Cronaca

“Fam frec e…fastidi”, un altro successo per i legnanesi all’Arena Giardino

Chi ha detto che il dialetto è una lingua morta? Semmai fa morire dal ridere.
I Legnanesi hanno colpito ancora. Al penultimo appuntamento del Festival di Mezza Estate del 14 settembre erano loro i protagonisti sul palco dell’Arena Giardino. “Fam frec e…fastidi“, tre ore di battute e sghignazzate che hanno entusiasmato un pubblico su di età, ma dalla risata contagiosa. Platea e tribune stracolme.
Il vecchio e poetico cortile, tipico delle cascine lombarde, e i personaggi fantasiosi creati da Felice Musazzi nel lontano 1949 hanno dominato la scena. La Mabilia (Enrico Dalceri), con un vestito bianco e violaceo che la fa sembrare un “toblerone”, entra per prima, dopo poco è la volta della Teresa (Antonio Provasio), calze rosse, grembiule e chignon, gli applausi esplodono. Il terzo ingresso è quello di Giovanni (Luigi Campisi), esce dal wc e inizia a parlare in maniera incomprensibile. Poi le donne del cortile, la Chetta, la Pinetta, la Carmela e ancora il sindaco, i carabinieri, il dottore contribuiscono a rendere l’esibizione esilarante e al tempo stesso attenta ai temi d’attualità.
L’avanzare delle tecnologie (Mabilia chatta con il pc) e della lingua inglese (dialogo tra madre e figlia). Teresa che minaccia il marito di denunciarlo per stalking, il sindaco che parla di raccolta differenziata, i carabinieri che indagano su un filo di ferro e l’eccitazione della Teresa per un eventuale arrivo della televisione nel cortile. Tra scope e battipanni, riferimenti a personaggi del cinema e della tv, da Brad Pitt al Dottor House.
La politica, allusioni al bunga bunga, alla morte della sinistra, ai fascisti e comunisti in tempo di guerra. Fragorosi applausi sui temi dell’adozione a distanza e su coloro che sono caduti in guerra per salvare la patria.
Dopo la pausa di 15 minuti, inizia il secondo tempo e sul palcoscenico ci sono nuovi costumi e una nuova scenografia (non più il cortile ma un interno con letto, tavolo e quadro della mamma di Teresa). La speranza di una vita migliore grazie alla vincita del superenalotto, la visita di un dottore incompetente e un dialogo tra moglie e marito contemporaneo.
“Orgogliosi di essere italiani” ma Antonio Provasio concludendo annuncia: “Dopo 150 anni ancora fam frec e fastidi”. Dopo il pezzo cantato e la presentazione degli attori, la Teresa senza parrucca ci ricorda che un popolo senza memoria è un popolo senza storia.
Il prossimo appuntamento è confermato per giugno 2012.

Diana Ghisolfi

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