Cultura

Enzo Dara: «Presto esce il mio terzo libro» di Enrico Pirondini

Nella foto in alto Protti che tiene a battesimo Luciano Pavarotti e l’ancora giovane Enzo Dara. Sotto Enrico Pirondini con Enzo Dara. Infine due foto di Aldo Protti.

Enzo Dara: «Presto esce il mio terzo libro». Dedicato ai personaggi che non porta più in scena dopo il ritiro, come i rossiniani Don Bartolo (Barbiere) e Don Magnifico (Cenerentola ). Oggi il bassoPremio Ponchielli alla carriera” (1999) fa il regista, insegna nella prestigiosa Accademia CUBEC con Mirella Freni e cura vari master class: dal Bibiena di Mantova a Barcellona. E non ha dimenticato il maestro Ottorino Vertova, cremonese di adozione, collaboratore di Mascagni e Toscanini e lamicone Aldo Prottilui di destra, io di sinistra. Che discussioni dietro il palco!”

Nella sua abitazione mantovana di via Carlo Montanari il maestro Enzo Dara (“il più grande basso buffo del mondo”, come diceva il maestro Zedda) sta “limando” gli ultimi capitoli del suo terzo libro. Un saggio dedicato ai grandi personaggi che ha interpretato in quarant’anni di carriera nei più prestigiosi teatri del mondo. Dara ha appena terminato la regia del “Concerto in forma scenica” degli allievi che hanno frequentato il “Cubec” , cioè l’Accademia di alto perfezionamento per cantanti lirici di Modena diretta da Mirella Freni; concerto che al teatro Carani di Sassuolo è stato salutato dalle ovazioni del pubblico. Ed ha da poco archiviato gli impegni a Barcellona (master class) e Sarzana (Concorso internazionale “Spiro Argiris”).

Maestro Dara, ci può anticipare qualcosa del suo terzo libro?

“Ho voluto parlare dei personaggi che ho portato nei principali teatri del mondo e che, ora che mi sono ritirato dalle scene, non faccio più”.

Personaggi cui lei deve molto del suo straordinario successo. Come i rossiniani Don Bartolo (il suo barbiere era Figaro), Don Magnifico e Dandini (Cenerentola); come il Don Pasquale e Dulcamara di Donizetti, il Gianni Schicchi di Puccini….

“Esatto. Pensi che Don Bartolo l’ho portato in scena ben 335 volte , Don Magnifico 157 volte, Don Pasquale 137; Dulcamara, il medico ambulante che offre alla folla cure efficaci per ogni malanno, dalle rughe al mal di denti, l’ho interpretato un centinaio di volte…”


Anche
al Metropolitan di New York accanto a Pavarotti

“L’ho fatto nove volte. Era l’autunno del 1991. Sul podio il grande Levine”.

Maestro, questo è il suo terzo libro. Nessun cantante ha mai scritto tanto. Evero che lei è anche pubblicista ma tre libri in una quindicina di anni costituiscono un bel traguardo.O no?

“A me piace scrivere. E leggere.”

Il suo primo libro (“Anche il buffo nel suo piccolo”) é uscito nel 1994 dedicando alla sua Mantova diversi passaggi poetici ed al cremonese di adozione, il maestro di coro Ottorino Vertova, addirittura un intero capitolo…..

“Beh, io ho cominciato a cantare di notte, per le strade acciottolate di Mantova; strade piene di nebbia e di gatti, in coro con gli amici più fidi. E’ qui che ho avuto i miei primi ammiratori..Quanto al grande Vertova, è impossibile dimenticarlo”.

Perché?

Perché Vertova è stato l’ultimo superstite della triade di grani maestri di cori italiani; gli altri due erano Venturi e Veneziani. Sono venuto spesso a Cremona a trovarlo, ricordo che era assistito e coccolato da due anziane fruttivendole”.

Scriverà ancora di lui?

“Certo. Di Vertova, gloria cremonese, so tante cose. I suoi successi in America, al Covent Garden di Londra, alla prima della Fanciulla del West di Puccini al Metropolitan di New York, con Toscanini a BUsseto nel 1913 in occasione del centenario della nascita di Verdi. Era anche un grande appassionato di caccia. Pensi che ricordo persino il nome dei suoi tre cani”.

Cioè?

“Snuk, Star, Tell.

Il suo secondo libro (“Personaggi in chiave”) è stato pubblicato da Azzali di Parma nel 2004….

“Ed è un libro che è andato bene. Un libro in cui ho raccontato le grandi personalità della musica e del teatro che ho avuto la fortuna di incontrare nell’arco della mia carriera. Come Gigli, come la Callas”.

Come il cremonese Aldo Protti….

“E’ stato un grande, Aldo. Una voce “verdianissima”. Ricordo due serate magiche al suo fianco: a Catania nel 1965 in un Rigoletto diretto da La Rosa Parodi e a Pordenone nel maggio del 1969 in un Barbiere di Siviglia diretto da Bagnoli. Un trionfo. Eravamo diventati amici. Ricordo le discussioni politiche: lui di destra, io di sinistra. La prima volta che ci siamo incontrati su un palcoscenico è stato nel 1963 a Bilbao ed Oviedo. Lui era impegnato in Nabucco e Rigoletto;io in brevi apparizioni in Sansone e Dalila, Puritani e nello stesso Rigoletto. E’ stato lui a dirmi “diamoci del tu”. E che belle le serate con Aldo, e con LucianoPavarotti ed il maestro EttoreCampogalliani. Nel 1968 abbiamo cantato ancora insieme,al circolo Amici della lirica Eravamo inseparabili. Ne libro precedente gli ho dedicato undici pagine e cinque foto. Questa volta farò di più”.

Enrico Pirondini

 

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...