Cronaca

Nuova bufera sulla nomine Aem Mille imputato nel processo Rifiutopoli

Un nuovo caso nella vicenda Aem. Quello che non è ancora emerso palesemente è il coinvolgimento di Luigi Mille (a destra nella foto) in una grossa inchiesta: la Rifiutopoli lodigiana. Qualcosa che può dar da pensare circa l’opportunità della sua candidatura e della sua designazione come membro del cda. Proposto dal capogruppo del Pdl Domenico Maschi, è stato fortemente sostenuto dal coordinatore provinciale del partito Mino Jotta. Quest’ultimo nella durissima battaglia contro il sindaco Perri (che alla fine ha però tenuto la sua linea confermando Franco Albertoni) lo avrebbe voluto addirittura alla presidenza del cda. Mille, dirigente Aipo, è bresciano e come Jotta fa parte di quella corrente del Pdl legata al ministro della Pubblica istruzione, Maria Stella Gelmini. Ed è certamente una figura centrale della guerra dei partiti attorno alle candidature, questione che sta letteralmente spaccando la maggioranza (leggi l’articolo).

Nei giorni scorsi il primo cittadino lo ha designato come membro del consiglio d’amministrazione dell’azienda partecipata del Comune. Ma Jotta, supportato anche dall’assessore regionale cremasco Gianni Rossoni, lo ha spinto a rinunciare all’incarico dopo lo smacco del secondo mandato di Albertoni alla presidenza. Il dirigente Aipo sembra aver preso tempo. Una rinuncia ufficiale non ci sarebbe ancora: avrebbe chiesto di congelare il tutto per qualche giorno, in attesa di un chiarimento politico. Pertanto non sarebbe ancora definitivamente fuori dai giochi.

Vale la presunzione d’innocenza. C’è da segnalare, però, che Mille è stato rinviato a giudizio nell’ambito della già citata inchiesta Rifiutopoli, la quale raccoglie in due filoni presunte gestioni illecite di rifiuti ed escavazioni abusive nel Po e alla foce del Lambro. E’ ora imputato per l’ipotesi di favoreggiamento personale in un processo che nei mesi scorsi è dovuto praticamente ripartire per via della maternità di uno dei tre giudici del collegio. Mille si è sempre proclamato innocente. Fino al mese di settembre del 2007 , secondo la procura, “avvisava Burlini Alessandro (cavatore accusato tra le altre cose di aver rubato sabbia mentre operava in riva al fiume con autorizzazioni regolari, ndr) per la presenza di denunce contro la Burlini spa”. Sempre secondo l’accusa lo “allertava della presenza di controlli svolti lungo le rive del fiume Po dalla polizia giudiziaria e da personale dell’Aipo” e lo “incontrava per tenerlo informato e per allertarlo riguardo all’attività investigativa svolta dai carabinieri del Noe di Milano”.

Michele Ferro

 

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