Cronaca

In calo il flusso migratorio nel cremonese E’ la prima volta dal 2000 Forte crescita della comunità indiana

E’ la prima volta in dieci anni. Nel Cremonese, come nel Mantovano, l’immigrazione è in calo con una diminuzione di 1200 unità dal 2009 al 2010. A luglio dello scorso anno, infatti, sono stati registrati 47 mila cittadini stranieri, mentre erano 48.200 nel 2009. Contrazione significativa anche per quanto riguarda l’irregolarità: il tasso è passato dal 10% nel 2009 al 6% nel 2010 con una diminuzione di 2,2 mila unità (erano oltre 5.000 gli immigrati irregolari nel territorio cremonese, ora ne sono stati stimati 3.000).

I dati arrivano dal Nono Rapporto sull’Immigrazione straniera pubblicato a giugno dall’Osservatorio provinciale di Cremona, nel quadro delle attività dell’Osservatorio Regionale per l’integrazione e la multietnicità.

I flussi migratori hanno sicuramente risentito della crisi economica che ha colpito il territorio cremonese. Non è un caso che la maggiore criticità per la popolazione immigrata sia proprio la ricerca del lavoro. Nel 2010 il 16,6% di stranieri sopra i 14 anni risulta disoccupato, il doppio rispetto al 2000. Non solo, nel 2010 il 44,7% della popolazione straniera ha un reddito mensile netto da lavoro inferiore ai 1000 euro. Nonostante un peggioramento delle condizioni lavorative ed economiche, tuttavia, il livello di integrazione degli stranieri presenti sul nostro territorio si attesta su valori elevati e, con un indice pari allo 0.609, è al primo posto nella graduatoria delle province lombarde.

All’interno del bilancio è stata considerata la popolazione straniera divisa in tre sottogruppi: i residenti con valido permesso di soggiorno e iscritti all’anagrafe (quintuplicati rispetto al 2.000 con 38 mila unità a luglio 2010), i regolari non residenti (quadruplicata in dieci anni) e gli irregolari privi di permesso di soggiorno e non registrati negli uffici locali, scesi a 3.000 unità.

Per quanto riguarda le nazionalità, dal 2009 si è verificata una diminuzione relativa ai gruppi est-europei e, al contrario, una crescita di indiani (mezzo migliaio di persone in più), nordafricani egiziani (+160 unità), marocchini (+100), cinesi (+80) e ivoriani (+70). Nonostante il recente calo nei flussi, i rumeni confermano la prima posizione per numerosità con 11,2 mila presenze, davanti a indiani (8,1 mila), marocchini e albanesi.

I migranti presenti nel nostro territorio sono, come nel 2000, per la maggior parte uomini, anche se la quota maschile – in dieci anni – diminuisce del 25%. L’eta media è fra i 30 e i 35 anni. Il titolo di studio dichiarato è il diploma di scuola dell’obbligo. In particolare, la percentuale dei senza titolo si riduce ad un terzo, mentre quella di laureati quadruplica, raggiungendo il 16% nel 2010. Così le stime sui lavori principalmente svolti: tre uomini su dieci sono operai generici nell’industria, mentre il 13% delle donne sono assistenti domiciliari. La condizione abitativa tende verso la stabilità: un immigrato su cinque ha una casa di proprietà e la quota di sistemazioni con famiglia passa dal 48% del 2000 all’80% del 2010.

Per quanto riguarda i minori stranieri, Cremona si conferma la città con la più alta percentuale di presenze in rapporto alla popolazione straniera. 932.000 under18, di cui 572.000 nati qui. Sono i numeri del secondo rapporto di Save The Children, pubblicato a maggio. Un fenomeno in crescita, da leggere ponendo particolare attenzione ai minori stranieri non accompagnati (Msna), minorenni privi di cittadinanza italiana o di altri stati dell’Unione Europe, privi di soggetti terzi quali genitori o adulti che detengano per conto loro responsabilità legale, assistenza e rappresentanza.

Guarda il IX Rapporto sull’Immigrazione della Provincia.

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