Cronaca

Discarica di amianto Cavenord: “Alternative? E’ tardi” Pizzetti: “Salini può fermarla al Tar”

(foto: il progetto della discarica)

Cavenord non siederà al tavolo di confronto per la ricerca di soluzioni alternative: “Tale ipotesi è fuori tempo massimo”. Poche ore fa l’arrivo della posizione ufficiale di Cavenord, attraverso una conferenza stampa iniziata a mezzogiorno all’Hotel Impero di piazza della Pace. A novembre l’apertura del cantiere per la discarica di amianto a Cappella Cantone, dopo il rilascio dell’Aia da parte della regione il 26 settembre. A marzo 2012 è prevista l’entrata in servizio dell’impianto.

La politica è arrivata tardi secondo Cavenord: “Dopo investimenti e un iter durato oltre 4 anni, e alla luce dei rischi per il gruppo e i 400 dipendenti se il progetto venisse meno, è impensabile ricominciare da capo con la ricerca di soluzioni alternative”. “Se in un mese si riuscisse a completare tutto, trovando l’alternativa, è un conto. Ma passerebbero mesi, anni” (Locatelli). “Sin dal 2006 e in via preventiva avevamo avviato contatti informali con il Comune di Cappella Cantone e con la Provincia dell’assessore Biondi e di Torchio per assicurarci che non vi fossero posizioni ostative al progetto”. Parole di Pierluca Locatelli, presidente Cavenord e presidente del Gruppo Locatelli, per delineare meglio quelli da lui definiti “abboccamenti politici” in conferenza stampa. “Nel settembre 2009 – ha dichiarato – Cavenord ha sottoposto alla Provincia in accordo con il Comune e con la Provincia stessa uno schema di convenzione trilaterale per aspetti tecnici, di controllo e compensazione ambientale. Proposta che non ha avuto alcun riscontro dalla Provincia e abbiamo deciso che da oggi riconosceremo come nostro unico interlocutore il Comune di Cappella Cantone”. In questo senso la somma inizialmente pensata per essere destinata alla Provincia viene dirottata sul Comune di Cappella Cantone (“unico interlocutore”), al quale andranno in totale 4,3 milioni di euro (da Cavenord spinta affinché vengano distribuiti anche nei territori limitrofi). Locatelli ha parlato in questo modo sottolineando il cambio di marcia e le recenti perplessità sulla discarica dell’attuale Giunta provinciale.

La scelta del sito? Dovuta, per Locatelli, al fatto che i fratelli Testa (poi usciti di scena dalla società “perché investiti da crisi”, la loro parte rilevata da lui “per non lasciare che si sfasciasse tutto”) hanno gestito per anni l’ex cava. Locatelli contro le voci di infiltrazioni mafiose, parole sulla sua vita imprenditoriale: “Cavenord è stata la prima iniziativa realizzata con persone al di fuori della nostra famiglia. Ha iniziato mio padre, sono figlio unico”. Ruolo importante nella holding, ancora oggi, quello della madre, “arzilla signora classe 1930”.

Oldrati e Locatelli

Rispetto delle normative, area idonea, iter tecnico amministrativo lungo quattro anni: Locatelli, l’architetto Oldrati, che ha curato gli aspetti di progettazione e di compatibilità ambientale, l’avvocato Giancarlo Tanzarella e il responsabile comunicazione Patrick Trancu hanno parlato di legittimità del progetto e di sicurezza dell’impianto (investimento da 30 milioni e introiti per 45, in prima battuta vi era stato un tentativo con il campo vicino per l’individuazione del sito) che secondo i piani accoglierà amianto da Lombardia, Piemonte e Veneto. “La pianificazione territoriale all’epoca, ovvero del 2007, così come quella attuale prevede la possibilità di realizzare sul sito di Cascina Retorto impianti di smaltimento rifiuti non pericolosi di qualsiasi genere, inclusi termovalorizzatori”. Tracciabilità dei conferimenti, volumetria effettivamente occupata da rifiuti pari a 261mila metri cubi (su un totale lordo di 714mila), barriere impermeabilizzanti, pozzetto di raccolta di acque meteoriche-percolato.Dai dieci ai dodici camion al giorno verso l’impianto (lavaggio ruote all’uscita), stop alle attività con vento superiore ai 6 metri al secondo, materiale trattato, inertizzato e imballato (“rifiuti non pericolosi”) prima dell’arrivo a Cappella Cantone e franco di due metri dalla quota di massima escursione della falda (testata nell’ultimo anno in contraddittorio con Arpa). E poi un capannone destinato ad accogliere i rifiuti con imballaggio danneggiato, il criterio di massima precauzione per i provvedimenti, piani di sorveglianza, libertà di controlli per una commissione del Comune di Cappella Cantone e ripristino ambientale (completato nel 2017, dopo la saturazione dell’impianto prevista nel 2016). Queste alcune delle caratteristiche della discarica, in un sito che verrà controllato per 30 anni dopo la chiusura. “Abbiamo sbagliato noi – ha detto Locatelli – non ci siamo spiegati prima. Vorrei che la cittadinanza vedesse l’impianto simile di Cavriana, in provincia di Mantova e alla quale mi sono ispirato. La tipologia è quella meno impattante”. “Il vero pericolo viene dall’amianto ancora presente sui tetti – ha continuato –  anche a poche centinaia dalla Lameri Cereali (azienda poco distante da Retorto e critica nei confronti del progetto, ndr)”. Rischi vicini allo zero secondo Cavenord. Vicini. Nonostante le rassicurazioni eventi imprevedibili, piogge torrenziali, venti eccezionali e possibili incidenti, mettono in allarme il fronte contrario al progetto, che continua la sua battaglia tra proteste, azioni politiche e ricorsi al Tar.

LE REAZIONI

ALLONI: “POLITICA IN RITARDO. LEGA E PDL NON HANNO VOLUTO DISCUTERE MIA MOZIONE A LUGLIO, PRIMA DEL DECRETO AUTORIZZATIVO E DELL’ULTIMA CONFERENZA DI SERVIZIO”

I titolari di Cave Nord fanno male, anzi malissimo, a non accettare l’invito di Belotti e Salini a sedersi attorno al ‘Tavolo’ che martedi è stato deciso in Regione – scrive il consigliere regionale del Pd Agostino Alloni commentando la notizia –. Per due motivi: 1- perchè le stesse cose dette in conferenza potevano comunque dirle davanti a Regione, Provincia, Comuni e sarebbe stato un segno di rispetto delle Istituzioni; 2- la discarica è si stata autorizzata ma per realizzarla vanno rispettate ben 105 prescrizioni per le quali Arpa (quindi la Regione) e le altre Istituzioni devono certificarne la congruità, non sarei cosi certo che ciò possa avvenire in tranquillità (anche perchè siamo sempre di fronte a una discarica galleggiante). Politica in ritardo? Si. La mia mozione è stata presentata il 30 giugno, molto prima del decreto autorizzativo e dell’ultima conferenza di servizio del settembre scorso. Lega e Pdl non hanno voluto discuterla a luglio”.

TORCHIO: “SEMPRE NEGATO IL VIA LIBERA ALLA DISCARICA”

Queste le parole di Giuseppe Torchio, ex presidente della Provincia e attualmente consigliere provinciale: “Cavenord, in una conferenza stampa con frastuono tra il Dynasty e lo stile ‘tamarro’, mi ha attribuito aperture ed assensi che mai sono stati profferiti. Mai fatto quell’approvazione né nel 2006 né dopo, né in forma orale né scritta. La mia amministrazione ha sempre negato, in qualsiasi luogo e circostanza quell’autorizzazione. Ha espresso il proprio orientamento con delibere del tutto negative, approvate dalla Giunta e con atti di Consiglio con ben 30 osservazioni nel merito tecnico e scientifico. Ha chiesto, inoltre, l’ampliamento a 5 km del raggio di distanza da precedenti discariche anche in considerazione delle attività produttive agro-alimentari in essere (Lameri e Soresinese) ed esponendosi agli strali della Regione Lombardia che ha minacciato la Giunta Torchio di commissariamento ‘ad acta’ per la gestione dei rifiuti. Inoltre Torchio e la sua Giunta con 40 Sindaci del territorio hanno manifestato a più riprese nell’Aula del Consiglio Regionale, in forma nitida, chiara e inoppugnabile il rifiuto di tutto il territorio a tale bruttura che segna un imbarbarimento dell’attività predatoria in danno del territorio provinciale in luogo tecnicamente e scientificamente ritenuto non idoneo dalle competenti referenze tecniche della struttura. Mai un solo momento vi è stata alcun tentennamento su una vicenda emblematica per il nostro territorio. Altri, invece, modificando le precedenti decisioni, hanno aperto la strada alla sciagurata ipotesi di quell’insediamento. Ho trasferito ai miei legali i resoconti della conferenza stampa di stamani per le opportune valutazioni e le conseguenti azioni in sede giudiziaria anche per la tutela dell’onorabilità mia, della giunta, del consiglio e degli uffici”.

PIZZETTI: “SALINI SIA COERENTE CON I SUOI PROCLAMI”

Duro il commento del deputato democratico Luciano Pizzetti (ascolta la telefonata): “Cavenord è stata chiarissima, intende procedere comunque alla realizzazione della megadiscarica di amianto a Cappella Cantone. Il territorio e i beni che vi insistono non contano nulla, contano solo alcuni affari privati. Consentiti da una legge regionale compiacente. Ciò che in proposito ho sostenuto nei giorni scorsi, in ultimo ieri, si dimostra tristemente vero. La disponibilità data dall’assessore regionale a rivedere almeno il sito era tardiva se non fasulla. Insisto, c’è un solo modo per riprendere la situazione: la Giunta regionale revochi o almeno sospenda l’autorizzazione concessa. L’alternativa è solo una: la Giunta provinciale ricorra al Tar contro l’autorizzazione regionale, affiancando l’azienda Lameri. Il presidente Salini sia coerente coi suoi proclami. Fuori da questi atti concreti vi è solo colpevole assenso. Dispiace davvero constatare come l’altro ieri a Milano l’Assessore regionale abbia preso per i fondelli i Consiglieri regionali e i Sindaci del territorio”.

VIRGILIO: “RISULTATO DELL’AMBIGUITA’ DI REGIONE E PROVINCIA”

Così Andrea Virgilio, capogruppo Pd in Consiglio provinciale: “Le dichiarazioni di Cavenord sono il risultato dell’ambiguità delle posizioni politiche espresse in questi mesi da regione Lombardia e dalla Provincia. Martedì mentre in Consiglio Regionale le parole dell’Assessore aprivano uno spiraglio, pur senza sospendere l’Autorizzazione a Cave Nord, in Consiglio Provinciale, il Presidente Salini, rispondendo a una nostra interrogazione, ha manifestato netta contrarietà a un possibile ricorso al TAR contro l’atto autorizzativo della Regione. La debolezza della politica ha permesso al privato una posizione dominante, per queste ragioni diventa urgente da parte dell’Amministrazione Provinciale utilizzare il ricorso alla magistratura come strumento per rivendicare la posizione contraria dei sindaci e del territorio”.

Michele Ferro


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