Cronaca

Lillo e Greg chiudono il Festival di Mezza Estate: comicità mordace davanti a uno scarso pubblico

Venerdì 16 settembre, il Festival di Mezza Estate si è concluso con lo spettacolo “Sketch & Soda” di Lillo e Greg. Platea non al completo e tribune quasi vuote. Sul palco il duo comico romano composto da Pasquale Petrolo (Lillo) e Claudio Gregori (Greg) accompagnati dal musicista Attilio Di Giovanni, assente l’attrice Virginia Raffaele.

Artisti poliedrici con esperienze in televisione (fondatori di “Le iene”, apparizioni in fiction italiane), in radio (610 – Sei Uno Zero su Radio2), al cinema (2011, Lillo in “Nessuno mi può giudicare”e Greg in “Il fascino discreto della parola”), nel campo editoriale (Lillo autore di “Questo libro cambierà la vostra vita” e Greg di “AgGregazioni”), in quello musicale (nel 2011 a Sanremo con Max Pezzali con una canzone-sketch) e sono inoltre autori di fumetti comici.

Durante lo show “Sketch & Soda”, battute derivate dall’incomprensione (l’audizione di un attore che recita un monologo, ma che in realtà dà l’impressione di parlare con il giudice del provino, il quale lo interrompe continuamente e lo costringe a ripartire daccapo), giochi di parole (la campionessa Ambra Rabacci a Como, alle tredici vette che diventa Ambarabacci ci co co tre civette sul comò) , doppio sensi  (il numero “Non ti vedo bene”: vedere inteso dall’amico come trovare, considerare e invece si trattava di problemi di vista oppure le imitazioni di numerosi trailers cinematografici, ad esempio “Il padrino parte -in- seconda”) e canzoni (dalle serenate medievali “Affacciati alla finestra” alle ballate del t9, pezzo che riporta le parole che compaiono sul cellulare quando si usa la modalità t9, “Vi com” invece di “Ti amo” o “senso “ al posto di”penso”).

Vengono inoltre riportati spaccati di realtà, del quotidiano vissuto dalla società italiana, dipendente dalla televisione che offre quiz e reality. Il richiamo c’è nel primo sketch, Latte Quiz, dove la casalinga Erminia da Canicattì, il vecchio Catafalco e Giacinto vengono abbindolati dal conduttore durante la telefonata. Dopo, i provini a degli aspiranti artisti che vengono cacciati dalla sala a causa della loro impreparazione e incapacità.

E’ il turno delle poesie, come la rapidissima dal testo “Io sono un inconcludente” e dell’imitazione dello scrittore giapponese Sa Kamoto che non sa parlare l’italiano. La parte finale è un insieme di canzoni, il ritratto di due spacconi che fingono di avere grandi ricchezze e delle mogli bellissime, ma il ritornello mette a nudo la loro reale condizione di poveracci con donne “cozze” al loro fianco.

Una comicità surreale e cinica che fa pensare e che non risparmia alcun vizio umano. (d.g.)

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