Politica

Adesso c’è anche il pizzino con il nome di Italico Maffini (Lega)per il Cda di Ansaldo Energianelle spartizioni politiche di Milanese

Adesso c’è anche l’immagine del file e del pizzino con il nome del leghista cremonese Italico Maffini che ha ottenuto il posto nel Cda di Ansaldo Energia nel quadro delle spartizioni politiche all’interno della maggioranza di governo e forse dell’opposizione coordinate da Marco Milanese, ex consigliere di Tremonti, finito nell’inchiesta napoletana e a rischio di arresto. Eccolo, a pagina 11 del Corriere della Sera a confermare la notizia che ieri pomeriggio “Cremonaoggi” aveva anticipato. Il nome del capogruppo leghista in consiglio comunale a Cremona, Italico Maffini, è infatti nel computer sequestrato a Lorenzo Borgogni, responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, nel corso dell’inchiesta sulle nomine di Marco Milanese ai vertici di varie società statali. E il nome di Italico Maffini – con a fianco la scritta Lega – è stato segnalato probabilmente dal potente plenipotenziario leghista Giancarlo  Giorgetti nel corso delle trattative sulla spartizione dei posti tra le varie componenti delle maggioranza. Così Italico Maffini si è ritrovato nel Cda di Ansaldo Energia il 27 luglio di un anno fa. Maffini, ex senatore della Lega, è nato nel 1948 a Olmeneta ed è stato anche consigliere di Lombardia Informatica in Regione. E’ stato tra i fondatori della Lega a Cremona (con Pedrini, Cadoria, Amedeo Garini ecc.) Ed ora il suo nome finisce nell’inchiesta napoletana. mI magistrati napoletani che indagano sul parlamentare del Pdl Marco Milanese, calano infatti le carte. Ad accusare l’ex consulente del ministro Tremonti arrivano manager e imprenditori. Chi nauseato dal sistema, altri ormai terrorizzati dall’inchiesta giudiziaria che svela un’Italia fatta di spartizioni, ricatti, mazzette e poltrone. Tutti quanti però sono concordi nel descrivere lo stesso sistema di spartizioni che vede protagonisti sempre gli stessi che fanno, disfano cda, assemblee, incarichi, direzioni e altro. Così l’inchiesta su Milanese si aggancia a quella sulla P4 di Bisignani, a quella sulle nomine pilotate all’Enav. E così entrano in un unico grande calderone le nomine ai vertici delle aziende dall’Eni a Trenitalia, da Finmeccanica alle varie consociate. Il sistema si basava su una spartizione secca di politici e ministri che segnalano chi deve andare in un posto, chi in un altro, chi deve occupare una poltrona in un consiglio di amministrazione o addirittura in un colegio sindacale.Lo schema chiaro di questo balletto pilotato di nomine è il caso Finmeccanica. L’azione di lobbyng di Bisignani era forse poca cosa rispetto alle pressioni dei politici ed in modo particolare di quel Marco Milanese, ex ufficiale della Guardia di Finanza, che sembra proprio il gestore di questo valzer, il gran cerimoniere delle nomine. Ad illuminare il quadro è stato un appunto sequestrato nel computer di Lorenzo Borgogni, capo relazioni esterne di Finmeccanica. L’appunto è intitolato “membri esterni controllate per Milanese.doc” – come racconta bene “Il Messaggero” in un articolato servizio – dove viene indicato uno per uno i vari membri dei Cda e dei collegi isndacali delle varie società controllate da Finmeccanica: Ansaldo Energia, Ansaldo Nucleare, Oto Melara, Elsag Datamat, Selex Sema, Wass, Selex Galileo. Accanto ai soggetti da nominare ci sono i “padrini politici dell’operazione”. Borgogni spiega ai carabinieri come venivano assegnate le poltrone: “La lista per il Tesoro la consegnavo a Milanese, a Giorgetti per la Lega e io avevo alcuni nomi segnalati da La Russa che non potè partecipare all’incontro”. Anche Fiorenza Sarzanini del “Corriere” racconta lo stesso meccanismo: «È l’esame dei computer del responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica Lorenzo Borgogni – indagato per corruzione in un’altra indagine – a far emergere le trattative per la designazione di alcuni consiglieri. Ci sono schemi, appunti, anche alcune mail ritenute «interessanti» dagli investigatori. Durante la perquisizione nel suo ufficio è stato trovato un foglietto con una lista di politici scritti a penna: «Giorgetti, Milanese, Romani (Guerrera), Fortunato (Mef), Galli, Squillace x La Russa». Per saperne di più Piscitelli convoca Barbara Corbo, la segretaria di Borgogni. E l’11 marzo scorso la donna chiarisce: «Il file trovato nel mio computer denominato “Membri esterni controllate giu10 x Milanese.doc” tratto dalla cartella C:Borgogni 2010 e 2011, è un documento che ho redatto io recependo le indicazioni e le informazioni del dottor Borgogni… La denominazione “Lega” che compare accanto ai nomi Maffini, Ghilardelli, Belli e Vescovi, presenti nello stesso file, presumo sia riferibile al partito politico. Il nominativo La Russa che compare accanto ai nomi di Plinio, Politi e Gatti presumo sia quello dell’attuale ministro della Difesa ma tali circostanze potranno essere confermate solo da Borgogni».Il giorno dopo l’alto dirigente di Finmeccanica viene interrogato. E conferma: «Per le nomine di terzo livello dove gli emolumenti sono molto bassi, concordo con l’ad delle società controllanti quelle dove effettuare le nomine all’interno dei curricula che arrivano o dal mondo della politica soprattutto del territorio dove sono insediate le società o dai consiglieri di amministrazione di Finmeccanica. Naturalmente le nomine di questi sette consiglieri, benché provengano formalmente dal ministero del Tesoro, sono il prodotto di una mediazione politica all’interno delle componenti della maggioranza di governo, dove il tavolo di compensazione è a Palazzo Chigi e dove confluiscono le richieste dei ministeri di riferimenti come Difesa e Sviluppo Economico con i quali Finmeccanica ha rapporti. Per le nomine di primo livello in previsione della scadenza io preparo un prospetto e lo mando ai tre ministeri, a Palazzo Chigi e ai consiglieri espressione della politica»

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...