perri fa grandi annunci sulla stampa, senza il necessario confronto nelle sedi competenti. Ultimo è il caso del piano attuativo dell’ex Scac di via Sesto, una grande area da 73.400 metri, di cui sarebbe stato presentato in Comune il progetto che pare preveda un grosso punto vendita di una casa francese, un albergo, una palestra, negozi di media superficie, uffici, un ristorante e una seconda catena commerciale, sempre francese, il tutto per uno sviluppo di ventimila metri quadrati”.

“Ricordiamo – avverte Abbate -, per chi se ne fosse dimenticato, che il Documento di Piano del PGT vigente, per quanto riguarda l’ambito di trasformazione in questione, A.S.3 Incrociatello, raccomanda la verifica  della sostenibilità ambientale delle trasformazioni e stabilisce che non sono ammesse altre grandi superfici di vendita”.

“L’eventuale realizzazione di medie strutture di vendita – aggiunge -, la loro localizzazione e gestione, non deve configurare una struttura commerciale unitaria di grande superficie, come normata dalla DGR 8/5054 del 4/7/2007”.

Di qui un richiamo all’amministrazione: “Aspettiamo di confrontarci volentieri nel merito del progetto, in commissione territorio – conclude Abbate -, eventualmente consultando anche i cittadini della zona per sapere se vogliono consumare suolo prezioso per avere altri insediamenti se preferiscono porre un freno al consumo di suolo come già avviene in numerosi comuni virtuosi della Lombardia che hanno adottato la crescita 0, cioè il recupero di edifici dismessi senza costruzione di nuovi”.

 

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