Comuni in piazza contro la manovra«No all’eliminazione dei piccolicon meno di 1000 abitanti»
Si allunga la lista dei sindaci che con la fascia tricolore il 29 agosto sfileranno a Milano alla manifestazione promossa dal presidente f.f. dell’Anci, Osvaldo Napoli contro l’eliminazione dei piccoli comuni sotto i mille abitanti. Anche Motta Baluffi, con una lettera del sindaco Giovanni Vacchelli, esprime il suo totale dissenso per i provvedimenti messi in atto dal Governo. Vacchelli, in una lettera – qui di seguito – rivolta a tutti i primi cittadini del cremonese, propone l’unione dei comuni, al fine di organizzarsi e proporre un’ alternativa che impedisca la scomparsa dei piccoli Enti locali. Sono trentadue i comuni della provincia cremonese che rischiano di scomparire: nella zona cremonese sono infatti: Azzanello, Bordolano, Cappella Cantone, Cappella de’ Picenardi, Castelvisconti, Cella Dati, Cicognolo, Crotta d’Adda, Derovere, Gabbioneta Binanuova, Gombito, Olmeneta, Pessina Cremonese, Scandolara Ripa Oglio, Volongo. Nel casalasco i Comuni sono: Ca d’Andrea, Casteldidone, Drizzona, San Martino del Lago, Spineda, Tornata, Torricella del Pizzo, Voltido.
Nella zona cremasca ecco i Comuni interessati: Campagnola Cremasca, Casaletto di Sopra, Castelgabbiano, Cumignano sul Naviglio, Moscazzano, Quintano, Ripalta Guerina, Ticengo, Torlino. La manifestazione che si terrà alle ore 11 presso l’Auditorium Gaber, Palazzo Pirelli a Piazza Duca D’Aosta, è stata convocata con una lettera rivolta a tutti i sindaci firmata da Napoli: «Siamo ad un passaggio decisivo per il futuro delle nostre comunità. Per questo mi rivolgo direttamente a te per chiedere a te ed ai tuoi colleghi amministratori di partecipare ad una grande manifestazione di Sindaci e amministratori dei piccoli Comuni che ANCI ha indetto per il giorno 29 agosto a Milano. In concomitanza con il dibattito sulla manovra in Commissione al Senato. Con incredibile faciloneria si parla di accorpamento dei comuni sotto i 1000 abitanti, di eliminazione di giunte e consigli, in sostanza della sparizione dei Comuni. Si riduce il numero dei consiglieri negli altri piccoli comuni, sino a rendere praticamente inutili e ingestibili i consigli, e sino ad infliggere un colpo mortale ad una straordinaria rete di partecipazione democratica, di volontariato civico, di impegno per la propria comunità, per la sua coesione sociale, per la promozione ed il sostegno al suo sviluppo. Il tutto vergognosamente contrabbandato come taglio virtuoso ai costi della politica ed alla casta»
Anche Attilio Fontana, Presidente di ANCI Lombardia, si è rivolto ai colleghi per sottolineare l’importanza della mobilitazione del 29 agosto a Milano: «E’ importante partecipare tutti alla assemblea degli amministratori del Nord promossa da ANCI, una forte mobilitazione dei Sindaci e degli amministratori comunali per far capire al Paese che bastonare i Comuni più grandi e sopprimere i più piccoli non fa diminuire il debito pubblico, ma semmai fa diminuire il livello di democrazia del nostro Paese»
Ma la protesta andrà oltre, i sindaci chiederanno anche di limitare i pesanti tagli che la manovra vuole imporre a tutti gli enti locali, a scapito della sopravvivenza degli stessi: «I Comuni hanno già dato tutto quello che potevano dare – prosegue Fontana – Se lo Stato avesse fatto come i Comuni sarebbe in attivo. Il patto di stabilità ci ha già bloccato investimenti per oltre 6 miliardi di euro in tre anni, facendoli calare del 20% in un momento in cui la stagnazione economica avrebbe proprio bisogno del ruolo comunale di investitore sul territorio.I Comuni potrebbero essere il vero volano della ripresa – continua il presidente di ANCI Lombardia – e sono di sicuro i veri garanti della coesione sociale: mortificarli significa mettere in discussione le basi stesse dell’economia e della società italiane»
Anche Mauro Guerra, coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni e Ivana Cavazzini, Consulta dei piccoli Comuni ANCI Lombardia, sono fra i promotori di questa giornata di mobilitazione: «Non riusciamo a capire com in una manovra varata per reperire quarantacinque miliardi di euro possa trovare posto la decisione di eliminare i comuni sotto i mille abitanti. Parlano di cinquantaquattromila poltrone in meno come se i costi della casta fossero solo da attribuire ai consiglieri comunali che percepiscono diciassette euro lordi a seduta per tre sedute l’anno o agli assessori che guadagnano centotrenta euro al mese, il più delle volte nemmeno ritirati ma lasciati nelle casse dei Comuni. Qui l’unica cosa che verrà eliminata è la democrazia e la partecipazione civica di tutti questi cittadini dei piccoli centri».
GIOVANNI VACCHELLI, SINDACO DI MOTTA BALUFFI: LETTERA APERTA AI SINDACI SINDACI CREMONESI
In questi tempi di crisi mondiale oltre che di quella più grave in Italia, mi permetto di sottoporvi alcune riflessioni sulla parte del decreto che riguarda la soppressione dei Comuni sotto i 1000 abitanti. Sicuramente sarebbe stato più efficace un provvedimento che, nell’ambito di un’aggregazione minima di 5000 abitanti lasciava ai territori, in tempi brevi (massimo entro il 31 12 2012), la libertà di scelta come aggregazione e non questa penalizzazione matematica che obbliga i piccolissimi a muoversi e tutti gli altri ad attendere in silenzio quasi fosse un problema di altri. Resta però il fatto che la normativa che ci obbliga a mettere in comune i servizi da un lato e questo decreto dall’altro,oltre che ipotesi e pareri sui giornali dovrebbe io credo, suggerirci un vero colpo di reni. Si noi siamo in prima fila, il primo interlocutore della gente ma siamo anche così piccoli e con gli ultimi 10 anni di tagli, tanto poveri e privi di mezzi che così non possiamo andare avanti. E allora via le menate sul calcolo del consenso, via i particolarismi, via i bianchi i rossi o i verdi,Sediamoci attorno al tavolo delle tre consulte, chiediamo alla Provincia ed al Prefetto un coordinamento e prendiamo noi il toro per le corna. Abbiamo un tempo per modificare il decreto attraverso ANCI e parlamentari. Non aspettiamo che altri, se pur legittimamente, decidano per noi. Basta lamentele o interviste fataliste. Questo è un messaggio epocale di cui possiamo essere protagonisti e non spettatori agostani. Soprattutto non lasciamo sulle spalle dei piccoli paesi il peso di questi cambiamenti che potremmo solo subire. Come diceva qualche tempo fa un politico cremonese “rimbocchiamoci le maniche e cominciamo subito!!”
Giovanni Vacchelli
Sindaco di Motta Baluffi