Torchio: «Martinazzoli, originale testimonianza di cattolico liberale e intransigente»
E’ scomparso dopo una lunga malattia Mino Martinazzoli, ultimo segretario della Dc e più volte ministro. Avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 30 novembre. Ex sindaco di Brescia, è stato un riferimento per alcuni esponenti del mondo politico cremonese. Il ricordo di Giuseppe Torchio.
«Martinazzoli ci ha insegnato a non inseguire i miti. Neppure la Dc, soggetto politico di cui pure si è avvertita pesantemente la mancanza in questo ventennio, secondo la sua lettura politica, poteva o doveva essere un mito. Sta qui la sua scommessa sulla rinascita del popolarismo. Credendo che la moderazione incarni una virtù, l’ha sempre pensata distante dalle convenienze del moderatismo. Al tempo stesso intransigente e liberale, ha riunito nella sua esperienza di uomo politico le opposte sensibilità che hanno segnato la lunga ed avvincente storia del cattolicesimo politico. Questa, per molti di noi, la sua grande originalità, anche se questa scelta ci è stata sovente rimproverata per non aver voluto privilegiare l’area dei vincitori, è comunque il discrimine di un impegno di coerenza e di fedeltà ad un umanesimo più ampio e più ricco dell’angusta vicenda politica.
Con gli amici della “base” e della DC prima e dei “popolari” poi, lo voglio ringraziare per le mille occasioni di vibrante amicizia, di colta presenza anche alle iniziative nel nostro territorio, nelle mutevoli sorti delle vicende elettorali. Un uomo che porteremo nella nostro patrimonio morale come segno di impegno, pulizia, cultura giuridica e politica ma soprattutto come amico, nella buona e cattiva sorte».
Martinazzoli è nato a Orzinuovi (Bs) nel 1931. Eletto segretario della Democrazia Cristiana nel 1992, traghettò il partito verso la trasformazione nel Ppi. In precedenza era stato deputato, senatore, ministro della Difesa, della Giustizia, delle Riforme Istituzionali. Nel 1994 venne eletto sindaco di Brescia, carica che ricoprì fino al 1998. Nel 2000 si candidò per il centrosinistra a presidente della Regione Lombardia, ma venne sconfitto da Roberto Formigoni, che con lui aveva militato nella Dc. Rimase comunque in Consiglio regionale fino al 2005. Nel 2004 si schierò con Clemente Mastella e venne eletto presidente di Alleanza Popolare-Udeur. Negli ultimi anni si era impegnato in alcune campagne referendarie e nel 2009 ha pubblicato un libro autobiografia.