Economia

‘Sciopero’ dei sindaci contro la manovra “Devono considerare le nostre ragioni”

Sindaci contro la manovra. Come scritto nei giorni scorsi la giornata di oggi, giovedì, è caratterizzata dalla ‘sciopero’ (bipartisan) dei primi cittadini italiani organizzato dall’associazione nazionale comuni italiani per protestare contro la manovra. In tutta Italia fasce tricolori nei pressi delle prefetture, con riconsegna delle deleghe su anagrafe e stato civile ai prefetti (e chiusura simbolica dei relativi uffici), oltre ad aperture di uffici comunali alla cittadinanza per dare notizie sui costi dei Comuni e dare informazioni sugli effetti della manovra nei singoli enti. In città nessuna azione eclatante. “L’Amministrazione comunale di Cremona – è stato scritto una nota ufficiale – concorda pienamente con le motivazioni che sottendono alle iniziative promosse dal Consiglio Direttivo dell’ANCI per il 15 settembre a seguito della manovra finanziaria varata dal Governo (già approvata dal Senato ed attualmente in discussione alla Camera) in quanto limita l’autonomia dei Comuni e la loro capacità di garantire servizi adeguati ai cittadini. Per quanto riguarda le iniziative previste, il Comune di Cremona ha ritenuto di mettere in atto quella che ritiene più efficace: attivarsi per fornire alla cittadinanza notizie sui costi dei Comuni e per dare informazioni sugli effetti che la manovra avrà nei singoli enti”. Chiusure ‘simboliche’ in giro per la provincia (i sindaci che avevano comunicato l’adesione sono stati richiamati dal prefetto a non interrompere servizi pubblici perché ufficiali di governo).

Tra i comuni più grandi della provincia guidati da sindaci favorevoli alla protesta c’è Castelleone. Il suo primo cittadino, Camillo Comandulli, ha preso una posizione netta attraverso una lettera in cui ci si rivolte al ministro dell’interno Maroni: “Prendere in considerazione le sacrosante ragioni di un Comune che non ha mai contribuito alla formazione del debito pubblico avendo avuto da sempre una gestione in attivo“. Di seguito la lettera:

Onorevole ministro dell’interno Roberto Maroni, sono il Sindaco di un comune della provincia di Cremona di 9.600 abitanti, ed oggi ho aderito alla manifestazione di protesta indetta dall’A.N.C.I. nazionale. Come ho già illustrato a S.E. Il Prefetto di Cremona cercherò di esprimerLe sommariamente e non esaustivamente, le motivazioni che hanno portato la Giunta comunale del Comune di Castelleone, sostenuta da forze del centro destra, ad aderire alla manifestazione di protesta di oggi. La manifestazione non vuole essere un atto di ostilità al Governo ma uno stimolo a prendere in considerazione le sacrosante ragioni di un Comune che non ha mai contribuito alla formazione del debito pubblico avendo avuto da sempre una gestione in attivo. Sono ben consapevole delle difficoltà oggettive che hanno portato il Governo all’approvazione della manovra di contenimento del debito pubblico derivante, in parte, dalla situazione che si è creata in decenni di malgoverno alla quale si è aggiunta, negli ulti mesi, una situazione di crisi internazionale che ha messo in difficoltà anche le nazioni con bilanci solidi. Mi rendo anche conto delle difficoltà incontrate dal Ministro delle Finanze nel predisporre in tempi brevi norme in grado di reperire una mole di denaro così imponente conciliandole con criteri di equità nei confronti dei soggetti interessati tra i quali anche le amministrazioni comunali. Fatte tutte queste premesse, sono comunque ad esprimerLe, essendo a contatto ogni giorno con i problemi miei cittadini dei quali un pubblico amministratore deve farsi carico, la mia forte preoccupazione sulla situazione finanziaria che si è creata in questi ultimi tempi in comuni “virtuosi” come il mio, dovuta alle norme di contenimento della spesa pubblica (patto di stabilità)e alle disposizioni della manovra appena approvata che avranno ripercussioni deleterie sui servizi resi ai cittadini.

Pur riconoscendo la necessità di uno strumento di riduzione del debito pubblico (patto di stabilità) e dando atto che se non ci fosse stato ci troveremmo in situazioni sicuramente più gravi, devo contestarne le modalità di attuazione che non tengono conto della virtuosità degli enti e dell’entità dei trasferimenti statali in relazione alla dimensione demografica dei Comuni. In effetti, mentre nell’intero comparto della Pubblica Amministrazione lo stesso è peggiorato di 20 miliardi di euro, nel comparto degli Enti locali ha registrato un miglioramento di 2,7 miliardi (fonte ANCI). Onorevole Ministro, mi permetta una similitudine che rende bene l’idea: se un padre che per ragioni economiche deve ridurre di due pani al giorno la razione giornaliera della sua famiglia ed avendo due figli (uno ben nutrito 100 chili e l’altro di 50) dovesse ripartire in modo uguale la riduzione (un pane a testa) sarebbe evidente che uno tira a campare ma l’altro in pochi giorni muore. Se rapportiamo l’esempio ai comuni (grasso: che ha sempre avuto dallo Stato il ripiano dei debiti e ora si trova con trasferimenti maggiori e magro che ha sempre avuto una gestione sana e per questo non ha mai ricevuto aumenti dei trasferimenti) intuirà sicuramente il destino dei comuni “magri”. Oggi informerò i cittadini delle ragioni della protesta con una lettera e con un allegato (che potrà leggere sul sito internet del comune di Castelleone) cercando, con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti, di illustrare le difficoltà in cui si trova il nostro Comune. Conoscendo la sensibilità che ha sempre dimostrato nei confronti dei problemi delle amministrazioni locali, sono certo che darà il suo contributo nella ricerca di una soluzione più equa nei confronti delle amministrazioni virtuose.

Voglia gradire i più sinceri auguri di buon lavoro e cordiali saluti anche a nome di tutti gli Assessori della mia Giunta.

Camillo Comandulli

 

Tra i più piccoli comuni c’è invece Drizzona, guidato da Ivana Cavazzini, anche presidente del Dipartimento Piccoli Comuni di ANCI Lombardia: “Manovra iniqua e umiliante. L’imposizione del patto di stabilità ai Piccoli Comuni è un’accetta che taglia bruscamente ogni speranza. In gioco è la sopravvivenza”. Queste la sua intera dichiarazione: “Per l’ennesima volta ci troviamo di fronte a una manovra non condivisa sia nell’elaborazione che nella fase di assestamento e definizione. Questo significa che i Comuni pagano il prezzo più alto. Restando inascoltati. L’iniziativa di giovedì 15 è l’ulteriore tentativo di far sentire la nostra voce senza creare disagi. Come presidente del Dipartimento Piccoli Comuni devo anche dire che questa manovra è iniqua e umiliante. L’imposizione del patto di stabilità è un’accetta che taglia bruscamente ogni speranza, anche se ancora non sono ben noti i dettagli della norma che entrerà in vigore dal 2013 o dal 2014, secondo il numero dei residenti. Si arriva anche all’assurdo di imporci riunioni dopo le 21. Tutte imposizioni verso un’associazionismo obbligatorio – che peraltro condividiamo, almeno in linea di principio – che viene però imposto in maniera al tempo stesso irragionevole e inapplicabile. La situazione è tale che siamo ben oltre l’acqua alla gola. E’ in gioco la nostra stessa sopravvivenza“.

 

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