Politica

Lettera aperta di Enrico Pirondini «Caro sindaco Oreste, ti scrivo… Perché non molli adesso?»

Caro sindaco Oreste,

tu mi perdonerai se alla fine della tua estate bollente busso alla tua porta con la guardinga umiltà di un fra’ Cristoforo. E senza far scorrere tra le dita le ave maria della corona – come il religioso fece dinnanzi a don Rodrigo per trovare la forza dell’esordio – ti  faccio, secco secco, la domanda che si fan tutti: Oreste, perché non molli adesso?  Molla “l’inciucio conservativo ed ingannevole”  (come dice Agostino Melega sul blog del Flaminio) che ti avvolge e  sconquassa la tua vita e le attese dei tuoi elettori; lascia la compagnia pupara, torna alla tua libertà, alla tua canoa.

Oreste seguo da lontano, come posso, le tue avventure, e colgo il tuo giustificato disagio. Capisco. Non è facile vivere tra le “fucilate” di una Cremona ancora cinquecentesca come ai tempi di Caterina de’ Medici; città dal complotto facile, sensibile agli intrighi, macchinosa. Quando i pupari mi hanno messo le valige in mano, Cremona era al 41esimo posto nella classifica del Benessere in Italia, quinta in Lombardia; comunque ben sopra la media nazionale. Ed  ora che molti buoi sono scappati, sai dirmi dov’è?

Oreste mi scuserai – spero – questa confidenza, ma avendoti conosciuto fin dai tuoi primi trionfi sportivi (penso ai mondiali in Messico del 1974, li avevi messo sotto tutti nel K1) ) e ricordando quando, al rientro dalle Olimpiadi, passavi sempre a salutarmi prima di tornartene a casa, mi sento al riparo da un tuo possibile cedimento bilioso. E contando sul fatto che  non ricorrerai a quel famoso manzoniano “escimi tra’ piedi, villano temerario, poltrone incappucciato”, ricarico come un toro ferito  dai picadores: Oreste come puoi resistere?

Sono molti i rospi che devi ingoiare. Ne vale la pena?

Hanno cominciato a “friggerti” con i compensi riconosciuti  a Pasquali, poi c’è stata l’improvvida nomina di Albertoni alla presidenza di Aem (c’èra  lo zampino di Lucianino, vero?); nomina che ancora oggi porta rogne. I nove forzisti ribelli mica si sono messi il cuore in pace e tu lo sai. Le turbolenze in casa Lega hanno poi fatto il resto e lo strappo di Zagni insegna molte cose. Poi ci si sono messe pure le nozze fasulle, una tempesta in un bicchiere d’acqua. La Mirella Marussich fasciata in tricolore è la prova provata che a Cremona, per fortuna, c’è ancora spazio per il riso. Passami questa citazione dello scrittore francese Rabelais: “E’  meglio scrivere di riso che di lacrime, perché è il riso il segno dell’uomo”. Appunto.  Scusami,  ma anch’io cerco di ridere di tutto per paura di essere costretto a piangerne.

Certo, il foglio amico è subito venuto in soccorso e tu olimpicamente sei stato al gioco. Epperò poco prima di Ferragosto avevi stoppato ogni illazione sul presunto “listone” col tuo nome,  dicendo che quei rumors erano solo un “gioco d’estate”. E avevi aggiunto: “ Non mi ricandido, non ce la farei neanche fisicamente”. Poi, sveltamente, avevi chiosato: “Nei prossimi tre anni faremo di più”. E in queste parole ho rivisto il lottatore, il galantuomo che ho conosciuto. Oreste fai di testa tua, tieni i pupari all’uscio, pensa all’interesse collettivo. Continua ad amare Cremona.  E ricordati quel che diceva Sartre: Noi siamo condannati ad essere liberi.

Enrico Pirondini

 

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