In barca sul Po senza controllo Campeggiatori abusivi dall’estero Pacchetti fino a 1800 euro a settimana
Campeggi abusivi, pesca di frodo, furti di barche. E termini come pirati, predoni. Il fiume Po nell’immaginario collettivo sta prendendo sempre più i connotati di zona franca, in balia di figure che vivono al confine tra legalità e illegalità e che non si fanno scrupoli a varcare tale linea di demarcazione. I mezzi a disposizione delle forze dell’ordine per il Po sono quelli che sono. Controllare chilometri e chilometri di fiume non è semplice, anche se sulla spinta delle segnalazioni sempre più frequenti la politica e le amministrazioni stanno cercando di muoversi. Cremonaoggi si è imbarcata sul fiume e ha provato a toccare con mano quali sono le problematiche che attanagliano il corso d’acqua più lungo d’Italia.
Il Po è nelle mani dei tedeschi. Sembra un’affermazione forte, ma almeno guardando al turismo legato alla pesca non si è così lontani dalla realtà. Ad alimentare la pressione sul fiume esercitata dalle centinaia di pescatori teutonici e austriaci (escludendo per un attimo chi arriva dall’Est, ovvero quei flussi dietro i quali si celerebbero gran parte dei predoni di pesci e di motori) ci sono i “wallercamp”, pescaturismo stranieri. Noleggiano barche e offrono pacchetti rivolti ai turisti di matrice straniera attirati dal pesce siluro. Negli ultimi anni si sono moltiplicati e a chi opera sul posto e possiede carta d’identità italiana è rimasto solamente quel bacino d’utenza che parla la nostra lingua.
Lungo il Grande fiume questi “wallercamp” tedeschi superano la decina. Si sono spartiti il Po a tratti regolari. Nessuno di questi pesta i piedi ai connazionali. C’è chi si muove regolarmente, ma non mancano coloro che in barba alle normative riescono a far proprie buone fette di mercato. Molti soldi. Segnalazioni, denunce. I pescatori locali si dicono stremati. E lamentano concorrenza sleale, con mancanza di autorizzazioni adeguate, eccezion fatta per la semplice licenza di pesca nelle mani dei turisti. Parco mezzi da decine di imbarcazioni. Sempre le stesse attraversano il fiume, trasportando però turisti del Centroeuropa che cambiano ogni settimana. Nessuna targa visibile, nessun marchio che possa ricondurre a un noleggio autorizzato. E dove queste barche attraccano, schiere di auto con targhe tedesche e austriache.
Questi turisti della pesca campeggiano abusivamente su entrambe le sponde del fiume. Si ubriacano e anche di notte sono pronti a gettare gli ami in acqua. Chi vive ogni giorno il Po si trova faccia a faccia con questa realtà praticamente ogni giorno. A incanalare flotte di pescatori tedeschi e austriaci nel tratto cremonese un “wallercamp” attivo nella provincia di Parma. Questo viene indicato a Cremonaoggi. Le tariffe dei pacchetti offerti da queste agenzie variano leggermente. Ma si assestano tra i 1600 e i 1800 euro a settimana per due persone. Intascano parecchi soldi. Per diversi mesi all’anno.
Controlli in queste ultime settimane ne sono stati fatti. Come a metà luglio, quando su input della Prefettura diverse forze dell’ordine hanno tenuto d’occhio il fiume contro predoni di pesci e motori. Tutto però è risultato essere tranquillo. Almeno quel giorno.
“Diversi operatori fluviali che esercitano attività di noleggio imbarcazioni rispettano le normative vigenti. Questi però (con riferimento a molti “wallercamp” stranieri) operano tranquillamente senza autorizzazioni”. Parla così Mauro Codeluppi. E’ il presidente di Infrastrutture Fluviali srl. Noleggia imbarcazioni per pesca e per turismo a Boretto (Reggio Emilia). La sua è una delle realtà più importanti del Po. “Ogni attività di noleggio ha la necessità di essere autorizzata dal Comune. Le barche devono essere immatricolate e targate visibilmente. Questi non hanno nulla. Per di più i turisti che fanno arrivare sono sempre più spesso protagonisti di campeggi abusivi su entrambe le sponde”, dice. “Le nostre barche sono quasi ferme. Però stranamente continuano a passare davanti ai nostri occhi queste imbarcazioni senza targa con a bordo turisti che cambiano ogni settimana. C’è un grosso business dietro”, conclude.
Più in generale Cremonaoggi ha interpellato l’assessore provinciale alla sicurezza del territorio, Federico Lena, sui problemi legati al Po. Si è mosso molto nelle scorse settimane: “Ci siamo attivati per una sinergia con Piacenza e Lodi, in grado di mettere in comune le forze a disposizione per i controlli sul fiume”. “Il contesto in cui si opera comunque non è semplice”, continua. Su eventuali “wallercamp” con l’ombra dell’irregolarità però è chiaro: “Di certo non sono sulle nostre sponde. L’eventuale coinvolgimento di Cremona è da ricercare in attività che operano in Emilia”.
Michele Ferro