Cronaca

Strada sud, dopo il ricorso al Tar la bocciatura del Pd

Il giorno dopo la notizia del ricorso al Tar, preparato dall’avvocato Antonio Rizzo per conto di alcuni residenti della zona interessata (vedi sotto), e finalizzato all’annullamento dell’approvazione del progetto preliminare Strada Sud, motivato da una serie di errori, violazione di norme e clamorose “leggerezze”, arriva la bocciatura della Direzione Cittadina del Partito Democratico. Costi, impatto ambientale, mancanza di dati aggiornati e scarsa risoluzione delle problematiche di via Giordano, sono i motivi per cui i democratici alzano il cartellino rosso. «Dopo un’ampia e articolata discussione, – si legge nel documento – la Direzione esprime un giudizio totalmente negativo sul progetto presentato per i seguenti motivi: il progetto appare faraonico e gravemente impattante sull’ambiente; i costi sono molto elevati e nulla è stato detto sulle reali fonti di finanziamento; non è accettabile il collegamento con Viale Concordia e l’innesto sul termo-valorizzatore, che rende inutile i precedenti interventi di moderazione della velocità attuati sullo stesso viale e va ad escludere la tangenziale est; devastante è l’impatto ambientale e paesaggistico nel collegamento previsto; così come configurato il progetto di fatto va a chiudere in un cerchio la città anche verso il fiume e la Strada Sud acquista le caratteristiche di una vera e propria tangenziale; il progetto non è supportato da nessun aggiornamento sui dati di traffico: i dati presenti risalgono al 2007/2008; il progetto non è frutto di alcun disegno strategico, che prenda in considerazione la viabilità a Cremona in senso generale».
«Le dichiarazioni del Sindaco rilasciate alla stampa sulla non priorità del progetto
– continuano i democratici – e le difficoltà economiche del comune più volte ricordate dall’assessore Nolli, fanno pensare come il progetto di Malvezzi rientri nella ben nota politica degli annunci, spesso contraddittori tra loro, a cui questa amministrazione ci ha abituato. Nondimeno rimangono gravi i problemi di viabilità su Via Giordano e strade limitrofe che si devono in ogni caso affrontare in tempi rapidi con azioni che permettano di meglio regolamentare il traffico specie nelle ore di punta, con l’effettivo utilizzo della semaforizzazione “intelligente” già attiva dalla scorsa amministrazione e con altri provvedimenti da esaminare e valutare nel breve. Queste richieste, contenute in un ordine del giorno del PD discusso nel consiglio comunale del 26 settembre, sono state respinte con voto contrario dall’intera maggioranza. Il Pd, come avvenuto in altre circostanze ad esempio sulla chiusura dell’ex-Inam, farà da supplenza al Comune andando ad incontrare i comitati e le associazioni che in queste settimane si sono espresse riguardo al tema, avendo ben presente che un intervento di questa portata non possa essere deciso senza un’ampia consultazione con i cittadini cremonesi».

IL RICORSO AL TAR (ARTICOLO DEL 5 OTTOBRE 2011)

Strada sud, ora c’è il ricorso al Tar di Brescia per fermare il progetto. Dietro al corposo documento preparato e notificato dall’avvocato Antonino Rizzo (nella foto) alcuni residenti della zona interessata. Un documento contro Comune, Regione e nei confronti di Autostrade Centropadane, per l’annullamento dell’approvazione del progetto preliminare (deliberazione 1 giugno 2011), di una nota regionale sulle procedure di valutazione ambientale e di atti connessi. Il ricorso, estremamente articolato, elenca una serie di errori, violazione di norme e clamorose “leggerezze” che fanno sorgere grossi dubbi sulla possibile realizzazione dell’opera. Nel documento si ricorda la deliberazione del 2001 relativa all’approvazione della bozza di convenzione Comune-Autostrade Centropadane per l’affidamento dell’attività di progettazione e si ritorna, nel ricorso, al 2011, menzionando il “lasso di tempo che sta a dimostrare la difficile gestazione del progetto” e la richiesta del Comune alla Regione per confermare la “non necessità di sottoporre il progetto al procedimento di verifica di assoggettabilità alla Valutazione di impatto ambientale” dato il “preponderante valore locale dell’infrastruttura”. Richiesta che ha trovato risposta positiva.

Tra i motivi del ricorso si descrive una valutazione della Regione “macroscopicamente erronea” legata alla necessità delle procedure di Via (Valutazione di impatto ambientale) e assoggettabilità a Via. La strada scorrendo a sud della città, fuori dal centro abitato, “non può che essere definita come una strada extraurbana secondaria”. Addirittura si richiama una lettera della Soprintendenza in cui la strada viene definita “tangenziale sud”. E se la strada non viene qualificata come “extraurbana secondaria”, “non si potrebbe non qualificarla come strada urbana di scorrimento o di quartiere”. In entrambi i casi “non si potrebbe non sottoporre il progetto a procedura di verifica”. Discorso simile considerato che il progetto si colloca di fatto nel Parco del Po e del Morbasco. Da sottoporre a Via “i progetti che ricadono, anche parzialmente, all’interno di aree naturali protette”. Un parco importante quello del Po e del Morbasco: “del tutto incongruo (…) localizzare nel parco medesimo una strada destinata a sopportare, come lo stesso Comune di Cremona afferma, buona parte del traffico tra la periferia est e la periferia ovest della città”.

Altro motivo del ricorso: nei Plis (Parchi locali di interesse sovracomunale) come il Parco del Po e del Morbasco “è da notare (…) come non sia consentita alcuna nuova espansione urbana e industriale, né siano consentiti interventi di carattere edificatorio. Non sono poi consentiti gli interventi di escavazione, di trasformazione o di manomissione diretta del suolo”. La s.p.a Autostrade Centropadane, si legge scorrendo il ricorso, non rientrerebbe tra i soggetti che possono espletare prestazioni di progettazione preliminare. “L’oggetto sociale di detta società comprende solo la progettazione di tratti autostradali e relativi raccordi, oltre alla gestione di autostrade in concessione”. Società che non sarebbe, poi, sempre per il ricorso, assoggettabile a una società di ingegneria, che sarebbe abilitata alla progettazione. Inoltre “il Pgt vigente del Comune di Cremona prevede l’opera in esame solo per un tratto, ma non nella sua interezza”. “Mancano, dunque, nello strumento urbanistico, i vincoli preordinati all’esproprio delle aree che dovrebbero essere utilizzate per la completa realizzazione della strada”. E “il progetto preliminare non consente” l’avvio delle procedure di espropriazione”; “non si può neppure dire che esista, nella specie, una dichiarazione di pubblica utilità”.

Come a dire: avete sbagliato tutto, ripensateci.

Michele Ferro


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