Cronaca

Il consigliere provinciale del Pdl Borghetti tra gli indagati dell’inchiesta firme false alle elezioni regionali 2010

Maurizio Borghetti, consigliere provinciale di Cremona è tra gli indagati dell’inchiesta sulla raccolta di firme false a sostegno delle liste del Pdl per le elezioni regionali 2010. Avrebbe falsamente attestato come vere e prodotte in sua presenza le firme, non verificando così le identità dei sottoscrittori.
Compreso Borghetti, dieci in tutto i nomi degli amministratori del Pdl che avrebbero autenticato firme senza verificare di persona le identità dei sottoscrittori. Si tratta di Donatella Agliardi, assessore ai servizi sociali del comune di Morengo (Bergamo); Franco Binaghi, consigliere della Provincia di Varese; Nicola Buonsante, consigliere della provincia di Lodi; Nicoletta Castellani, assessore ai servizi sociali del comune di Lovere (Bergamo); Luca Del Gobbo, sindaco di Magenta; Fabrizio Figini, consigliere della provincia di Monza e Brianza; Emanuel Piona, consigliere della provincia di Brescia; Gianluigi Secchi, consigliere della provincia di Pavia; Massimo Vergani, consigliere della provincia di Monza e Brianza.

Oltre a loro altri 5 nomi: Clotilde Strada, che lavora nel settore elettorale del Pdl Lombardia, è definita dalla procura “effettiva responsabile della raccolta firme”. Accusata di concorso in falso ideologico commesso da pubblico ufficiale. I pubblici ufficiali, invece, sono Massimo Turci e Barbara Calzavara, consiglieri provinciali del Pdl, che hanno materialmente autenticato le firme e quindi avrebbero commesso il falso.  Coinvolti anche altri due consiglieri provinciali di Milano, Marco Martino e Nicolò Mardegan, che dalla Strada avrebbero ricevuto moduli precompilati con le firme per autenticarle. L’inchiesta è chiusa: la procura ritiene che siano 926 le firme false, per la precisione, 618 per la lista regionale “Per la Lombardia” (collegata al “listino bloccato” del premio di maggioranza) e 308 per la lista provinciale del Pdl.

Dura la reazione del Pd. Il consigliere regionale Pippo Civati ha sostenuto che “Formigoni, il Pdl e la Lega non possono più continuare a far finta di niente. E’ uno scandalo che quasi mille firme siano false. Si è trattata di una macroscopica violazione delle regole democratiche, solo per far posto – nottetempo, come d’abitudine – agli amici di Berlusconi nel listino”.

“Finora ha parlato l’accusa, ora dovrà parlare la difesa e poi sarà un giudice terzo a decidere”: questo è stato il commento “a caldo” del presidente Formigoni, che ha aggiunto: “La coalizione Pdl-Lega è legittimamente al governo di Regione Lombardia perché votata dal 57% degli elettori lombardi. Se ci sono state irregolarità, per esempio nella raccolta delle firme, esse saranno sanzionate”.

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