Cronaca

TALENTI CREMONESI ALL’ESTERO (23) Viola Balzaretti, tra Roma e Parigi: «Esperienze diverse in posti diversi per capire cosa si vuole fare da grandi»

Non ha ancora deciso se essere una cremonese all’estero o una cremonese a Roma. Viola Balzaretti, 23 anni, vive a metà tra Parigi e la capitale, tra un lavoro in Francia come energy analist dei paesi del Mediterraneo e gli studi universitari alla Sapienza, sempre lontano da casa. «Tutto fa curriculum, anche perché se non si provano cose diverse non si può capire cosa si vuole fare davvero “da grandi” ».

Viola Irina Nausicaa Balzaretti ha 23 anni, si è stabilita a Roma da oltre un anno, ma da luglio vive a metà tra la capitale e Parigi, alternando periodi in Francia a peiodi in Italia. «Sono molto lontana da casa, ma la cosa non mi spaventa – commenta Viola – Da anni, sono abituata a spostarmi, a viaggiare, ad adattarmi. Ho cominciato all’età di 17 anni, quando sono partita con l’associazione Rotary per studiare negli Stati Uniti. Ho vissuto un anno nella città di Gainesville in Florida, dove frequentavo una high school che mi ha permesso di conseguire il diploma americano. Dopo la laurea a pieni voti in Scienze politiche all’Università di Genova, ho deciso di specializzarmi in un altro campo: ho scelto la Sapienza di Roma e mi sono iscritta alla laurea in relazioni internazionali. Dopo un seminario sulle politiche energetiche ho conosciuto un ingegnere che mi ha proposto un tirocinio; da luglio è partita questa esperienza parigina di lavoro che ha una durata programmata di sei mesi. Sono stata inserita come energy analist nel progetto di redazione di un rapporto sulla situazione energetica di una selezione di Paesi del sud del Mediterraneo, focalizzata sullo studio e l’approfondimento del quadro istituzionale di ciascuno sia per il mercato elettrico che per quello del gas naturale».
Tra gli Stati Uniti e l’Università, un anno di transizione importante. «Ho affrontato la maturità già con l’idea di “scappare” il prima possibile da una città che ormai sentivo troppo stretta per me. Non vedevo grandi sbocchi di lavoro e, dopo un assaggio del resto del mondo, ne volevo ancora. Così mi sono iscritta all’Università di Genova».
Un commento su Cremona? «E’ una città abbastanza piccola per essere a misura d’uomo, vivibile e facilmente fruibile. I servizi di base non mancano, ma in un certo senso è statica: sempre uguale a se stessa. Non offre grandi prospettive ai giovani, se non in un paio di settori specifici. E tutti gli altri? Cercano altrove. Vivendo a Roma ho capito cosa significa essere pendolare in città. Le grandi distanze a livello urbano complicano parecchio la vita, rispetto alle abitudini
che avevo a Cremona: inforcavo la bicicletta e potevo raggiungere qualsiasi angolo della città in massimo 25 minuti. Adesso invece mi confronto con percorsi d’autobus e linee metropolitane che, se ti permettono di arrivare in 30-40 minuti vanno già bene! D’altro canto una grande città offre molto di più, dal punto di vista sociale, dei servizi, della varietà di attività formative, culturali e per il tempo libero».
Oggi a Parigi, domani chissà… «Onestamente vorrei fermarmi in pianta stabile da qualche parte e Roma è in cima alla mia lista. Per il tipo di carriera internazionale che vorrei fare nel campo energetico non c’è molto spazio a Cremona. È una città a misura d’uomo, ma non tornerei. Certo mi mancheranno gli amici che ho lasciato, il piacere di paseggiare per il centro sapendo benissimo che incontrerai almeno 4 persone che conosci, e il fascino del Torrazzo illuminato immerso nella nebbia autunnale. Sono molto contenta delle mie scelte e di dove mi hanno portato fino ad ora. Le ripeterei una ad una, comprese quelle che si sono rivelate un nulla di fatto, ma dagli errori si impara. Se potessi dare un consiglio ai giovanissimi che ancora sono a scuola, direi loro di raccogliere ogni possibilità, di informarsi, di guardarsi sempre intorno e fare tutte quelle esperienze che ritengono interessanti. Dico sempre che “tutto fa curriculum”, anche perché se non si provano cose diverse non si può capire cosa si vuole fare davvero “da grandi”».
E se non fossi partita? «Se fossi rimasta a Cremona, probabilmente avrei cercato lavoro presso i quotidiani e i periodici locali, oppure come segretaria in campo immobiliare; entrambe mansioni che ho provato e molto apprezzato, ma che come la città, finivano lì».

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