«Vogliono tagliare i piccoli Comuni per non toccare i grandi che spendono» A rischio 32 Comuni in provincia
(nella foto i 15 Comuni dell’area cremonese che rischiano di sparire – vedi link in fondo)
«La mia Giunta ed il mio Consiglio comunale, in un anno, costano meno dell’indennità di un commesso del Senato in un mese». Dopo l’impatto della manovra del governo, che prevede tra le altre cose il taglio delle province con meno di 300mila abitanti (Cremona è salva) e una sforbiciata ai Comuni con l’accorpamento di realtà sotto i mille abitanti, arrivano le reazioni. Il virgolettato è firmato Giuseppe Torchio, già parlamentare, per tre mandati sindaco di Spineda e per due presidente di Anci Lombardia e della Consulta Nazionale dei Piccoli Comuni. Ora capogruppo di opposizione in consiglio provinciale. «Adesso dobbiamo dare un taglio anche alla demagogia – dice -. Con 58 euro all’anno di gettoni per i consiglieri e con il servizio gratuito da parte degli assessori, il Presidente del Consiglio avrà tagliato venti ‘cadreghe’, anche al mio paese, ma senza risparmiare un fico secco. Anzi dovremo dare un contributo all’asilo pari alla mancata devoluzione dei nostri gettoni».
Per le carte e i passi burocratici comunali, come rispondere allo zio Gino? «Mentre a Roma si va avanti a suon di annunci e di demagogia i sindaci invece devono rispondere a mio zio Gino di Isola Dovarese che mi chiede se per le carte dovrà andare a Vescovato, Ostiano o a Piadena o a mia zia Anna di Spineda se ora è competente Bozzolo, Casalmaggiore o Viadana».
«Ma a Parigi e Berlino le cose le hanno affrontate e risolte diversamente. In Francia hanno mantenuto l’elezione diretta del sindaco e dei Consigli comunali nei 36mila comuni così come in Germania nei loro 12 mila. Quello che emerge è la spinta associativa delle funzioni, già ben rodata nel paese transalpino attraverso la riforma Chevenement che ha portato all’esercizio delle funzioni attraverso una sorta di comunità di comuni – continua Torchio -. Sono in contatto costante con il mio successore all’Anci di Roma, l’onorevole Mauro Guerra, sindaco di Tremezzo, sul lago di Como, e con il dirigente del Dipartimento Daniele Formiconi e mentre vogliamo conoscere il testo del provvedimento, tuttora tabù, siamo tutti concordi che la svolta deve esserci ma senza cortine fumogene e falsa demagogia perché non si può tagliare e cambiare solo dal basso, come per il blocco a due mandati elettivi limitato ai sindaci quando abbiamo parlamentari, presidenti della Regione come Formigoni (al quarto mandato) o assessori regionali come Rossoni (al quinto mandato) eletti a vita».
«RESPONSABILITA’ ANCHE TRA NOI»
«Ma c’è una responsabilità anche dentro di noi – afferma -. Basta coi balletti di chi entra in un’Unione di Comuni e poi ne esce come quando si va al cinema. Con questi comportamenti discontinui si favorisce lo sberlone finale da parte del Governo. Occorre più serietà così come abbiamo fatto in molti nostri paesi della bassa dove abbiamo unificato i servizi e il 70-80% delle gestioni avviene ormai a livello centralizzato. In questo modo si sono eliminate spese inutili, sono state realizzate delle economie di scala e sono stati mantenuti i servizi ai cittadini. Ma, per favore, basta con questi proclami che non risolvono nulla perché da un calcolo effettuato in queste ore i quasi 2000 comuni che si vogliono sopprimere costano, complessivamente, a livello di ‘cadreghe’ elettive 4 o forse 5 milioni di euro contro una manovra di 40 (diconsi quaranta) miliardi».
TRESPIDI (UDC) SULL’INTERO PROVVEDIMENTO: «PAGANO SEMPRE LE CATEGORIE PIU’ DEBOLI»
Chi paga sono sempre i più deboli. Questo il tono usato invece dal coordinatore provinciale dell’Udc Giuseppe Trespidi nel commentare il quadro complessivo dell’intervento governativo: «Quando serve un reale sforzo per rimettere in sesto le cose a pagare sono sempre le categorie più deboli. Questo nonostante il richiamo del Presidente della Repubblica ad una manovra equa e concordata e nonostante la disponibilità delle forze politiche di opposizione a fare la propria parte nell’interesse dell’Italia». Intervento drastico necessario, ma «di interventi strutturali mirati alla diminuzione della spesa pubblica e al rilancio dell’economia non se ne trovano tracce evidenti. I tagli ai costi della politica, ai doppi o tripli stipendi, ai doppi o tripli incarichi retribuiti sembra che finalmente trovino una risposta adeguata nel loro disboscamento e nei loro tagli. Riguardo alle Province e i Comuni si prevede un loro ridimensionamento. Nulla, invece, su un riordino delle Regioni. Finalmente una risposta concreta al superamento di alcuni enti inutili o sottodimensionati con annessi quelli che Calderoli chiama privilegi o poltrone? A prima vista sembrerebbe di sì. Nella realtà vedremo quanti euro saranno recuperati eliminando questi ‘sprechi’ e quali vantaggi ne trarranno i Cittadini».
«Al momento quello che appare certo è che si anticipa il cosiddetto federalismo fiscale con l’inserimento dell’IMU (Imposta Municipale Unica) al 2012. Un anticipo che andrebbe senz’altro bene perché responsabilizzerebbe ulteriormente sindaci e presidenti di Provincia. Peccato però che questo provvedimento sia accompagnato da una drastica riduzione dei trasferimenti statali a Comuni e Province. Saranno ancora riduzioni e tagli lineari? Vedremo. Questo al di la di tagli lineari o meno significa comunque che se quest’anno il Comune di Cremona ed altri Comuni hanno dovuto aumentare l’addizionale IRPEF per far quadrare il bilancio e garantire i servizi primari ai Cittadini e la Provincia ha dovuto aumentare il prelievo sulla RC auto per poter intervenire sulla manutenzione delle strade nel 2012 chissà cosa ci aspetterà. Cosa ci aspetterà è purtroppo semplice – conclude Trespidi -. Non saranno aumentate le tasse statali ma, se vogliamo mantenere il livello dei servizi attuali, dovranno necessariamente essere aumentate le tasse locali. Tasse locali che gravano soprattutto sui contribuenti più deboli. Alla faccia dell’equità».
GUERRA (VICEPRESIDENTE ANCI): «MANOVRA INSOSTENIBILE CHE INCIDE SUI SERVIZI SOCIALI»
Il vicepresidente Anci e coordinatore nazionale della consulta Piccoli Comuni, Mauro Guerra, parla così: «Manovra insostenibile. Sui piccoli Comuni ancora molta confusione». «La manovra che ci è stata presentata è inaccettabile, recessiva e penalizzando gli enti locali si abbatterà in realtà sugli investimenti e sui cittadini delle fasce più deboli, perché andrà a incidere sui servizi sociali», dice Guerra commentando la bozza di manovra aggiuntiva illustrata nell’incontro tra Governo ed Enti locali e che prevede ulteriori tagli ai Comuni di 1,7 miliardi nel 2012, oltre ai 3 miliardi di inasprimento del patto di stabilità decisi dalla manovra di luglio e ai tagli del 2010.
FORMIGONI: LA MORTE DEL FEDERALISMO FISCALE
Critico, pensando al federalismo, il presidente della Regione Roberto Formigoni. Il ministro Tremonti parla di anticipo del federalismo: «Non riesco a comprendere cosa si anticipa. Le Regioni parlano di affossamento del federalismo fiscale già con la manovra di luglio. Con ulteriori tagli il federalismo dal punto di vista delle Regioni non esiste più. Nel 2010 i tagli arrivavano a 4,5 miliardi, quest’anno ammontano a 9,5».