Denaro più caro per le aziende agricole, dalle banche una stretta sugli spread Ridotte le richieste di finanziamento
Denaro più caro per le imprese agricole in Lombardia. Secondo un monitoraggio effettuato da Coldiretti Lombardia sulle condizioni che le banche applicano alle aziende, dall’anno scorso a oggi gli spread sono aumentati un po’ ovunque e in alcuni casi più che raddoppiati. La situazione peggiore è sui prestiti a breve, sotto i 12 mesi, usati per le attività di semina, la gestione aziendale, le temporanee carenze di liquidità. Per questi finanziamenti – spiegano gli specialisti di Creditagri Lombardia (il consorzio di garanzia per le imprese di Coldiretti) – tra febbraio 2011 e luglio 2011 gli spread richiesti ai migliori clienti sono passati da 0,8 a 2 per cento mentre per i peggiori si è andati dal 3,6 al 7 per cento. In altri casi si è passati dall’1,5 di agosto 2010 al 4 del febbraio 2011 fino a punte del 5,15 a settembre, a seconda dell’istituto considerato e della tipologia di clienti (più o meno buoni pagatori).
«In ogni caso – spiega la Coldiretti Lombardia – per ottenere il tasso finale che le imprese devono pagare bisogna sommare questi spread all’euribor, ossia il costo del danaro che le banche si prestano fra di loro. La sensazione è che le banche non vedano di buon occhio prestiti legati al breve periodo per la gestione corrente delle aziende, che però in parte hanno proprio bisogno di quel tipo di risorse».
Se poi si vanno ad analizzare i finanziamenti con un rimborso compreso fra 5 e i 7 anni, anche qui i tassi si arroventano passando da 1,5 a 4,5 per cento da agosto 2010 a luglio 2011, oppure da 2,60 a 4,10 settembre 2010 a settembre 2011. Sotto tensione anche gli spread per i prestiti con ipoteca, quelli usati di solito per acquisti di fabbricati o terreni: oscillano fra il 2 per cento delle situazioni migliori e il 4,30 per cento di quelle peggiori.
«In generale – commenta la Coldiretti Lombardia – si sconta una sostanziale diffidenza sulla situazione economica e quindi sulle prospettive di sviluppo delle aziende e della loro capacità di produrre reddito, tanto che le stesse imprese agricole hanno ridotto la consistenza dei finanziamenti richiesti che sono scesi sotto i 250 mila euro che erano la media del 2010. Quest’anno, sempre più spesso non ci si è allontanati dai 190 mila».