Spazionovencento, nuovo concerto “Musiche al quadrato” con Gruppo Musica Insieme e Dèdalo Ensamble
Di nuovo appuntamento con Spazionovecento e con l’Associazione Culturale Gruppo Musica Insieme di Cremona e Dèdalo Ensamble. Domenica 30 ottobre alle ore 21 il concerto“Musiche al quadrato” nella Sala Rodi di piazza Giovanni XXIII.
Le trascrizioni sono sempre, in qualche misura, musiche al quadrato: musica su musica, tentativi di ricreare un’opera precedente sotto un’altra veste. Soprattutto quando, come in questo caso, si tratta di trascrizioni d’autore. Tra il dicembre 1918 e il dicembre 1921, a Vienna svolse la propria attività un’importante associazione musicale, la “Associazione per esecuzioni musicali private”: l’idea era nata dalla fervida mente di Arnold Schönberg, e aveva come scopo l’esecuzione di opere musicali moderne o contemporanee (da Mahler in poi) nella loro versione originale o in versioni cameristiche appositamente approntate. I soci, spesso anche esecutori, erano i compositori e gli esecutori che ruotavano attorno alla figura carismatica di Schönberg: Berg e Webern, naturalmente (il primo suonava l’armonium, il secondo dirigeva), ma anche pianisti quali Eduard Steuermann e Rudolf Serkin e violinisti come Rudolf Kolisch.
Nei tre brevi anni della sua vita (nel 1921 un’inflazione galoppante mise in ginocchio l’economia dell’Austria) l’associazione presentò ben 154 opere, molte delle quali ripetute più volte: tra l’altro importanti composizioni di Mahler, Strauss, Busoni, Reger, Debussy, Satie, Stravinskij, Korngold e Webern. Il concerto di stasera affianca tre opere trascritte in quell’occasione a due lavori analoghi realizzati assai più di recente da compositori d’oggi.
Ionut Pascu, baritono
Daniela Cima, flauto
Nicola Zuccalà, clarinetto
Paolo Ghidoni, violino
Raffaello Negri, violino
Wim Janssen, viola
Guido Boselli, violoncello
Fabio Torrembini, contrabbasso
Elena Pasotti, pianoforte
Ruggero Ruocco, armonium
Loris Stefanuto, percussioni
Vittorio Parisi, direttore
Ferruccio Busoni (1866-1924)
Berceuse élégiaque op. 42 (1909)
trascrizione di Erwin Stein e Arnold Schönberg
per flauto, clarinetto, quintetto d’archi, armonium e pianoforte
Franz Bazzani (*1972)
Previsioni del tempo (2011)
(elaborazione di Teen Town di Jaco Pastorius e Remark you made di Joe Zawinul)
per flauto, clarinetto, quintetto d’archi, armonium e pianoforte
prima esecuzione assoluta
Gustav Mahler (1860-1911)
Lieder eines fahrenden Gesellen (1884)
trascrizione di Arnold Schönberg
per baritono, flauto, clarinetto, quintetto d’archi, armonium,
pianoforte e percussione
Maurice Ravel (1975-1937)
Pavane pour une infante défunte (1899)
trascrizione di Paolo Piubeni (*1975)
per violino, violoncello e pianoforte
Johann Strauss jr. (1825-1899)
Kaiser-Walzer op. 437 (1888)
trascrizione di Arnold Schönberg
per flauto, clarinetto, quintetto d’archi, armonium e pianoforte
Ferruccio Busoni era molto ammirato dai compositori della cerchia schönberghiana, anche se la sua musica non abbandonò mai veramente una concezione tonale. Opere come il Doctor Faustus e la Berceuse élégiaque (scritta dall’autore in memoria della madre) dimostrano tuttavia come le sue esplorazioni giungessero agli estremi limiti della tonalità: il brano eseguito stasera, di grande intensità espressiva, è in fa maggiore, ma l’accordo finale è un perfetto accordo di quarte.
Ancor più grande era però l’ammirazione di Schönberg per la musica di Gustav Mahler, considerata come un fondamentale anello di passaggio “verso la nuova musica”. Così si spiegano le numerose trascrizioni di importanti opere mahleriane elaborate per la Società viennese: la Quarta Sinfonia, Das Lied von der Erde, il Lied der Waldtaube e i Lieder eines fahrenden Gesellen.
Ben più curioso l’interesse di Schönberg per una musica quasi “di consumo”, diremmo oggi: del resto non va dimenticato che il Pierrot lunaire fu scritto per una cantante di cabaret. È abbastanza sorprendente la presenza nel catalogo delle trascrizioni viennesi di un brano come Funiculì funiculà di Denza con mandolino e chitarra (ma non dimentichiamo che la stessa canzone è citata da Strauss in Aus Italien). Forse meno strana la presenza di alcuni valzer di Johann Strauss, trascritti per una famosa serata destinata alla raccolta di fondi per sostenere l’associazione. Possiamo aggiungere che il fatto che quel concerto sia avvenuto negli anni immediatamente successivi alla fine dell’impero austriaco deve aver dato all’esecuzione del Valzer dell’imperatore un’aura vagamente spettrale.
Alle storiche trascrizioni degli anni Dieci-Venti il concerto affianca due trascrizioni-elaborazioni realizzate da due compositori d’oggi. Ambedue non sono semplici trasposizioni di opere del passato in una veste sonora differente, ma in vario modo rivelano la consapevolezza di come il “trascrivere” sia sempre un “prendere le distanze” e “riflettere” sull’oggetto della trascrizione.
Franz Bazzani adatta per il classico organico delle trascrizioni schönberghiane due canzoni dei Weather Report, realizzando un’attualizzazione di quell’escursione nel campo della musica extracolta che aveva caratterizzato le trascrizioni dei valzer di Strauss.
L’arrangiamento di Paolo Piubeni (per trio con pianoforte) offre invece della Pavane pour une infante défunte una rilettura apparentemente fedele, ma che in realtà, enfatizzando certe armonie allargate dell’originale, dà di Ravel un ritratto filtrato attraverso Messiaen.
Ionut Pascu
Nato a Costanza, Romania, ha studiato canto all’Università Nazionale della Musica di Bucarest. A 23 anni ha iniziato la carriera con i ruoli principali di Don Giovanni nell’opera di Mozart e di Marcello in Bohème di Puccini. Molte esecuzioni sono seguite al successo di Don Giovanni, la maggior parte al Teatro dell’Opera di Costanza dove ha cantato i ruoli principali in Trovatore, Bohème, Madama Butterfly, Cavalleria Rusticana, Carmen, Il pipistrello e molte altre. Ha cantato con successo in Olanda, Australia, Italia, Germania, Macedonia, Ungheria, Albania, Corea del Sud. Dal 2004 è ospite fisso in molti teatri e dal 2005 appartiene alle compagnie dell’Opera Nazionale di Bucarest e dell’Opera Nazionale di Costanza. Dopo gli studi in Direzione d’orchestra alla stessa Università di Bucarest ha diretto ensemble professionisti nel repertorio sinfonico e operistico e ha conseguito la laurea di 2° livello in Direzione d’orchestra al Conservatorio di Milano.
Vittorio Parisi
Nato a Milano ha studiato al Conservatorio G. Verdi pianoforte con C. Giudici e P. Rattalino, composizione con A. Corghi e I. Danieli, direzione d’orchestra con M. Gusella e G. Gelmetti di cui è poi stato assistente. Si è perfezionato in direzione in Olanda con il celebre direttore russo K. Kondrashin. Dopo il debutto al Teatro Petruzzelli di Bari nel 1979 ha diretto le principali orchestre sinfoniche e da camera italiane e quelle della maggior parte degli enti lirici in opere e concerti.?Ha diretto anche in Germania, Stati Uniti, Australia, Nuova Zelanda, Canada, Francia, Svizzera, Albania, Turchia, Romania, Spagna registrando per le radiotelevisioni di questi paesi. Ha diretto moltissime prime esecuzioni assolute dei più importanti autori italiani e stranieri collaborando anche con Berio e Cage e ha diretto prime esecuzioni in epoca moderna di opere del passato come l’edizione americana dell’Ape Musicale di Da Ponte, prime esecuzioni in teatro come il Sogno di un tramonto di autunno di Malipiero, prime riprese come quella della Marie Galante di Weill, prime in pubblico come quella dell’opera radiofonica Don Perlimplin di Maderna. Invitato in importanti festival nazionali e internazionali ha collaborato con importanti solisti, cantanti e attori oltre a prestigiosi registi. È stato Primo Direttore dell’Orchestra del Teatro Angelicum dal 1984 al 1988, Direttore Associato della Filarmonica del Conservatorio di Milano dal 2000 al 2003 e Direttore Artistico e Stabile dei Solisti Aquilani dal 2003 al 2005. Nel campo della nuova musica è dal 1995 Direttore Artistico e Stabile di dédalo ensemble.
Ha inciso, sia in studio che live, per Naxos, Dynamic, Bongiovanni, Stradivarius, Nuova Era e la sua interpretazione della Sinfonia dal Nuovo Mondo di Dvorak è stata scelta come primo podcasting sinfonico della Radio Neozelandese. Insegna Direzione D’Orchestra al Conservatorio di Milano.