Cronaca

Crema, ArtShot fa il funerale alla noia e alla performance arriva la polizia. Ma se fosse geniale marketing virale?

Non c’è che dire, sono ragazzi che sanno sempre far parlare di se. Qualcuno ricorda il caso Nemo ad ArtShot a Crema? Lo rinfreschiamo per gli sbadati. Due anni fa la manifestazione della Consulta dei giovani finì su tutti i giornali della nazione per il quadro del writers cremasco Nemo che condannava la pedofilia nel mondo della chiesa con un immagine davvero poco ortodossa e ritenuta ai limiti della blasfemia. Bufera. Sui ragazzi della Consulta si, ma soprattutto sull’assessore alla politiche giovanili Mia Miglioli, da allora piano piano andata scomparendo dalla vita pubblica. I ragazzi della Consulta però resistettero, fuoriuscirono dal comune, si fecero associazione e mantennero in vita la loro creatura, salvati soprattutto dalla lungimiranza di Umberto Cabini e della Fondazione San Domenico che li ha adottati.

La prima edizione come associazione Altrimondi vide lo scontro con i vigili urbani per la performance Iparkart, un idea che spopola nel mondo e che prevede l’utilizzo degli spazi dei posteggi, regolarmente pagati, non per posteggiare ma per farci delle performance. Ma la manifestazione fu un successo. Tanto che quest’anno il buon assessore alla cultura di Crema Paolo Mariani ha cercato di riportarli a casa. Ma loro duri e crudi hanno risposto: “niet! Finchè c’è questa amministrazione restiamo indipendenti”.

Ed è partita l’edizione del 2011 e ne hanno combinata un’altra. Un bel corteo non autorizzato per fare il funerale alla noia come performance di inaugurazione finito nelle mire della polizia che ancora un po’ in agitazione per un altro corteo non autorizzato, quello dei centro sociali che nel mattino aveva attraversato Crema per la vicenda del ragazzo rumeno sfrattato, si è chiesta cosa stesse succedendo e ha identificato tutti gli organizzatori della kermesse. Titoli sui giornali assicurati anche stavolta e grande folla alle serate del festival tanto che vien quasi da pensare che sia comunicazione virale la loro, geniali a catturare l’attenzione.

Ma sono bravi ragazzi e, anche se a pensare male ci si azzecca sempre, siamo certi che non lo facciano apposta. Anche perché poi mettono in campo iniziative commoventi. Ad esempio quest’anno hanno pensato di visitare i quartieri periferici di Crema, quelli del degrado. E domenica pomeriggio vedere i bambini di via Bramante e via Edallo giocare con i volontari di ArtShot ha strappato applausi anche ai cronisti più smaliziati. Intanto fino al 9 luglio proseguono col loro festival a cui vale la pena di dare un occhiata.

Bruno Mattei

 

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