I disegni di Giuseppe Rivaroli in mostra dal 29 settembre all’Antichità Mascarini
Un’esposizione di disegni. Schizzi rapidissimi e fogli più articolati. Animali, paesaggi, corpi e figure. L’attitudine disegnativa di Giuseppe Rivaroli in mostra dal 29 settembre al 15 ottobre all’Antichità Mascarini (via Janello Torriani 10), a cura di Marco Tanzi.
Giuseppe Rivaroli nasce a Cremona nel 1885. Nel 1928 Roma affresca la Sede del Ministero della Marina con due opere monumentali, quali Roma trionfante e Roma vittoriosa sul mare. Nel 1932, sempre a Roma, lavora per due mesi alla grande decorazione dell’Istituto Internazionale di Agricoltura: una gioconda esaltazione allegorica dell’Agricoltura, della vita campestre, della solida famiglia; tutta la scena, che ha per sfondo una tenue e placida visione dell’Agro interrotta da uno scapigliato ciuffo di pini, è piena di movimento e vivacità in un giuoco di luci, di scorci, di panneggi, di preziosità di messi, di frutta, di fiori ed è notevole soprattutto per i molti nudi, in cui si apprezza lo studio accurato degli atteggiamenti delle mani,dei piedi messi con bella franchezza in continua evidenza. Dopo aver eseguito questi capolavori a Roma ed aver lavorato anche in altre città d’Italia, Rivaroli ebbe una fama ben meritata e grande considerazione di critica e di pubblico finché fia in vita, ma gradualmente e molto ingiustamente il suo nome comparve sempre meno nella scena della critica d’arte. Visse a Roma per trentasette anni al 33 di via Margutta, lo stesso numero civico dove avevano dimorato artisti quale Sartorio, Coleman, Carlandi e Costa, i quali, prima di lui e sempre nell’Agro Romano, avevano fatto lo stesso percorso fisico e spirituale, la stessa ricerca di colori, immagini, suoni ed emozioni trasmessi nelle loro opere ormai di livello museale. La pittura di Rivaroli non è mai oscura, vive di luce propria, quella luce che lui stesso riesce a trasportare nei soggetti che più amava dipingere: gli uomini, gli animali, la campagna.