Cronaca

GMG, i 650 cremonesi alla catechesi con il Card. Dionigi Tettamanzi Oggi l’attesa per l’arrivo del Papa

La sveglia è suonata presto anche mercoledì 17 agosto per i 650 giovani cremonesi che partecipano alla GMG di Madrid. Da Getafe, dove alloggiano, dopo una rapida colazione, si sono trasferiti nella città di Alcorchon (anch’essa nell’hinterland di Madrid) per seguire la prima catechesi dal titolo “Saldi nella fede”. Nella chiesa parrocchiale di San Pedro Bautista, retta dai frati francescani, si sono ritrovati insieme con i coetanei di Noto e di Acqui (quest’ultimi con il loro vescovo, mons. Micchiardi), ma anche con alcuni scout di RomCa, diversi giovani legati alla spiritualità scalabriniana e un gruppo della diocesi di Milano.  A guidare la preghiera, soprattutto i canti, i giovani cremonesi guidati da don Michele Martinelli, vicario di San Sebastiano in città.

A dettare la meditazione è stato il card. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo emerito di Milano, che accompagna migliaia di ragazzi ambrosiani. Il porporato è entrato subito in sintonia con i giovani grazie al suo stile amabile e schietto e diverse volte, soprattutto quando ha parlato dell’impegno verso i più deboli della società, è riuscito a strappare diversi applausi. Un clima di meditazione e di silenzio ha accolto la riflessione, durata poco più di 30 minuti. Anzitutto il cardinale ha sottolineato quanto la fede sia un dono assolutamente gratuito di Dio: così immeritato che dovrebbe sempre suscitare stupore e ammirazione. Proprio sullo stupore di sentirsi amati da Dio, l’arcivescovo ha insistito più volte. Come ogni dono, però, la fede deve essere accolta responsabilmente dall’uomo: il Signore, infatti, non obbliga  nessuno a seguirlo, egli semplicemente propone un progetto, un disegno d’amore, e l’uomo è libero di recepirlo o meno.

Infine il porporato ha sottolineato come la fede non possa essere un atteggiamento intimistico dell’uomo, ma deve spingere quest’ultimo a un impegno serio ed efficace nel mondo. In modo particolare l’uomo deve combattere contro le ingiustizie e le discriminazioni, soprattutto se riguardano i poveri e gli abbandonati: «Spesso dicono – ha quasi gridato l’arcivescovo – che i diritti dei deboli non sono diritti deboli».

Sono seguite alcune domande, quasi tutte riguardati la difficoltà di testimoniare la fede in un ambiente ostile e lontano: «Non dobbiamo sentirci inferiori – ha precisato il porporato –, non dobbiamo provare sensi di inferiorità. Sentiamoci maggiormente liberi, senza aver paura di critiche o disapprovazioni». Quindi è stato annunciato un momento di silenzio e meditazione con la possibilità di prendere una boccata d’aria nell’ampio sagrato della chiesa: alcuni giovani hanno approfittato per accostarsi al sacramento della penitenza, altri hanno sfogliato il quotidiano “Avvenire” che è stato loro distribuito all’uscita dell’edificio sacro. Per tutti, infatti, era disponibile una copia gratuita del giornale dei cattolici italiani, che ha aperto una piccola redazione temporanea a Madrid.

Alle 12.30 è iniziata la Messa dedicata allo Spirito Santo: accanto all’arcivescovo ambrosiano ha preso posto il vescovo Micchiardi e don Giovanni Nava e don Gianluca Gaiardi in rappresentanza della diocesi di Cremona. Commentando il Vangelo che narra di Gesù che cammina sulle acque e dell’angoscia di Pietro che affonda se non afferra la mano di Cristo, il card. Tettamanzi ha sottolineato che “La fede non nasce mai dalla paura, ma da un amore riconosciuto e compreso”. Il porporato, quindi, ha voluto scambiare personalmente con tutti i sacerdoti il segno della pace, meravigliandosi per l’imponente presenza di preti cremonesi, poco meno di 40. Terminata l’Eucaristia ogni gruppo è tornato nuovamente a Madrid per continuare la visita alla città e partecipare alle diverse manifestazioni culturali, musicali e ludiche del Festival della gioventù. In attesa di Benedetto XVI.

 

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