Politica

La mozione della Legamette a dura provala convivenza nel Pdl

Sindaco, Pdl, lista Perri e Udc fanno quadrato contro la mozione della Lega sull’operato della giunta. La blanda resistenza opposta all’iniziativa dei lumbard è però l’unico collante che tiene assieme un Pdl profondamente diviso. Non è un caso se l’unica presa di posizione netta fino ad ora arrivata sia centristi: “Non voteremo quella mozione e nemmeno la sottoscriviamo”, ha avvertito il segretario provinciale Trespidi.

Emblematica, invece, la linea del Pdl, con il vertice cittadino uscito cautamente allo scoperto e quello provinciale non pervenuto. E’ sufficiente pesare le scarne dichiarazioni registrate dopo il vertice di maggioranza di giovedì per rendersi conto dell’imbarazzo nel quale è piombato il primo partito del centrodestra. Ugo Carminati, coordinatore cittadino: “Abbiamo proposto di affrontare la questione in un incontro ad hoc. Dal mio punto di vista, se presentano la mozione bisogna votare contro”. Nessun commento da Mino Jotta, coordinatore provinciale. Il silenzio di Jotta, unito a quel “dal mio punto di vista” usato da Carminati rendono manifeste le difficoltà nel Pdl a fronte dell’affondo leghista.

La prudenza di Carminati è tutt’altro che casuale: fosse per lui e per tutta l’ala ex An del partito, la Lega sarebbe da cacciare a calci. Ma Carminati e i suoi non possono dirlo, possono solo lasciarlo intuire, dal momento che l’altra metà del Pdl è di ben altro avviso e dal momento che al fondo della querelle c’è la nomina del nuovo Cda dell’Aem. Tant’è che in prima battuta, fanno sapere i leghisti, Jotta e l’ala forzista hanno assicurato appoggio alla mozione.

Ecco perché giovedì in maggioranza si è concordato per quel surplus di approfondimento sul testo proposto dalla Lega. Un modo come un altro per prendere tempo e favorire il compromesso, con buona pace del leghista Maffini, che ha sbottato: “Non crediate che io tenga qui la mozione per quindici giorni”.

Di qui il masticare amaro di Carminati a fine incontro e quel prudenziale “dal mio punto di vista” usato a circoscrivere all’ambito personale la dichiarazione. Identica prudenza, guarda caso, mostrata da Perri, che in privato monta su tutte le furie minacciando l’espulsione dei leghisti dalla giunta e in pubblico traccheggia destreggiandosi alla meglio in dichiarazioni sfumate – “La mozione? Non dice niente di particolare… Secondo me si potrebbe anche non presentare”.

Traccheggiare, appunto. Perché in fin dei conti una mozione o la si condivide – e allora la si firma -, o non la si condivide – e la si respinge. Né più né meno di quel che ha fatto l’Udc. Che in questo caso può permettersi un lusso negato al Pdl e al sindaco: parlar chiaro e con una sola voce.

Federico Centenari

 

 

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