Protocollo d’intesa tra Comune e Oratori Finanziati progetti per 50.000 euro
Un protocollo d’intesa tra il Comune di Cremona e la Federazione Oratori attraverso il quale le due istituzioni si impegnano a collaborare «per la definizione di azioni progettuali rivolte a bambini, adolescenti e giovani in rapporto alle responsabilità della famiglia, nell’ambito dell’educazione, dell’aggregazione, dello sport, della promozione sociale, culturale e di manifestazioni cittadine». È stato presentato nella mattinata di giovedì 22 settembre, nella sala conferenze della Curia vescovile. Alla presentazione alla stampa dell’intesa erano presenti il vescovo di Cremona, mons. Dante Lafranconi, il sindaco della città, prof. Oreste Perri, l’assessore comunale alle politiche educative e della famiglia, Jane Alquati e il presidente della Federazione Oratori Cremonesi don Paolo Arienti. Ha moderato l’incontro don Claudio Rasoli, direttore dell’ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. In sala anche don Michele Martinelli, vicario di San Sebastiano e referente degli oratori cittadini.
Attraverso questa intesa il Comune riconosce il profondo valore educativo e sociale degli oratori considerandoli una ricchezza unica e preziosa, non solo a servizio della realtà cattolica, ma dell’interà comunità civile. «Gli oratori – si legge nella bozza distribuita ai giornalisti – all’interno di una specifica educazione religiosa, evidenziano una rilevante attenzione per la promozione integrale dell’uomo e dei suoi diritti inviolabili. L’oratorio si pone come luogo di aggregazione e di educazione a sostegno della famiglia, capace di promuovere e orientare la partecipazione e gli interessi dei giovani e per i giovani, facendo leva soprattutto sulla sua disponibilità di volontari».
Mons. Lafranconi ha sottolineato che questo accordo con l’amministrazione comunale rientra in quell’impegno educativo che già da diversi anni costituisce uno degli obiettivi fondamentali per la diocesi: «Gli oratori cittadini – ha precisato il presule – hanno una lunga storia di educazione e promozione delle nuove generazioni. In questi tempi così difficili non vogliamo demordere per questo occorrono delle alleanza educative e un maggior sforzo di intelligenza e creatività». Quindi mons. Lafranconi ha rimarcato come alla Chiesa stia a cuore non solo una educazione cristiana dei ragazzi, ma anche una loro chiara formazione civile: «Come diceva don Bosco noi desideriamo che dai nostri oratori escano buoni cristiani e onesti cittadini».
Dello stesso tenore l’intervento del prof. Oreste Perri che ha annunciato di aver iniziato una visita informale negli oratori di Cremona: «Sono realtà straordinarie e segni di speranza non solo per i ragazzi, ma anche per i genitori che purtroppo hanno sempre meno tempo per seguire i figli». Con la sua consueta cordialità e simpatia il primo cittadino ha poi ricordato l’apporto che l’oratorio gli ha personalmente offerto: «Per me è stata una seconda famiglia, una seconda casa, dove ho imparato la bellezza dello stare insieme, l’importanza del rispetto reciproco, la necessità di possedere dei punti di riferimento. Oggi più che mai abbiamo bisogno di luoghi di aggregazione che permettano una vita sociale più qualificata e gli oratori sono una diga all’isolamente sempre più imperante cui ci costringono computer e telefonini».
«Esisteva già un protocollo precedente – ha detto l’assessore Alquati -, ma l’attuale che andremo a firmare stanzia risorse molto importanti. Sapete bene che siamo in un momento di crisi e questo sforzo finanziario del Comune dice quanto valutiamo importanti gli oratori nel nostro territorio. In pratica saranno stanziati 50.000 euro che verranno ripartiti in particolari progetti da presentare a un tavolo al quale siederanno l’amministrazione comunale e la Federazione Oratori».
Don Paolo Arienti, nuovo presidente della F.O.Cr., dopo aver manifestato la riconoscenza dei 24 oratori della città che beneficeranno di questo protocollo ha rimarcato l’impegno quotidiano di questi luoghi di formazione e aggregazione, anche nel campo sociale: «C’è tutto un lavoro sul versante della fragilità che va riconosciuto: basti pensare al servizio svolto dai tanti doposcuola. Occorrerà presentare dei progetti e su questo non siamo molto abituati. Così come sarà necessario avere dei momenti di verifica e di bilancio».