Cronaca

Sciopero della fame di Alex,maestro precario, sui gradini del Provveditorato

In mano ha il libretto della Costituzione aperta all’articolo 4, quello sul lavoro. E’ seduto sull’ultimo gradino del Provveditorato a Cremona davanti a due cartelloni: “Lo stato ci riduce a morti di fame”, “Adotta un precario”. E’ Alex Corlazzoli, 36 anni, insegnante alle scuole elementari in provincia di Cremona da 5 anni, giornalista e scrittore. Ha iniziato lo sciopero della fame («e del gradino», scherza) nel tardo pomeriggio di martedì. Il motivo? Il provveditorato gli ha affidato 16 ore in una scuola a Trescore Cremasco. Risultato, 700 euro di stipendio mensili. «Sono le briciole della scuola italiana che ormai un precario è destinato a raccogliere – afferma -. Sciopero perché la mia storia individuale diventi una storia collettiva. Non mi voglio fare pubblicità, solo voglio farmi portavoce di tutti gli insegnanti che magari si vergognano a dire che lavorano per stipendi da fame o con ragazzini diversamente abili senza averne le competenze solo per avere un impiego».
Alex chiede di raggiungere almeno le 20 ore settimanali. «Potrei completare il mio orario fino ad arrivare a 24 ore, ma c’è un labirintico sistema che non me lo permette – si sfoga -. Per questo sono qui: chiedo di avere quelle quattro ore che mi spettano e che mi consentirebbero di arrivare a 20. Sappiamo che ci sono, per esempio a Sergnano, ma (e questo è il controsenso) non sono più di competenza del Provveditorato, ma dell’istituto che segue una sua graduatoria e le assegna a scuole già iniziate». La questione è complessa. Tra graduatorie del Provveditorato e graduatorie dei singoli istituti, che coprono i posti vacanti dopo l’inizio dell’anno scolastico spesso affidando gli incarichi a docenti di ruolo.
«Lo stesso avviene per gli insegnanti di sostegno. Sono stati fatti gli incarichi – racconta Alex – e sono avanzati dei posti che, con il sistema attuale, andranno probabilmente ad insegnanti che non hanno le competenze per seguire ragazzini diversamente abili. Io avevo due possibilità: accettare le 16 ore o aspettare un posto a tempo pieno come maestro di sostegno. Ecco, ho scelto di non creare danno al ragazzino e di accettare il posto che posso coprire con adeguate competenze».
Intanto, sui gradini davanti al Provveditorato, anche il maestro Matteo Vantadori e Laura Valenti, referente precari Cgil, si uniscono alla protesta. Parlano, insieme ad Alex, del caos della scuola. Di  incarichi di soli otto ore a settimana, contratti interrotti per il periodo natalizio, stipendi pagati in ritardo, contributi “volontari” chiesti dalle scuole alle famiglie per comprare risme di fogli.
«Sciopero perché i genitori sappiano che quest’anno avranno un maestro che lavora senza motivazioni e senza entusiasmo – spiega Alex -. E che è costretto a fare un secondo lavoro, magari in nero, per poter campare. Questa è la scuola pubblica che abbiamo in Italia. Sono stufo di elemosinare un posto di lavoro». Alex Corlazzoli passerà la notte in macchina. Mercoledì chiederà un incontro col Prefetto. «Starò qui finché non avrò ottenuto quello che voglio», conclude.

Greta Filippini

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