Lettere

Per fortuna che Giorgio c’è Il nord e tutto il Paese non ha bisogno dei distaccamenti dei Ministeri

Caro Direttore,

altro che Silvio, per fortuna che Giorgio c’é. Il Capo dello Stato, dopo aver usato tutti i possibili strumenti per convicere, far capire la non opportunità sul piano politico e giuridico, ha dovuto prendere carta e penna per dire basta al giocare con le istituzioni e per ricordare che lo stato, il governo e i ministeri sono unici, indivisibili ed appartengono ad un’unica unità politica e amministrativa che si chiama Nazione Italia.

Il Governo centrale è presente ed è già rappresentato in ogni Provincia Italiana dal Prefetto

La cerimonia farsa che si è svolta a Monza domenica, rappresenta un fatto grave, soprattutto perchè compiuta da Ministri della Repubblica e non solo leghisti.

Grave perchè, o significa uno smembramento dello Stato centrale, se con esso si vogliono trasferire uffici e competenze, o una presa in giro se è la semplice apertura di un ufficio periferico del ministero (come già tanti esistono), per il quale non si spiega perchè a Monza e non anche a Cremona.

Per non entrare anche nella tipologia di alcuni ministeri trasferiti, ministeri che in un Governo normale e non continuamente sottomesso alle esigenze di propaganda della Lega; non avrebbero il senso di esistere, quali il ministero delle riforme e quello della semplificazione.

Per le riforme, ed in particolare per quelle Costituzionali che impattano sulla struttura e sulla vita democratica del Paese c’è un Parlamento che ha il compito di proporre, discutere ed approvare le leggi, non serve un Ministro ed un Ministero, salvo che le uniche riforme e le uniche semplificazioni ritenute utili siano quelle che modificano tempi e modalità dei processi in base alle esigenze del Premier.

Il Nord, ma non solo, tutto il Paese non ha bisogno di distaccamenti di ministeri, di ulteriore burocrazia, ma ha bisogno di aiuti per lo sviluppo economico, politiche fiscali e di sostegno alla crescita che da 10 anni, quindi indipendentemente dalla crisi planetaria che stiamo vivendo oggi, viaggia con una velocità che è tre o quattro volte inferiore a quella di Francia o Germania.

Il Paese ha bisogno di politiche del lavoro, di dare futuro a giovani senza prospettiva e senza speranza, giovani che hanno davanti solo gli esempi di una politica capace di imporre sacrifici a tutti meno che alla casta, sempre più coinvolta in un sitema di degrado politico e morale,in un connubio indissolubile di politica e affari.

La tangentopoli degli anni novanta, sicuramente inaccettabile, era in gran parte finalizzata al finanziamento dei partiti, adesso è solo ed esclusivamente interesse privato.

Non so, mentre scrivo, cosa risponderà Berlusconi al Capo dello Stato, anche se temo che non darà l’unica risposta che deve essere data: staccare immediatamente le targhe dalla villa reale di Monza.

Non si scherza con le Istituzioni per fare un favore e tener buono un alleato.

E da che c’è , in tema di sedi distaccate, potrebbe approfittare per far chiudere le sedi di rappresentanza delle regioni a Roma: decidano i governatori se preferiscono stare a Roma o nel loro territorio, vicino alle cose che devono governare o nelle stanze del potere e negli studi di Bruno Vespa. Per non parlare poi delle sedi di rappresentanza delle regioni all’estero, quasi fossero la Farnesina che ha le sue ambasciate e sedi diplomatiche.

I costi della politica veri sono questi, non solo gli stipendi dei parlamentari.

Angelo Zanibelli
Capogruppo UDC Comune Cremona

 

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