Cronaca

Il Grana Padano viene minacciato dai similgrana venduti in est Europa

In Polonia, Estonia, Lituania, Repubblica Ceca, Ucraina e Ungheria c’è chi sfrutta il nome del Grana Padano, uno dei più popolari formaggi italiani, per vendere prodotti che con le stalle e il latte del Belpaese non hanno nulla a che fare. “Essi sfruttano l’assonanza con il nome originale e l’assenza dell’obbligo di indicare l’origine della materia prima utilizzata – denuncia il Consorzio del Padano Dop – un rischio che aumenta con le confezioni di grattugiato”.

“Proprio lo scorso luglio – ricorda la Coldiretti Lombardia – il Nucleo antifrodi dei carabinieri aveva sequestrato fra Cremona e Parma 4.800 confezioni di formaggio grattugiato con etichette che riportavano una dizione “falsamente evocativa” della Dop Parmigiano Reggiano. Mentre nell’estate del 2010 furono trovate 2.800 forme di Grana Padano prodotte con latte di origine sconosciuta e marchiate con il simbolo del Consorzio grazie a uno stampo “tarocco” ottenuto grazie a un lettore laser”.

Stefano Berni, Direttore del Consorzio del Grana si è scagliato contro i similgrana durante la presentazione della campagna “Gusta la qualità” del 26 settembre a Milano. “Nascono in Stati dove si pagano gli operai un decimo rispetto a noi e dove la materia prima costa la metà – dichiara. – Gli industriali italiani che lo fanno non si vergognano di vendere i loro formaggi usando nomi che imitano il vero Grana Padano. Il consumatore non viene informato e non esiste una legge che imponga di indicare da dove arriva la materia prima e dove viene lavorata”.

Inoltre “i similgrana sottraggono un valore di quasi 600 milioni ai due miliardi e mezzo di euro del mercato del vero Grana Padano, – spiega Coldiretti Lombardia – un formaggio Dop che nasce dalla materia prima fornita da 5.800 stalle italiane e viene distribuito in 4 mila punti vendita, con investimenti di 7 milioni di euro su qualità, trasparenza di lavorazione e sicurezza alimentare”.

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