Marocchina voleva vivere all’occidentale Il padre la prende a cinghiate: alla sbarra
Niente vita all’occidentale. In caso contrario: botte. Un marocchino residente in provincia di Cremona è adesso a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni multiple ai danni della figlia minorenne. Mohamed aveva vietato alla ragazzina, di soli 14 anni all’epoca dei fatti (2008), lo stile di vita tipico delle amiche e delle compagne di scuola. L’uomo le aveva imposto di non chiamare e frequentati amici, di non guardare la televisione e di non ascoltare la radio. La giovane poteva solamente andare a scuola. Il resto del tempo era per lei una vita da reclusa, confinata nella sua stanza. Requisito e gettato via anche il cellulare. La 14enne, orfana di madre, era addirittura stata protagonista di un pianto visibilmente disperato a scuola, a causa della situazione.
Nella giornata di mercoledì i primi testimoni sono stati ascoltati in aula. Tra loro un’insegnante della scuola della vittima e del fratello, con cui pare i rapporti fossero tutt’altro che idilliaci. “E’ scoppiata a piangere una mattina. Aveva grossi lividi sulle braccia e so che si era confidata con una collega di educazione fisica. Aveva segni sul corpo, come di cinghiate. Mai ci eravamo trovati davanti a una situazione del genere”. Queste le parole dell’insegnante. La ragazza aveva raccontato dei maltrattamenti del padre, che aveva usato violenza con la cintura dei pantaloni. Aveva parlato con un’assistente sociale dopo le medicazioni in ospedale. Poi le indagini su delega del pm. Della giovane si sono però perse le tracce. E’ scappata mentre la stavano accompagnando per un periodo in una comunità. Testimonianze e cartelle cliniche sono state comunque acquisite dagli investigatori ed è stato aperto un procedimento per maltrattamenti in famiglia e lesioni multiple nei confronti di Mohamed, il padre.
Altre due professoresse, tra cui l’insegnante di educazione fisica, saranno ascoltate nella prossima udienza, il 30 novembre. Mentre è irreperibile la vittima, l’imputato (il suo avvocato è Silvia Farina) dovrà comunque difendersi dalle accuse. Si è costituito parte civile attraverso il legale Marco Tinelli il curatore speciale della ragazza, l’avvocato Simona Bozuffi.