Cronaca

Ci risiamo: l’Ospedale aspetta Salini per presentare i primari. Bordate di Pizzetti

Il caso ricorda per certi versi quello scoppiato prima dell’estate. Quando la direzione dell’Ospedale di Cremona ha invitato i suoi primari a partecipare all’Happening, manifestazione targata Comunione e Liberazione. Ora, con altrettanta naturalezza, i vertici dell’Ospedale hanno annunciato la presentazione di tre nuovi primari per l’Ospedale Maggiore di Cremona e per l’Oglio Po in programma venerdì mattina a Casalmaggiore in occasione della visita del presidente Massimiliano Salini. Rieccoci. Pubblica sanità, feeling con la formigoniana Regione e a cascata con Cl e il suo principale esponente in chiave locale.

Gli ingredienti, insomma, son quelli. Da qui parte il parlamentare del Pd Luciano Pizzetti, che nell’intervista concessa a Cremonaoggi coglie l’occasione per scivolare nel caso Alquati e prendere posizione sui paralleli tracciati in questi giorni con la vicenda Barborini.

 

“Ho letto della presentazione dei nuovi primari in concomitanza con la visita del presidente Salini. Spero che la notizia non sia vera”.

Spiace deludere…

“E’ una cosa sconcertante. Siamo in presenza di una situazione dove si perde l’autonomia rispetto a diversi soggetti che operano nella collettività”.

Può essere più chiaro?

“Mi si deve spiegare perché tre primari (Antonio CuzzoliCarlo Del BocaMassimo Carini; ndr) devono essere presentati alla presenza dell’autorità politica provinciale. La cosa è del tutto inaccettabile, così facendo tutto diventa una melassa politica, partitica. Anzi, correntizia. Una melassa che lascia strabiliati”.

Un po’ come il caso dell’Happening?

“Sì, e non solo: c’è stato anche il caso del convegno all’Oglio Po, le nomine secondo un filotto… Ora, mi domando: ieri l’Ospedale ha fatto una conferenza stampa sui tagli dei fondi regionali. Perché non li hanno presentati lì i nuovi primari? Perché piegare il tema delle nomine a logiche di appartenenza? Tutto questo è sconcertante, mai accaduto. Nemmeno quando la sanità non era a disposizione del solo Formigoni. L’Ospedale è un bene prezioso per la comunità e deve star fuori da queste dinamiche. Così si dimostra invece una connivenza di carattere politico-partitico, si porta l’ospedale nell’agone della politica”.

Si dirà che è solo una presentazione…

“Ripeto: spero che questa notizia non sia vera e che i primari vengano presentati in un altro momento. Guardi, io capisco, non condivido, ma capisco… però c’è un limite. Questo fatto dimostra il venir meno di un’etica pubblica. E non è il solo caso recente”.

Tiro a indovinare: consulenza Alquati.

“Sì, ma non nell’ottica in cui è stata messa da alcuni. Voglio dire: Garini è stato sindaco ed era anche avvocato, Bodini è stato un ottimo primario e un ottimo sindaco. Per dire che il tema non è il doppio ruolo o il carico di lavoro – no, il tema è l’opportunità, il senso dell’etica pubblica. Uno che fa politica deve sapere che ci sono dei limiti”.

Magari Alquati riesce a essere un buon esperto di orientamento e un buon assessore.

“Non metto in discussione le capacità di Jane Alquati, assolutamente. Ma una giunta provinciale che ha rapporti con quella comunale dà un incarico a un assessore? Questo è il tema, non tanto quante ore passa in assessorato. Qui parliamo di opportunità etica e politica e di senso del limite. E questa cosa, questa consulenza, è del tutto sbagliata”.

Si unisce al coro di chi chiede le dimissioni?

“L’assessore non si deve dimettere, ma o fa una cosa o ne fa un’altra. Non dovrebbe prendersi quell’incarico. La rinuncia sarebbe un bene anche per lei stessa. Guardi, come per Pasquali (Andrea, presidente Lgh, al centro delle polemiche per una consulenza da una delle partecipate della holding; ndr). Anche in quel caso, niente di illegittimo, la questione è di etica pubblica e di salvaguardia di quest’ultima”.

C’è chi traccia un parallelo tra la vicenda Alquati e quella di Mauro Barborini, passato dalla Provincia al Comune in qualità di consulente ambientale.

“Ci sta come i cavoli a merenda”.

Prego?

“Barborini è stato chiamato lì in virtù della considerazione che ha di lui il direttore generale. Insieme hanno lavorato in Provincia. Le domande che mi faccio sul caso di Barborini sono semmai altre”.

Cosa in particolare?

“Ad esempio perché nessuno ha mai sottolineato la discriminazione cui è stato sottoposto in amministrazione provinciale. Barborini si è visto praticare stalking politico”.

Termine un po’ forte…

“Gli è stata tolta la qualifica di dirigente, gli è stato ridotto di due terzi lo stipendio, lei come lo chiamerebbe? Il punto è che i casi Alquati-Barborini sono agli antipodi: là c’è un incarico che dà adito a ipotesi sull’appartenenza, qua c’è una discriminazione per logiche di non appartenenza. E in questo caso nessuno si è domandato cosa stia succedendo, mentre assistiamo al fatto che Barborini venga paragonato all’Alquati. Lui arriva qui perché dove era prima gli è stata tolta l’aria per respirare, ecco come stanno le cose. Ma le persone hanno diritto alla loro dignità: questo non dovremmo dimenticarlo. Mai”.

 

Federico Centenari

 

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