Economia

Fusione di PopCrema e Cremona nella Popolare LodiEliminate 180 filiali, riduzione di 1120 dipendenti (anche con incentivi)

Prosegue la ristrutturazione del Banco Popolare che coinvolge anche le nostre due realtà provinciali, la Banca Popolare di Cremona e quella di Crema, ormai verso l’integrazione nella Banca Popolare di Lodi nonchè l’assorbimento di Efibanca nella capogruppo. Una nota del Gruppo Banco Popolare indica come nel piano industriale approvato ieri vi sarà l’eliminazione di 180 filiali in sovrapposizione. Sono 2220 i dipendenti interessati alla riorganizzazione di cui circa la metà saranno ridotti. Infatti 1100 risorse saranno destinate all’arricchimento della rete e 1120 alla riduzione di organico (oltre le 380 riduzioni già effettuate lo scorso anno). Il Piano industriale prevede un utile netto nel 2013 pari a 603milioni di euro che passerà poi a 930 milioni nel 2015 di cui oltre 270 milioni arriveranno dal riassetto organizzativo. Questi, in sintesi, gli obiettivi del piano industriale del Banco Popolare  presentato dall’Ad Pier Francesco Saviotti che ha inoltre dichiarato che non ci saranno ulteriori aumenti di capitale dopo quello di due miliardi di euro del febbraio scorso. Saviotti ha inoltre dichiarato che Banco Popolare farà il possibile per portare a termine le trattaive con Credit Agricole per la vendita del 19% della partecipazione nella joint venture Agos-Ducato. Dunque il Banco Popolare volta pagina dopo le difficoltà di questi ultimi due anni dovuti alle questioni ereditate dalla gestione precedente.

“Fino ad oggi – ha spiegato l’Ad Pier Ferdinando Saviotti –  ci siamo difesi. L’aumento di capitale ci ha dato la possibilità di dedicarci al territorio e al rilancio in uno scenario macroeconomico non favorevole, ma che presenta segni di ripresa”. Il piano è stato presentato ieri pomeriggio anche in videoconferenza ai dipendenti. Ma la ristrutturazione del gruppo pare non concludersi  con la fusione di PopCremona e PopCrema nella Lodi. Il piano preannuncia infatti “possibili ulteriori semplificazione nell’assetto del gruppo”. Potrebbe trattarsi di una riunione delle diverse anime di Verona, Novara, Lodi e Lucca in una sorta di “banca unica” su modello Unicredit ma dentro il cui progetto vi sarebbe il mantenimento del marchio originario degli sportelli territoriali.

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