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Scommesse, inizia il processo sportivo Società grigiorossa pronta a difendersi

Ci vorrà ancora del tempo prima che la giustizia ordinaria arrivi ai propri verdetti. La giustizia sportiva, però, con il suo andamento frenetico, in una corsa contro il tempo prima della partenza dei campionati, è prossima all’inizio del processo. Mancano poche ore: la vicenda del calcioscommesse, scoppiata a Cremona con l’inchiesta ‘Last Bet’, approderà sui tavoli della Commissione disciplinare nazionale della Federcalcio domani, mercoledì. Dopo i deferimenti del procuratore Figc Stefano Palazzi (nella foto), la questione passa alla corte romana presieduta da Sergio Artico. Tutto sarà fatto in tempi rapidissimi. Si arriverà a una sentenza in pochi giorni. Questa è la volontà dei dirigenti incravattati del mondo pallonaro federale. A difendersi sono chiamati 26 tesserati e 18 società di diverse categorie. Con il rischio squalifiche e penalizzazioni che incombe su di loro. Per la serie A ci sono l’Atalanta e il Chievo. La serie B è coinvolta con tre compagini (Ascoli, Sassuolo ed Hellas Verona) e la Lega Pro con undici. Ovvero Alessandria, Cremonese, Benevento, Ravenna, Virtus Entella, Piacenza, Esperia Viareggio, Portogruaro, Taranto, Spezia e Reggiana. Mentre nella Lega Dilettanti sono state deferite Cus Chieti e Pino Di Matteo.

Più gravi le posizioni di Alessandria e Ravenna, per le quali, a differenza delle altre realtà sportive, si parla di responsabilità diretta. Nel provvedimento di Palazzi è finita come detto anche la Cremonese, deferita per la violazione dell’articolo 4 del codice di giustizia sportiva, per “responsabilità oggettiva, per gli addebiti mossi al suo tesserato Paoloni per l’epoca di corrispondente tesseramento quale calciatore, ovvero fino al 31/1/2011″. La società si difenderà a dovere. Il processo deve ancora cominciare, ma si tratta comunque di un brutto colpo, di una beffa. Sì, perché il pentolone è stato scoperchiato proprio grazie a una denuncia del direttore generale Sandro Turotti. La società si è sempre definita parte lesa. E a più riprese questa condizione è stata confermata anche dal procuratore della Repubblica di Cremona Roberto di Martino e dal gip Guido Salvini. Ma in questo caso si tratta di giustizia ordinaria. Altro paio di maniche per la giustizia sportiva.

Tra i tesserati deferiti c’è Marco Paoloni, “in relazione all’ipotesi di associazione finalizzata alla commissione di illeciti” per la violazione dell’articolo 9 del codice di giustizia sportiva. Le partite “incriminate” sono Monza-Cremonese del 21 novembre 2010, Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010 e Spal-Cremonese del 16 gennaio 2011. E ci sono nomi assai noti, come il capitano dell’Atalanta Cristiano Doni e Beppe Signori. Oltre a Paoloni, ci sono pure l’ex giocatore della Cremonese Carlo Gervasoni e il gestore di punti di scommesse pescaresi Massimo Erodiani (tesserato per il calcio a 5). In totale i deferiti sono 26: Erodiani, Paoloni, Parlato, Bellavista, Buffone, Bressan, Gervasoni, Micolucci, Signori, Sommese, Tuccella, Furlan, Bettarini, Fabbri, Gibellini, Santoni, Manfredini, Tisci, Doni, Deoma, Zaccanti, Veltroni, Rossi, Ciriello, Quadrini e Saverino.

Nelle accuse c’è un capitolo dedicato interamente all’avvelenamento dei grigiorossi con l’ansiolitico Minias (Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010). Il procuratore federale, valutati gli atti di indagine espletati, ha invece archiviato le posizioni di Massimo Erodiani e Marco Paoloni in riferimento alla gara Cremonese-Spezia disputata il 17 ottobre 2010, “in quanto allo stato degli atti dell’indagine penale – si legge nella nota – non sono emerse condotte di rilievo disciplinare”. La “papera” finale di Paoloni, quindi, viene considerata tale dal procuratore federale, mentre il gip Salvini nell’ordinanza di custodia cautelare parla di un “rocambolesco fine gara che vedeva direttamente coinvolto il portiere della Cremonese Marco Paoloni, il quale, a tempo scaduto, si rendeva responsabile di una leggerezza che consentiva allo Spezia di raccogliere un insperato pareggio”.

 

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