Cronaca

Il ‘Mondo’ si racconta ad Avvenire «Il calcio, un compagno di viaggio»

Il ‘Mondo’ si racconta. Emiliano Mondonico, 64 anni, lo fa in una splendida intervista pubblicata oggi da Avvenire e firmata da Massimiliano Castellani, intervista nella quale richiami al male che ha allontanato il tecnico di Rivolta d’Adda dalle panchine calcistiche si alternano con ricordi e considerazioni attuali. Il quotidiano di ispirazione cattolica pubblica le parole di un uomo che «tra un po’ di raccolta al frutteto – come afferma proprio il ‘Mondo’ – e qualche rincorsa alle galline nell’aia» sta recuperando da due interventi per l’estirpazione di due masse tumorali. Così tanti punti al costato «che potrei vincere dieci campionati». A dargli la forza, «il calcio, grande compagno di viaggio». In un periodo in cui l’idea della morte è da «mettere in conto», l’impossibilità di vedere crescere il nipotino Lorenzo è stato «l’unico pensiero che mi rendeva molto triste», si legge nell’articolo di Castellani. Faccia a faccia con il dolore, anche quello degli altri, in ospedale. Tanti, tantissimi i messaggi dei tifosi. E una telefonata è rimasta impressa: quella «di un un ex ‘nemico’ juventino, Antonio Conte. Il suo affetto e la sua vicinanza costante mi ha fatto riflettere sul fatto che a volte senza conoscere bene una persona ci facciamo un’idea sbagliata. Ora che l’ho conosciuto so che Conte è una gran bella persona, sensibilissima, e con la Juve diventerà un grande allenatore».

L’ex tecnico del Torino avrebbe potuto guidare la nazionale di C alle Universiadi, su proposta del presidente della Lega Pro, Mario Macalli: «Ma non era ancora tempo di rimettersi in gioco. Però dalla fine di settembre, a detta anche dei medici, dovrei aver recuperato al 100% e allora se qualche club vorrà chiamarmi, io sul piatto ci metto le mie 1.100 panchine da professionista». Nella bella e articolata intervista di Avvenire, in cui non mancano altri spunti, anche parole sul caso calcioscommesse, «che ha riguardato prima di tutto gente del calcio con la dipendenza dal gioco d’azzardo. Io da anni qui al campetto dell’oratorio di Sant’Alberto, porto avanti un programma di recupero dalle dipendenze. Ne abbiamo salvati tantissimi dall’alcol e dalla droga, ma dalla dipendenza dal gioco quasi nessuno. Dal vizio del gioco non si guarisce mai… A quei ragazzi ripeto sempre: è una vita che vinco tutte le settimane al Superenalotto, perché non c’ho mai giocato».

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...