Ex Inam, osservazioni Pd sul progetto presentate in Regione
Giudizio critico sul progetto della direzione ospedaliera che riguarda l’ex Inam: “Si riduce un’offerta territoriale senza che il superamento del modello del poliambulatorio lasci spazio ad una nuova progettualità”. Si tratta della posizione del Pd che attraverso il consigliere regionale Alloni ha fatto pervenire in Regione le proprie osservazioni in merito al progetto. “Si tratta di un’operazione di riduzione dei costi, con una riallocazione minima di servizi fuori dal contesto ospedaliero riconducibile a soli due ambulatori e ad un punto prelievi, posti effettivamente nello stesso edificio dove hanno sede i gruppi di medici associati, ma senza alcun reale collegamento con questi, se non quello della contiguità spaziale”; “il Pd propone invece che si attivi al più presto un confronto tra Azienda Ospedaliera, ASL, Comune di Cremona e MMG (medici di medicina generale) per definire un protocollo d’intesa che metta le basi di un nuovo progetto che preveda il coinvolgimento e una reale integrazione con gli studi dei gruppi dei medici associati. L’obiettivo a cui tendere è quello della integrazione di assistenza sanitaria di base, diagnostica e prestazioni ambulatoriali di primo livello, verificando la possibilità di realizzare, in seguito, forme di continuità assistenziale sulle 24 ore che possano contribuire a ridurre l’accesso al pronto soccorso”; “chiediamo al Comune di Cremona, in quanto responsabile e garante della promozione della salute dei cittadini , di farsi parte attiva per la costituzione di un tavolo che verifichi le condizioni per una collaborazione tra tutti i soggetti interessati e per giungere alla definizione di un protocollo d’intesa”.
OSSERVAZIONI AL DOCUMENTO PRESENTATO DALLA DIREZIONE OSPEDALIERA RELATIVO AL PROGETTO EX INAM
Il documento presentato in data 3 ottobre dal Direttore generale dell’Azienda ospedaliera, dottoressa Mariani, segnala, analizzando la situazione attuale, un progressivo calo degli accessi alla struttura del poliambulatorio ex INAM, quantificabile nella misura del 20% per l’ultimo triennio, il quadro economico riferisce, inoltre, di un disavanzo di circa 2 milioni di euro l’anno. Si prende atto delle criticità rappresentate ma, viene da chiedersi, come mai tale situazione si sia protratta nel tempo senza un ripensamento del modello
La soluzione prospettata è quella dello spostamento nell’edificio di via Dante 104 dove trovano collocazione gli ambulatori di un gruppo di medici di medicina generale, di due ambulatori: cardiologia e oculistica e di un punto prelievi.
Non si trova cenno alla dislocazione di un secondo punto prelievi presso la sede dei medici di medicina generale di via Giordano, come era stato in un primo tempo annunciato e come sarebbe stato auspicabile
Il progetto configura sostanzialmente un’operazione di riduzione dei costi, con una riallocazione minima di servizi fuori dal contesto ospedaliero riconducibile a soli due ambulatori ed ad un punto prelievi, posti effettivamente nello stesso edificio dove hanno sede gli studi medici, ma senza alcun reale collegamento con questi, se non quello della contiguità spaziale.
Si riduce pertanto un’offerta territoriale senza che il modello del poliambulatorio lasci spazio ad una nuova progettualità in una città che, secondo tutti gli indicatori del bisogno di salute, richiederebbe un’implementazione della medicina territoriale e luoghi di integrazione dell’offerta sanitaria e sociosanitaria.
Non si ravvisa pertanto nella proposta della Direzione ospedaliera un progetto di rilancio dell’offerta territoriale che possa coniugare razionalizzazione ed offerta di nuovi servizi migliorando la continuità assistenziale, come era auspicabile e come era stato evidentemente solo annunciato dalla Direzione Ospedaliera e dall’ASL che, nella riunione delle Commissioni congiunte di Provincia e Comune, avevano fatto riferimento al modello delle Case della salute
Lo stesso PSSR della Lombardia (2010/2015) offre tuttavia precise indicazioni prevedendo forme di convenzionamento tra MMG e specialisti ospedalieri per lo svolgimento delle loro attività presso gli ambulatori dei medici di base, auspicando a livello locale, accordi con i comuni e/o con altre istituzioni pubbliche e private per favorire la messa a disposizione di locali e di strutture che permettano la realizzazione di questo modello operativo.
Nella convinzione che la direzione da seguire sia quella indicata nel PSSR riteniamo necessario che si attivi al più presto un confronto tra Azienda Ospedaliera, ASL, Comune di Cremona e MMG per definire un protocollo d’intesa che metta le basi per una sperimentazione che preveda il coinvolgimento e una reale integrazione con gli studi dei gruppi dei medici associati .
L’obiettivo a cui tendere è quello della integrazione di assistenza sanitaria di base, diagnostica e prestazioni ambulatoriali di primo livello, verificando la possibilità di realizzare, in seguito, forme di continuità assistenziale sulle 24 ore che possano contribuire a ridurre l’accesso al pronto soccorso.
Riteniamo che il Comune di Cremona, in quanto responsabile e garante della promozione della salute dei cittadini debba farsi parte attiva per la costituzione di un tavolo che verifichi le condizioni per una collaborazione tra tutti i soggetti interessati e giungere alla definizione di un protocollo d’intesa
L’idoneità degli spazi e della loro organizzazione dovrebbe essere successivamente verificata in funzione delle esigenze connesse alla realizzazione del progetto
Cremona, li 14 / 11/ 2011
Agostino Alloni consigliere regionale PD
Maura ruggeri capogruppo PD Consiglio Comunale
Andrea Virgilio capogruppo PD Consiglio Provinciale
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